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Trento, Consiglio provinciale: al via il ddl sulla cultura di Mellarini. Seduta subito sospesa per un confronto in maggioranza

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La seduta pomeridiana di martedì si è aperta con una comunicazione del Presidente bruno Dorigatti il quale ha affermato che la nomina del Garante dei detenuti è stato sospesa, ma verrà discussa entro questa tornata consiliare, perché c’è la necessità di definire dal punto di vista giuridico la procedura

Trento – Sospeso, su richiesta del proponente, anche il ddl di legge di Massimo Fasanelli in materia di recupero degli alloggi Itea. Una sospensione, ha detto il consigliere del Gruppo Misto, che si è resa necessaria perché c’è bisogno di ulteriori approfondimenti. Si è passati quindi al disegno di legge sulla cultura dell’assessore Tiziano Mellarini il quale ha chiesto subito una sospensione per un confronto con la maggioranza.

Lavori dell’Aula e Question Time

Dopo un momento di silenzio seguito al ricordo del presidente Bruno Dorigatti dedicato a Renzo Anderle, il compianto consigliere provinciale recentemente scomparso, la sessione di ottobre dell’assemblea legislativa si è aperta stamane in aula con la richiesta di Marino Simoni alla Giunta di una informazione trasparente sul tema del nuovo ospedale del Trentino. Richiesta cui si è associato Maurizio Fugatti (Lega) “perché – ha osservato – pare che questa importante opera rischi di essere ulteriormente procrastinata”. Dorigatti si è impegnato a riunire i capigruppo per decidere quando prevedere questa comunicazione. Il governatore Ugo Rossi ha manifestato la disponibilità a fornire questa informazione, ricordando che si tratta di una sentenza che la Giunta è tenuta a rispettare. Anche se, ha aggiunto, anche questa come tutte le sentenze lascia un po’ adito ad interpretazioni che l’esecutivo sta predisponendo e della quale intende rendere partecipe il Consiglio. Subito dopo sono state discusse le interrogazioni a risposta immediata. Eccone una sintesi.

 

Lucia Maestri (PD)

Piccoli editori perché tanti ritardi?

La consigliera ha chiesto alla Giunta di sapere perché non siano stati ancora attuati alcuni passaggi fondamentali della legge provinciale sulla piccola editoria indipendente approvata quasi un anno fa, come le caratteristiche delle associazioni di piccoli editori che possono fare le domande di contributo. Inoltre, ricorda Lucia Maestri, non è stato nominato il Tavolo per l’editoria che la legge stabilisce si sarebbe dovuto designare entro 90 giorni dal varo della legge. La consigliera chiede infine quando questi provvedimenti verranno attuati.

La risposta. L’assessore Mellarini ha precisato che i componenti del Tavolo sono stati convocati con lettera 19 giugno per il 27 giugno scorso ed in quel contesto è stato predisposto il testo per l’approvazione dei criteri e gli altri adempimenti previsti dalla legge, tanto che nella prossima seduta di Giunta ci sarà all’ordine del giorno il regolamento.

La replica. Maestri si è dichiarata soddisfatta della risposta nonostante i lunghi tenpi di attesa.

Claudio Cia (Misto)

Carenza di medici la Giunta cosa intende fare?

Il consigliere ha chiesto alla Giunta di conoscere quali zone risultino già oggi carenti di medici di base; quanti siano prossimi alla pensione nei prossimi 5 anni; quale strategia si stia mettendo in campo per mantenere ai livelli attuali l’offerta di medici.

La risposta. L’assessore Zeni ha spiegato che l’elevata età media della popolazione medica è un dato nazionale che vale anche per il Trentino, dove i medici con più di 55 anni sono il 45%. A fronte di questa considerazione nella nostra provincia sono 75 i medici di medicina generale che andranno certamente in pensione nei prossimi 5 anni, considerato che 70 anni è l’età massima inderogabile per la funzione. Più precisamente: nel 2018 i medici che andranno in pensione per compimento dei 70 anni saranno 5, nel 2019 saranno 7, nel 2020 14, nel 2021 26, e nel 2022 saranno 23. Per quanto riguarda le strategie per compensare le uscite i medici iscritti nell’elenco delle graduatorie provinciali sono attualmente 778 e quindi in linea teorica sarebbero coperte tutte le carenze. E’ stato previsto l’aumento del numero di medici del corso di Formazione specifica in medicina generale da 20 a 25 già a partire dal 2018, a fronte di un andamento crescente degli iscritti a medicina, che dal 2009 al 2016 è passato da 300 a 675 studenti. Per quanto riguarda gli incarichi, risultano ovviamente più appetibili quelli nelle aree urbane di Trento e Rovereto, mentre si registrano maggiori più difficoltà per la copertura delle aree periferiche.

La replica. Claudio Cia ha ha detto di aver colto in particolare un aspetto, già oggi le periferie soffrono la carenza di personale medico: la politica sanitaria deve dunque occuparsi in particolare delle aree periferiche maggiormente penalizzate.

Gianpiero Passamani (UpT)

C’è un progetto per potenziare Villa Rosa?

Il consigliere ha chiesto di sapere quali difficoltà si sono incontrate, dopo l’istituzione della Rete riabilitativa provinciale, per attrarre pazienti di fuori provincia nelle strutture riabilitative trentine; su quali strutture si sta puntando per incrementare la mobilità attiva dei pazienti e se vin siano progetti per potenziare l’attività dell’ospedale riabilitativo Villa Rosa senza metterlo in sterile competizione con la Casa di cura Eremo di Arco.

La risposta. L’assessore Zeni ha chiarito che una delibera del luglio scorso disciplina le strutture private che operano in rete e complementarietà con quelle pubbliche. Il mandato dell’ospedale Villa Rosa come polo di riferimento come centro di riabilitazione provinciale intensivo è chiaro e prevede che nella struttura siano erogate prestazioni di alta specializzazione che rappresentano oltre il 60% dell’attività del centro, degenza riabilitazione intensiva e riabilitazione cardiologica in day hospital e day service. Si tratta di strutture che realizzano una modalità intermedia tra ricovero ospedaliero e assistenza domiciliare ed hanno come obiettivo il recupero della stabilità clinico assistenziale e della maggiore autonomia possibile e lo sviluppo delle capacità di autocura del paziente e della rete familiare con una chiara prospettiva di rientro a domicilio. In questa fase, ha precisato Zeni, le cure intermedie sono effettuate in forma sperimentale e progressiva, per un periodo massimo di 24 mesi. Proprio per la tipologia di erogazione (intensiva ad alta specializzazione) non esiste la possibilità di una competizione di Villa Rosa con le strutture pubbliche.

La replica. Passamani si è detto soddisfatto per la risposta dell’assessore, che ha definito molto esaustiva.

Manuela Bottamedi (Misto)

Perché è stato invitato Mentana a Trento?

La consigliera ha chiesto all’assessora alle politiche giovanili, Sara Ferrari, perché al Festival Identità e Confini sia stato invitato il giornalista Mentana che ha colto l’occasione, in un monologo, per sparare a zero sull’autonomia trentina. Attacchi, ricorda Bottamedi, che aveva già fatto in tv nel marzo scorso. La consigliera ha chiesto anche quanto è costato l’invito a Trento del noto giornalista televisivo.

La risposta. Il Presidente Rossi si è detto d’accordo con quasi tutte le considerazioni di merito contenute nell’interrogazione rispetto all’intervento del giornalista Mentana. La sua presenza era prevista all’interno di un festival molto articolato e non per parlare dell’autonomia, bensì della comunicazione e dei social network. Il compenso è stato di 3500 euro, più le spese di pernottamento e viaggio ed è legato a quel tipo di partecipazione e non al tema specifico. Il fatto che Mentana abbia parlato in quel modo non è tuttavia negativo, non dobbiamo aver paura del dialogo e del confronto, ha aggiunto Rossi. Abbiamo comunque chiesto di poter replicare e ciò dovrebbe avvenire a breve in veste istituzionale, nell’ambito di una probabile trasmissione sulla rete dello stesso Mentana .

La replica. Effettivamente questa presa di posizione può essere salutare, mi fa piacere se ne possa parlare in un futuro format televisivo per poter dimostrare a tutta Italia che ci sono le ragioni per supportare la nostra autonomia. Rilevo comunque un assordante e preoccupante silenzio di quanto sta avvenendo in Catalogna, sopratutto da parte del Presidente Dorigatti.

Giuseppe Detomas (Ual)

Regolamento sulla privacy la Pat si muove con le aziende?

Il consigliere ha ricordato che il 24 maggio del 2016 è entrato in vigore il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati personali che, entro il 24 maggio 2018, dovrà essere recepito dalla normativa italiana. Un regolamento sulla privacy particolarmente oneroso per le piccole realtà, come le piccole aziende. Per questo ha chiesto intenda fare la Pat per sostenere l’economia locale di fronte a questi costosi adempimenti; se siano previsti aiuti in formazione e si stia pensando ad una regia per associare le realtà produttive in modo da realizzare economie di scala.

La risposta. Il Presidente Rossi ha premesso che il tema sollevato è di grande attualità perché tutte le normative in questa materia appesantiscono in particolare le piccole realtà aziendali. Tra le nostre modalità e nei nostri canali di sostegno alle imprese, ha detto, rientrano contributi anche nella formazione, anche su normative tipo quelle oggetto della presente interrogazione: questa è la maniera in cui è possibile andare incontro alle aziende in questo contesto, rispondendo in maniera generale e non riferendoci all’entrata in vigore della specifica norma.

La replica. Norme che impongono degli adempimenti è chiaro non possono essere inseguite da ordinamenti provinciali, ha ammesso Detomas, tuttavia il caso specifico sarebbe meritevole di un intervento ad hoc per l’impatto importante e generalizzato che la stessa avrà. Mi auguro che la situazione sarà monitorata con attenzione, ha aggiunto.

Massimo Fasanelli (Misto):

Tempi di attesa troppo lunghi per le visite specialistiche

Il consigliere ha chiesto all’assessore alla salute se sia a conoscenza dei lunghissimi tempi di attesa dei cittadini per accedere su prenotazione ad alcune visite specialistiche in regime istituzionale, quali siano le cause di queste lentezze, quali azioni intenda adottare per ridurre il problema anche con l’impiego di risorse economiche e umane adeguate. Infine, ha voluto chiarimenti sulla differenza in termini di tempi di attesa tra gli accessi con impegnativa e quelli con regime privatistico a pagamento.

La risposta. L’assessore Zeni ha chiarito che in Trentino esiste il sistema dei Rao che garantisce la possibilità di usufruire entro termini precisi che, differenziati in base all’urgenza (stabilita dal medico di riferimento) passano da 3, 10 a 30 giorni. Questa modalità è presa a modello anche dal livello nazionale e garantisce una prestazione entro i termini per tutte le specialità citate dall’interrogante. 1.200.000 sono le prestazioni specilaistiche prenotate annualmente in provincia di Trentodi cui il 90%in regime istituzionale ed il 10% in regime di libera professione. I dati non sono tuttavia un riferimento perché il Cup non dà conto delle prestazioni erogate in RAO e perché sono più di 4000 le prestazioni prenotate al giorno, numeri che implicano fluttuazioni significative. Pertanto, la tempistica di attesa rilevata solo in un momento non è dunque indicativa. Per le prestazioni speicalistiche extra RAO quali quelle di angiochirurgia, gastroeneterologia e nefrologia, i tempi medi di attesa nei primi sei mesi del 2017 risultano essere rispettivamente 26, 54 e 19 giorni. Il tema delle liste di attesa è molto importante, sappiamo di essere modello a livello nazionale, ma ci possono essere dei momenti di maggiore difficoltà, ha aggiunto Zeni: c’è un miglioramento continuo e si stanno sperimentando delle modifiche (corsia preferenziale pe gli anziani, prenotazioni vicino a casa ecc.).

La replica. Fasanelli ha raccomandato di tenere alta l’attenzione su questo tema perché preoccupa molto i cittadini e lui stesso ha verificato personalmente che i tempi non sono sempre quelli riferiti.

Luca Giuliani (Patt):

Vaccinazioni obbligatorie e garanzia della privacy nelle scuole trentine

Sulla base di alcune segnalazioni a lui pervenute, il consigliere chiede se nella comunicazione alle famiglie dei dati relativi allo stato di conformità o meno alle vaccinazioni obbligatorie dei figli e nel trattamento degli stessi da parte delle istituzioni scolastiche, venga garantito e rispettato il diritto costituzionale alla privacy sanitaria degli alunni e, in caso contrario, quali provvedimenti si intendano assumere a tutela del minore.

La risposta. Il presidente Rossi ha confermato che naturalmente le disposizioni impartite prevedono modalità di assoluto rispetto delle leggi sulla privacy. Per quanto riguarda le premesse dell’interrogazione, se le segnalazioni sono circostanziate, Rossi ha invitato Giuliani a fare presente i casi specifici per fare gli opportuni richiami ed eventualmente introdurre modalità che proteggano ancora di più dal rischio di una eventuale violazione.

La replica. Giuliani ha ringraziato il presidente e detto che provvederà a segnalare i casi specifici come suggerito.

Lorenzo Baratter (Patt):

La Giunta inviti il governo spagnolo a trattare con Madrid

L’esponente autonomista chiede alla Giunta provinciale se intenda effettuare una comunicazione urgente al governo spagnolo (e al governo italiano) per trasmettere la preoccupazione della comunità trentina e perorare l’avvio di una costruttiva trattativa politica con le istituzioni catalane, ovvero riformulando lo statuto di autonomia e concedendo forme più ampie di autogoverno.

La risposta. Rossi ha aggiunto che il tema è di straordinaria attualità e va trattato con estrema delicatezza perché è chiaro che le aspettative di autonomia del popolo catalano, sono state disattese dal governo centrale del quale condanniamo l’uso della violenza che non ha fatto altro che radicalizzare le posizioni e spingere anche coloro che avevano posizioni più morbide verso la ricerca di un indipendentismo eccessivo. Nell’ambito del Gect o della Conferenza delle regioni in sede europea esprimeremo sicuramente l’auspicio che la questione non resti interna allo stato spagnolo perché qui c’è in gioco un’idea di governance multilivello a cui l’Europa deve guardare e nella costruzione e salvaguardia della quale noi ci sentiamo fortemente coinvolti.

La replica. Baratter ha ribadito al solidarietà ai cittadini catalani brutalizzati paradossalmente a nome della democrazia ed ha aggiunto che il nostro territorio che ha vissuto tensioni simili a queste in passato, va portato a modello di riferimento, a differenza di altre realtà come ad esempio la ex Jugoslavia, autonomia negata che, senza dialogo politico, ha portato a un drammatico epilogo.

Rodolfo Borga (CT):

La colpa dell’appalto bocciato sul Not per il presidente Rossi

Borga vuole sapere se sia vero che il presidente della Provincia Ugo Rossi abbia imputato la colpa della bocciatura dell’appalto del Not avvenuta nei giorni scorsi con una sentenza del Consiglio di Stato, ad un sistema normativo definito “allucinante” e abbia affermato (con riferimento a due sentenze del 2014) che sarebbe “fuori da ogni logica di ragionamento” la contestazione del fatto che nella commissione incaricata di selezionare le imprese alle quali affidare l’appalto dei lavori “c’erano persone che avrebbero utilizzato l’ospedale, cosa che è al di fuori di ogni logica di ragionamento.

La risposta. Rossi ha ringraziato l’interrogante per il question time che gli offre la possibilità di precisare il suo pensiero: le mie osservazioni non sono sulle sentenze, bensì su come sono fatte le norme nel nostro paese rispetto al tema degli appalti pubblici, “fuori da ogni regola di ragionamento”. Le norme sono allucinanti perché l’interesse pubblico che sta alla base di poter fare ricorso deve essere tutelato al massimo livello. C’è un fortissimo buco nella normativa che ho denunciato più volte ai Ministri Lupi e Delrio e che qui confermo e non sto commentando nessuna sentenza, non sto addossando la colpa a nessun giudice, bensì commento le norme.

La replica. I miei sono contenuti politici, ha ribadito Borga e appare gravissimo che la Pat abbia proseguito sulla strada dell’appalto pur avvisata del fatto che sarebbe stata in contrasto con le norme. Il sistema allucinante è il decreto approvato dalla Provincia di Trento, ha aggiunto e prima di parlare della Catalogna sarà meglio guardare in casa propria.

Il Presidente Rossi per fatto personale è intervenuto a ribadire di non aver mai addossato la colpa alla magistratura o ai giudici: non commento sentenze, ma norme e qui lo ripeto. Si può criticare tutto, ma non approfittare per fare affermazioni in malafede, false e prive di fondamento.

Giacomo Bezzi (FI):

Si aggiunga un altro vagone alla Trento-Malè troppo sovraffollata

Considerato il sovraffollamento insostenibile dei passeggeri a bordo del treno della Trento Malè in partenza da Trento alle 12.02, problema evidenziato da una lettera di una ragazza della Val di Sole scritta anche a nome degli studenti fruitori della tratta Cles-Mezzana, Bezzi sollecita la Giunta a dare una risposta chiara alla richiesta di aggiungere un altro vagone all’unico utilizzato per questa corsa per consentire un utilizzo dignitoso di questo servizio pubblico.

La risposta. L’assessore Gilmozzi ha confermato quanto descritto dall’interrogante. La questione è in corso di studio e si sta ragionando sulla messa a disposizione di corse in autobus di rafforzo e sul combinare meglio le corse dei treni. Al momento, non può purtroppo essere istituto il treno in composizione doppia.

La replica. Capisco le dinamiche dell’esercizio, però vorrei pregare l’assessore, oltre a introdurre il trasporto su autobus, di studiare seriamente il servizio per garantire una sufficiente presenza di elettrotreni: abbiamo prolungato la tratta e ora dobbiamo istituire corse su gomma? Questo è assurdo e fuori dalla filosofia degli investimenti realizzati.

Alessio Manica (PD)

Valle dei Laghi la Pat interverrà per riaprire il teatro?

Il consigliere ha chiesto alla Giunta se sia è conoscenza della chiusura del Teatro della Valle dei Laghi e se sia stata valutata la possibilità, eventualmente in quali tempi, di aiutare finanziariamente la Comunità di valle per sostenere le spese di adeguamento della strutture alle norme sulla sicurezza.

La risposta. L’assessore Carlo Daldoss ha segnalato che la Giunta non era stata informata preventivamente della chiusura del teatro e aggiunto di aver saputo dalla Comunità Valle dei laghi della necessità di accertare la sicurezza antincendio della struttura. Daldoss ha evidenziato che le disponibilità finanziarie sono già in possesso della Comunità perché l’opera rientra nel fondo strategico già sottoscritto. L’auspicio è che l’ente individui al più presto l’impresa per effettuare i lavori.

La replica. Manica, soddisfatto della risposta, ha ribadito l’importanza del teatro, oggetto di investimenti per diversi milioni di euro e la cui riattivazione non interessa solo la valle dei laghi.

Mario Tonina (UpT)

Cosa si intende fare per il traffico sulla Gardesana?

Il consigliere ha chiesto alla Giunta quali iniziative intende prendere per rendere più fluido il traffico nel tratto della Gardesana occidentale che va da Cadine al viadotto di Montevideo a Trento per il traffico che, specie nelle prime ore del giorno, proviene dalle Giudicarie, dall’Alto Garda e Ledro.

La risposta. L’assessore Gilmozzi ha risposto che in ottobre il Comune riaprirà la viabilità da Piedicastello verso la tangenziale risolvendo in parte in problema della rotatoria. Inoltre si sta predisponendo un progetto di canalizzazione su tre corsie nel raccordo con la rotatorio con via Berlino per fluidificare il traffico verso l’area Zuffo. La realizzazione è prevista entro novembre. Con queste due misure la fluidificazione del traffico dovrebbe tornare più che accettabile.

La replica. Tonina ha ringraziato per le informazioni, confermando che anche questa mattina ha impiegato un’ora per entrare a Trento da quella direzione.

Nerio Giovanazzi (AT)

Si farà la pulizia dell’alveo del fiume Sarca?

Il consigliere ha chiesto alla Giunta se sono stati programmati interventi di pulizia dell’alveo a monte del ponte del Gobbo, sul fiume Sarca, nel tratto che va fino a Pietramurata perché vista la presenza nel corso d’acqua di numerosi alberi d’alto fusto, si evitino, nel caso di forti piogge autunnali, eventi calamitosi come quello del 1960. Un evento ancora presente nella memoria degli abitanti di Pietramurata e che venne causato dalla formazione di una diga naturale costituita da piante presenti lungo l’alveo. Giovanazzi ha segnalato che anche i sindaci, come quello di Arco, stanno manifestando preoccupazioni per questo pericolo incombente.

La risposta. Il presidente Rossi ha ringraziato Giovanazzi perché gli uffici della Pat hanno confermato che in quel tratto del fiume serve oggi un intervento più incisivo. Per due questioni: la sicurezza e la situazione paesaggistico-ambientale. Anche gli alvei dei fiumi è in atto un cambiamento della valutazione paesaggistico-ambientale che ci consentirà di intervenire anche per garantire la sicurezza.

La replica. Soddisfatto, Giovanazzi ha osservato che il verde nell’alveo dei fiumi rimarrà sempre, perché si riproduce rapidamente. Inoltre poiché l’acqua è vita, i cittadini devono avere la possibilità di avvicinarsi ai fiumi come questo che non vanno quindi tenuti nascosti.

Pietro De Godenz (UpT)

Punto nascite cosa si vuol fare per riaprirlo?

Il consigliere ha chiesto all’assessore Zeni cosa intenda fare per giungere finalmente ad una soluzione per permettere all’ospedale di Fiemme e Fassa di riaprire sulle 24 ore sette giorni su sette il Punto nascita e la garanzia, in piena sicurezza, dei servizi medici, in primo luogo pediatria, ad esso collegati.

La risposta. L’assessore Zeni ha ricordato che la Pat ha istituito un tavolo di confronto con i tecnici sanitari delle regioni interessate per elaborare e presentare al ministero una declinazione diversa del personale medico necessario. L’Apss sta proseguendo ancora nella ricerca di pediatri per l’ospedale di Cavalese. La Pat è interessata a garantire la massima continuità assistenziale attraverso professionisti di ruolo a Cavalese anche se è oggi è difficile reperire medici, il cui numero è in calo in tutta Europa. Si conferma comunque il trend in calo delle nacite anche in Fiemme e Fassa, con 141 nati (210 con proiezione su base annua) e nonostante questo il percorso nascita territoriale è garantito dall’ostetrica dedicata. Hanno aderito al percorso nascita 186 donne su 141 il che dimostra l’ottimo successo nelle due valli.

La replica. De Godenz si è detto parzialmente soddisfatto. In questi giorni dei tre concorsi promossi quello per pediatri ha visto l’iscrizione di due specialisti con i quali il punto nascite potrebbe esser riattivato. Mancano, è vero, tre ginecologi ma nell’ultimo concorso ce n’erano 19 e oggi ce ne sono uno in mobilità e uno a tempo indeterminato, per cui vi è motivo di essere ottimisti sulla riapertura del punto nascita. “Vorrei che vi fosse un po’ più di convinzione”, ha concluso il consigliere.

Gianfranco Zanon (PT):

Fronteggiare il problema dei pochi medici e specialisti in Trentino

Vista la crescente carenza nel nostro territorio sia di medici di medicina di base sia di specialisti e soprattutto di pediatri, ginecologi e anestesisti, Zanon ha chiesto quali interventi la Giunta intende realizzare per garantire che nel settore sanitario vi sia un numero adeguato di medici di base e di specialisti, anche incentivando i ragazzi trentini ad intraprendere questa professione e introducendo un corso di laurea in medicina nell’offerta universitaria del Trentino.

La risposta. L’assessore Zeni ha ricordato che dai dati rilevati con Ispat emerge che nel 2009 in Italia la media annuale di studenti trentini iscritti al corso di laurea in medicina e chirurgia era di circa 300 unità distribuiti nei 6 anni di corso, mentre con l’anno 2009-2010 tale valore ha assunto un andamento crescente fino a raggiungere nei 6 anni di corso i 675 studenti nell’anno 2015-2016, con una media di presenza femminile del 57%. Inoltre, ha aggiunto l’assessore, da anni la Pat ha adottato alcune strategie di formazione degli operatori del sistema sanitario. Eccole: finanziamento di borse di studio a favore degli studenti trentini iscritti al corso di laurea specialistica, alternative a quelle erogate dalle università e conferite tramite l’Opera universitaria di Trento, per cui sono finanziate 70 borse di studio/anno; finanziamento dei contratti di formazione specialistica aggiuntivi a favore di circa 90 medici trentini per una spesa ad anno accademico di circa 2 milioni e 400 mila euro. Quanto alle criticità evidenziate nelle specializzazioni di pediatria, ginecologia e anestesia, Zeni ha segnalato che la Pat finanzia mediamente 2 contratti aggiuntivi all’anno ed attualmente risultano in formazione 21 medici trentini, tenuti a collaborare con il servizio sanitario provinciale fino ad un massimo di due anni (di fatto oltre il 90% di tali medici viene chiamato in servizio); finanziamento dei tirocini extracurriculari presso l’Apss a favore di laureati in medicina e chirurgia abilitati, in attesa di partecipare al concorso per l’accesso alle scuole di specializzazione, per cui sono finanziati mediamente 25 tirocini/anno per una spesa massima di 60.000 euro/anno; Tariffe residenziali e di ristorazione agevolate a favore dei medici che svolgono tirocinio presso le strutture dell’Apss nell’ambito della scuola di specializzazione specifica in medicina generale; aumento del finanziamento di borse di studio aggiuntive a favore dei medici iscritti alla scuola di formazione specifica in medicina generale di Trento da 10 a 15, borsa aggiuntiva in virtù della quale il medico percepisce mediamente 25.000 euro all’anno; aumento, infine, con il 2018, dei posti banditi a concorso per l’accesso al corso triennale di formazione specifica in medicina generale attivato presso la locale scuola da 20 a 25, con previsione sui tre anni di formazione di 75 medici/anno.

La replica. Zanon ha ringraziato dei dati e ribadito la necessità di portare a Trento una facoltà di medicina esortando a ragionando in tal senso.

Walter Kaswalder (Misto):

Iniziative della Provincia sugli appalti dei servizi di pulizia che escludono le ditte trentine

La vicenda dell’accentramento degli appalti dei servizi di pulizia di tutte le strutture pubbliche del Trentino, con la suddivisione del territorio provinciale in 19 ambiti e un ammontare complessivo di 95 milioni di euro, che esclude di fatto le aziende trentine del settore, ha spinto Kaswalder a chiedere se la Giunta abbia ispirato o condiviso questa procedura, se l’esecutivo ne comprendere la “devastante portata” per le ditte locali, s e intende annullare questo sistema o comunque come intende procedere.

La risposta. L’assessore Gilmozzi ha ricordato il servizio delle pulizie sopra i 40.000 euro c’è l’obbligo di adesione per le pubbliche amministrazioni a due convenzioni, o regionali o nazionali di Consip. In questo momento in Italia risultano bandite 10 iniziative tra cui anche quelle della Provincia di Trento. Il Veneto ha un appalto da 100 milioni di euro e ha fatto un lotto. Gli unici che sono riusciti a fare 19 lotti sono la Provincia di Trento per 4 milioni di euro con l’intento di andare incontro alle piccole e medie imprese del nostro territorio in forza della clausola sociale europea. Ascolteremo le loro esigenze e poi sapremo dirvi la risposta.

La replica. Kaswalder ha chiesto se non era possibile predisporre una base d’asta più accessibile alle ditte trentine meno strutturate. A suo avviso a questo punto sarebbe opportuno promuovere una norma di attuazione che per gli appalti agevoli le ditte trentine che hanno partita Iva nel nostro territorio. Voglio vedere quante ditte trentine riusciranno ad ottenere appalti di questo tipo.

Marino Simoni (PT):

Risolvere il problema del servizio veterinario inadeguato a Primiero

 

Filippo Degasperi (M5s):

Impegni della Giunta per riorganizzare il servizio di continuità assistenziale

Sulla riorganizzazione del servizio di continuità assistenziale preannunciata dall’assessore Zeni più di un anno fa, il 29 agosto del 2016, il consigliere ha chiesto quali di questi impegni presi allora dalla Giunta un anno fa siano stati poi assolti, con che modalità e quali esiti: l’assegnazione di incarichi di continuità assistenziale per risolvere il problema del precariato; l’attivazione della loro formazione professionale; la centralizzazione delle chiamate al numero unico 116117.

La risposta. L’assessore Zeni ha precisato che nessun territorio del Trentino è privo di guardia medica nonostante gli accorpamenti, perché ci si può rivolgere o ad un ambulatorio o ottonere una visita a domicilio. Quanto al miglioramento della qualità del servizio, l’Apss ha attivato la formazione dei medici di continuità assistenziale con una serie di corsi, alcune edizioni dei quali sono previsti anche in questo mese di ottobre. Vi sono stati anche alcuni stages-tirocini e a metà e fine novembre sono previsti sempre per questi medici altri corsi su vari temi di particolare interesse. Le guardie mediche titolari oggi sono 64 titolari su 108 al primo di ottobre. I restanti 44 avranno a disposizione 47 posti per incarichi a tempo indeterminato perché nel frattempo saranno andati in pensione altrettanti operatori. Quanto alla centralizzazione delle chiamate, ha concluso l’assessore, si stanno elaborando i protocolli con la Provincia di Bolzano per attivare entro la fine del 2017 il numero unico 116117.

La replica. Per Degasperi l’unico effetto della riorganizzazione del servizio un anno dopo è la consistente riduzione del numero di guardie mediche. Quanto al numero unico, che non è a se stante, siamo quasi all’anno zero, perché non ha ancora visto la luce. Manca un anno alla fine della legislatura e vedremo quindi se trascorsi 12 mesi il risultato della gestione è lo stesso di oggi. C’è qualcosa che non funziona, ha concluso Degasperi, se dopo un anno siamo ancora al punto di partenza.

Maurizio Fugatti (Lega):

Accordi con il Veneto e la Brescia Padova per l’A31 in Trentino

Vista la recente presentazione del progetto del primo lotto dell’A31 (Valdastico) da Piovene Rocchette a Pedemonte da parte dei vertici della società Brescia Padova, nonché l’annuncio della volontà di appaltare l’opera nel 2019, il consigliere ha chiesto quali accordi la Pat ha preso con la Regione Veneto e la società concessionaria per la prosecuzione dell’arteria anche nel territorio trentino, se siano state sviluppate ipotesi di collegamento tra l’uscita nei pressi di Caldonazzo e l’A22, e se si stia tenendo in considerazione l’ipotesi di uscite alternative come ad esempio quella di Rovereto sud.

La risposta. L’assessore Gilmozzi ha chiarito che la Provincia ha attivato su richiesta del ministero l’intesa con un tavolo dedicato a quest’opera. Non ci siamo seduti al tavolo di conffronto e dopo un lungo lavoro abbiamo stilato dei verbali che sono accessibili in cui sono stati analizzati puntualmente tutti gli elementi utili. Non vi sono delle ragioni per fare un’autostrada che colleghi Vicenza con il Trentino mentre vi è un interesse reciproco a verificare un collegamento tra la Valsugana, la valle dell’Astico e Trento come strada di connessione locale e non di valore strategico. Mai un solo documento è stato firmato dalla Provincia senza richiamare che questo processo è in capo dal consiglio provinciale dopo una fase di partecipazione e di proposta che dovrà coinvolgere tutti i cittadini e confrontarsi con loro. Non vi è quindi alcun accordo, stiamo lavorando ad un’intesa ma non abbiamo ancora ottenuto alcuna risposta dal governo ed è quindi strano che vi sia qualcuno che prosegue nella progettazione di una tratta. Si tratta di forzature giornalistiche che non ci riguardano perché riguardano altri.

La replica. Fugatti ha replicato trovando “strano che si appalti un’opera per poi fermarsi a Pedemonte”. Secondo il consigliere l’assessore sta cercando diplomaticamente di sviare l’attenzione dal fatto che alla fine la Provincia quest’arteria dovrà farla. E ha aggiunto che tempo fa si metteva sempre in relazione la concessione per l’A22 alla realizzazione della Valdastico. “Non vorrei – ha concluso – che le notizie di questi giorni sulla concessione sull’A22 siano dovute alla poca chiarezza della Provincia di Trento sul completamento della Valdastico”.

Walter Viola (PT):

La Giunta fornisca i dati sulla carenza dei medici in Trentino

Viola ha chiesto i dati in possesso dell’assessore sulla sensibile riduzione del numero dei medici sia di medicina generali sia specialisti che nei prossimi anni interesserà la nostra provincia, e di chiarire le strategie di azione per fronteggiare il problema.

La risposta. L’assessore Zeni ha ricordato come l’età della classe medica in Europa sia mediamente molto elevata e che è molto rilevante il numero di chi scegli di andare in pensione a 70 anni. In provincia di Trento i dati al 31 dicembre 2016 mostrano che l’età della maggior parte dei medici superi i 55 anni. Zeni ha poi riproposto i dati sui finanziamenti già evidenziati nella sua risposta al question time del consigliere Zanon

La replica. Viola ha sottolineato che le criticità sulla carenza dei medici non sono poche e che occorre investire sulla medicina territoriale che è di fondamentale importanza e va rinforzata, specie nelle aree poco ambite dai medici e dove la copertura dei servizio è scarsa.

Marino Simoni (PT):

Risolvere il problema del servizio veterinario inadeguato a Primiero

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