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Capitale blindata riceve Trump, Ivanka su twitter: ‘Ciao Roma’

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Dopo visita a Riad, Trump in Italia. Cena in un locale del centro. Presidente incontra il Papa, sale al Colle, poi vede Gentiloni

 

Roma (Adnkronos) – Il primo corteo presidenziale è sfrecciato dall’aeroporto di Fiumicino a Villa Taverna, residenza dell’ambasciata americana nel quartiere Parioli.

Quaranta circa le auto che hanno scortato il presidente Donald Trump, atterrato poco prima delle 18.30, nel primo dei suoi spostamenti della visita a Roma. Un tragitto filmato in ogni istante da una telecamera posizionata sulla macchina in testa che ha trasmesso le immagini in tempo reale al Centro per la gestione della sicurezza. Ad accogliere il presidente degli Stati Uniti e la sua famiglia una città ‘blindata’.

“Ciao Roma”. Questa la frase che accompagna la foto di Ivanka Trump pubblicata poco fa su Twitter. La figlia del presidente degli Stati Uniti viene fotografata mentre invia un bacio con la mano sullo sfondo di Villa Taverna, residenza dell’ambasciatore americano dove starà la famiglia Trump durante la visita nella Capitale.

Centinaia gli agenti delle forze dell’ordine impiegati per le prossime 24 ore. Dalle 13 è scattata l’area di sicurezza intorno alla residenza dell’ambasciata americana di Villa Taverna dove alloggerà il presidente e rimarrà operativa fino alla sua partenza. Per tutti gli spostamenti del corteo e per le visite in Vaticano e Quirinale, in programma domani, sono state pianificate chiusure solo temporanee per il tempo strettamente necessario al transito del corteo, mentre al Quirinale per la durata dell’incontro con il Presidente della Repubblica la piazza sarà chiusa. Non sono previste misure aggiuntive per l’area di San Pietro, già interessata al piano di massima sicurezza per l’udienza del mercoledì.

La visita a Riad

E’ quanto sostiene Donald Trump nell’attesissimo discorso che pronuncerà al Summit arabo islamico americano in corso a Riad. Secondo le anticipazioni della Casa Bianca, Trump dirà che “questo significa ergersi insieme contro l’assassinio di musulmani innocenti, l’oppressione delle donne, la persecuzione degli ebrei ed il massacro dei cristiani”.

La guerra all’estremismo “non è una battaglia tra fedi diverse, tra diverse sette o diverse civiltà, ma è una battaglia tra il bene il male”, dirà Trump come anticipato, sottolineando che la lotta al terrorismo è “una battaglia tra criminali barbari che vogliono cancellare la vita umana e persone decenti di tutte le religioni che vogliono proteggerla”.

L’anticipazione arriva dopo che ieri il consigliere per la Sicurezza nazionale, il general H.R. McMaster, aveva detto che Trump avrebbe potuto non usare la formula “terrorismo radicale islamico” che il presidente ha da tempo adottato in opposizione alle formule usate dall’amministrazione Obama.

E in effetti nelle anticipazioni del discorso, il presidente Usa utilizza l’aggettivo ‘islamist’ e non ‘islamic’, cioè islamista e non islamico, per indicare l’estremismo da contrastare, come stanno facendo notare i commentatori americani sottolineando che il primo termine è più politico ed ha meno connotazione religiosa.

“Non siamo qui – continuerà Trump secondo la Casa Bianca – per farvi una lezione, per dire agli altri popoli come vivere, quello che devono fare, essere o come devono pregare. Ma siamo qui per offrirvi un’alleanza, basata su valori ed interessi comuni per ottenere un futuro migliore per tutti noi”.

Parlando dell’alleanza offerta ai Paesi arabi, Trump, sottolinea come questa sia ispirata “ad un realismo guidato da principi, e fondata su valori comuni ed interessi condivisi”.

“I nostri amici non dubiteranno mai del nostro sostegno ed i nostri nemici della nostra determinazione, la nostra alleanza rafforzerà la sicurezza attraverso la stabilità – continuano le anticipazioni – noi prederemo le decisioni sulla base dei risultati del mondo reale, non un’ideologia inflessibile. E saremo guidati dalle lezioni dell’esperienza, e non dai limiti di un pensiero rigido. E dove sarà possibile noi cercheremo riforme graduali e non interventi improvvisi”.

Parole che, ad una prima lettura, suonano insieme una critica sia all’esportazione della democrazia di George Bush che al sostegno dato da Barack Obama alle primavere arabe

“L’America è pronta a stare al vostro fianco – dirà ancora Trump -, ma le nazioni del Medio Oriente non possono aspettare la forza americana per schiacciare questo loro nemico. Le nazioni del Medio Oriente devono decidere quale tipo di futuro vogliono per loro, per i loro Paesi, per i loro figli”, si legge ancora nelle anticipazioni del discorso incentrato sul lancio di una nuova alleanza nella lotta al terrorismo.

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