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Trento, Olivi: “Il nostro impegno su Whirpool ha garantito benefici anche ad altri”

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Un’apposita norma inserita nel decreto Milleproroghe del Parlamento assicura il secondo anno di cassa integrazione straordinaria ai dipendenti

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Trento –  Via libera da Roma, con il varo del decreto Milleproroghe, al secondo anno di cassa integrazione straordinaria per i lavoratori della Whirlpool. L’azione avviata dalla Provincia presso il Ministero del Lavoro è in grado di produrre però delle conseguenze anche fuori dai confini provinciali, interessando migliaia di lavoratori che si trovavano nelle stesse condizioni di quelli dell’azienda di Spini di Gardolo, come sottolinea il vicepepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi: “La richiesta formulata dalla Provincia di garantire il secondo anno di cassa integrazione straordinaria alle imprese che avevano formulato la richiesta nel corso del 2014, nell’ambito di un piano sociale costruito con la cooperazione di istituzioni e parti sociali, poneva un problema di equità più generale. Ciò ha indotto il Governo a varare un’apposita norma di cui ora potranno beneficiare anche altri lavoratori nel Paese, attravreso uno stanziamento complessivo di ulteriori 60 milioni di euro. Il Trentino – incontrando in questo caso la sensibilità politica del ministro Giuliano Poletti e delle sue strutture – ha aperto quindi la strada all’inserimento nel decreto di una norma statale che di fatto estende l’ammortizzatore sociale ad altre aziende nelle stesse condizioni della Whirlpool. Siamo molto contenti di aver potuto fare ancora una volta da apripista”.

La richiesta di risolvere il problema posto dal Milleproroghe al secondo anno di cigs per i lavoratori dell’ex-stabilimento di Spini di Gardolo, era stata avanzata come noto un paio di settimane fa dal vicepresidente Olivi al ministro Giuliano Poletti, in base all’accordo siglato da azienda e sindacati presso il Ministero del lavoro nel febbraio 2014.
Iniziando ad operate il decreto Milleproroghe, con la specifica norma che rifinanzia per altri 60 milioni di euro le casse integrazioni attivate nel 2014, ed avendo nel frattempo l’azienda presentato apposita domanda, i lavoratori dell’ex-stabilimento di Spini possono dunque “respirare”.

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