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Un anno di Covid, Presidente Mattarella ringrazia personale in prima linea. Crisanti: “Non abbiamo imparato”

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, un messaggio di ringraziamento

NordEst (Adnkronos) – “La prima Giornata Nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato – scrive il Presidente della Repubblica – costituisce una importante occasione per rinnovare la più profonda riconoscenza del Paese verso tutti coloro che con professionalità e abnegazione si sono trovati, e tuttora si trovano, in prima linea nel fronteggiare l’emergenza pandemica che, a distanza di poco più di un anno dalla sua comparsa, ancora ci affligge.

Fin dall’inizio della diffusione del virus, il personale sanitario si è dimostrato all’altezza di una minaccia di così vasta portata, impegnandosi al meglio, con tutti gli strumenti a disposizione, al fine di evitare che l’epidemia precipitasse in una catastrofe irreversibile. È stato un impegno contrassegnato da difficoltà e sofferenze: moltissimi operatori hanno contratto il virus e tante sono le vittime che abbiamo dovuto piangere tra medici e infermieri. Soprattutto a loro va dedicata questa Giornata.

Il nostro sistema sanitario nazionale, pur tra le tante difficoltà, sta fronteggiando una prova senza precedenti e si dimostra più che mai un patrimonio da preservare e su cui investire, a tutela dell’intera collettività. Per queste ragioni rivolgo, a nome di tutti gli Italiani, un saluto riconoscente a tutto il personale sanitario ed esprimo – conclude Mattarella – commossa vicinanza ai familiari dei caduti per la salvaguardia della salute di tutti noi”.

Crisanti: “Non abbiamo ancora imparato”

“Dopo un anno” di covid “non abbiamo ancora imparato”. Sono le parole del professor Andrea Crisanti, ospite di Sky TG24 nello speciale ‘Un anno di Covid’, condotto da Tonia Cartolano. “Abbiamo pensato che con questo tipo di virus si potesse convivere. Forse siamo ancora in tempo a cambiare strategia che riduca al minimo i contatti”, le parole di Crisanti.

“Anche durante la prima ondata ci furono ritardi nel capire la gravità della situazione – ha ricordato il virologo – Passarono 16 giorni dalle prime diagnosi ai primi decessi. E gli studi a Vò già all’inizio avevano dimostrato che il 28 febbraio c’era il 3% della popolazione e quale fosse la capacità di riproduzione del virus e nessuno ha saputo leggere questi dati, la verità è questa”, ha detto ancora.

Crisanti ha poi aggiunto: “A Vò abbiamo dimostrato che testando tutte quante le persone rapidamente e circoscrivendo il focolaio era possibile abbattere completamente la trasmissione. Poi abbiamo impiegato mesi a scoprire che c’erano gli asintomatici e quale fosse il meccanismo di trasmissione. Mentre noi facciamo fatica a capirlo, altri Stati hanno capito la lezione e ci hanno dimostrato come si fa. Guardiamo quello che è successo due settimane fa in Australia dove per 5 casi hanno messo in lockdown 1,5 milioni di persone senza proteste con 150mila tamponi fatti per chiudere la partita”.


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