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Trento, Regolamento di conti tra sinti: sei in manette

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Operazione carabinieri Trento, resta un ricercato

Trento – Un regolamento di conti tra famiglie di origine sinti a Trento, con sparatoria in un parcheggio pubblico all’aperto alla periferia di Trento, utilizzato da molti pendolari. I fatti, che risalgono alla sera del 4 novembre scorso, hanno portato a sei arresti.

Una settima persona è ricercata. Secondo quanto ricostruito dai militari, che sul posto hanno ritrovato bossoli di due diverse pistole semiautomatiche, una delle famiglie era arrivata su tre auto e aveva inveito contro un camper di un’altra famiglia, anche sparando, incurante dei passanti.

Gli accertamenti avevano portato a individuare alcuni uomini già noti per reati contro il patrimonio. Non nuovi, tra l’altro, ad attriti con il gruppo familiare rivale. In carcere, tra Trentino, Veneto e Lombardia sono stati condotti tre uomini di 30, 35 e 36 anni, catturati al campo nomadi di Ravina di Trento, un giovane di 21 anni e un uomo di 47 anni, che erano a Soiano al Lago (Brescia), e un uomo di 33 anni trovato a Bressanone, in Alto Adige.

Droga dalla Spagna al NordEst nascosta nei pacchi con gps. Due italiani sono stati arrestati dalla GdF di Malpensa (Varese), in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, perché accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Altri tre, due italiani e un venezuelano, sono attualmente ricercati all’estero. La Gdf, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, partendo dal controllo di un corriere sbarcato dalla Spagna all’ aeroporto di Malpensa con alcune ricevute di spedizioni che hanno insospettito gli investigatori, sono risaliti alla banda con base logistica tra le province di Milano e Varese. La droga, circa 700 kg di hashish e marijuana in circa un anno e mezzo, veniva acquistata a Barcellona (Spagna) e portata in Italia in pacchi dotati di gps, usando spedizioni merci o corrieri espressi. La droga veniva poi rivenduto sulle piazze delle province di Como, Varese, Milano, Monza Brianza, Bologna e Vicenza, attraverso un’ulteriore rete di piccoli spacciatori.

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