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UE-Cina: Coldiretti, inchiesta mette a rischio +377% export

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Esportazioni di vino made in Italy, settore a rischio ma fondamentale per la ripresa

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NordEst – ​L’avvio ufficiale da parte della Cina dell’indagine antidumping e antisussidi nei confronti delle importazioni di vino europeo mette a rischio la crescita record delle esportazioni di vino made in Italy, che nel primo trimestre del 2013 sono aumentate di ben il 377 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008, anno di inizio della crisi.

E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti dopo la decisione del Governo di Pechino di avviare una indagine anti dumping nei confronti del vino importato dall’Unione europea, in reazione alla scelta comunitaria di mettere dazi ai pannelli solari cinesi. L’indagine avrà una durata di un anno ma potrebbe prorogarsi fino al primo gennaio 2015 e colpirebbe soprattutto Francia, Italia e Spagna che esportano vino nel gigante asiatico dove – sottolinea la Coldiretti – si è registrato il piu’ elevato tasso di aumento del pianeta nei consumi, che hanno raggiunto i 18 milioni di ettolitri, il quinto posto tra i maggiori paesi bevitori.

Nel 2012 il vino italiano ha realizzato in Cina un fatturato di 77 milioni di euro. “L’agroalimentare italiano non puo’ essere oggetto di scambio e ancor meno di ritorsione come è avvenuto troppo spesso nel passato perché rappresenta uno dei pochi asset su cui puo’ contare il Paese per tornare a crescere” ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che di fronte ad “un calo del 7 per cento nei consumi interni di vino sono le esportazioni a salvare il bilancio del settore con un aumento complessivo del 10 per cento nel mondo che sale all’11 per cento in Cina”.

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