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Trento, Integrazione stranieri e politiche per il lavoro

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Le esperienze realizzate con il programma di interventi del Fondo Europeo a favore di lavoratori e cittadini extracomunitari

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Trento – L’integrazione di lavoratori extracomunitari è possibile grazie a politiche del lavoro in grado di fornire a loro le competenze professionali adatte al mercato. A sostenerlo è l’Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento che ha presentato, in occasione del convegno “Integrazione possibile, i risultati del programma sperimentale di interventi cofinanziati dal Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini extra UE.

Il convegno si è tenuto nel pomeriggio di oggi presso l’Area Archeologica di Palazzo Lodron, in piazza Lodron a Trento. Il progetto, realizzato in collaborazione con Consolida, è finalizzato alla costruzione di competenze professionali per un’integrazione sociale e lavorativa di soggetti in situazione di fragilità perché privi di cittadinanza europea.

L’azione progettuale, partita il 1 ottobre 2012 e che terminerà il 30 giugno 2013, era destinata a 500 persone domiciliate in provincia di Trento ed iscritti ad uno dei Centri per l’Impiego sul territorio, inoccupati o disoccupati, in regola con le norme in materia di soggiorno. Al progetto hanno preso parte immigrati provenienti principalmente da Albania, Bangladesh, Tunisia, Kossovo, Pakistan e Marocco. L’attività ha riguardato il modello trentino dell’integrazione, basato sulla convivenza attiva e sulla contaminazione culturale, condizioni essenziali per un corretto approccio al mercato del lavoro. “Gli elementi innovativi – come ha spiegato la dirigente di Agenzia, Antonella Chiusole – riguardano la scelta dei target (cittadini extracomunitari deboli, quali donne e giovani), i servizi e gli strumenti dedicati ai primi bisogni e rivolti a possibili percorsi verso il mondo del lavoro, oltre alla rete delle relazioni.

Si tratta di elementi indispensabili per garantire un’integrazione sociale e lavorativa, oltre a consolidare il progetto. Abbiamo raggiunto persone che difficilmente avrebbero a questi servizi, sperimentare nuovi servizi e valorizzare un finanziamento europeo con partner di livello nazionale”.

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