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Shoah, Mattarella: “Sta a noi impedire che quel che di così turpe è avvenuto si ripeta” (VIDEO)

«Sta a noi impedire che quel che di così turpe è avvenuto si ripeta»

NordEst – La cerimonia è stata condotta dall’attrice Eleonora Giovanardi, che ha letto brani di Aharon Appelfeld, Yitzhak Katzenelson, e Nedo Fiano. Gli artisti Claudio Cavallaro e Massimo Spada hanno eseguito musiche di Mendelssohn, Andy Statman e Castelnuovo-Tedesco.

Nel corso della celebrazione, aperta dalla proiezione di un filmato dal titolo “Il Giorno della Memoria”, realizzato da Rai Cultura, sono intervenuti Eraldo Affinati, scrittore e insegnate, e la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni; Sami Modiano, sopravvissuto all’Olocausto, ha portato la sua testimonianza e alcuni studenti hanno intervistato la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.

La cerimonia si è conclusa con il discorso del Presidente della Repubblica. Erano presenti i Presidenti del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati e della Camera dei Deputati, Roberto Fico e il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte.

Prima della Cerimonia il Capo dello Stato e la Ministra dell’Istruzione, si sono collegati in videoconferenza con le scuole vincitrici del concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah”.


Shoah, altri approfondimenti per non dimenticare (AUDIO)

Comunità ebraica, Dureghello, a Radio 24: “I suprematismi ultima frontiera dell’antisemitismo” – “Accuse ad Israele dimostrano che non si vuole accettare come modello” – “No alla paura, sì al coraggio, no alla retorica sulla Shoah”. In occasione della giornata della Memoria, la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, risponde a Elisabetta Fiorito di Radio 24 sull’importanza del ricordo e sui pericolo attuali dell’antisemitismo.


Shoah, Savoia. Di Segni, Il rabbino capo di Roma, a Radio 24: “Non si possono perdonare danni fatti da altri, la responsabilità è personale”. Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, risponde a Radio24 sulla questione del perdono, sollevata da Emanuele Filiberto per la firma delle leggi razziali da parte del bisnonno Vittorio Emanuele III. Pur non nominando mai l’erede di casa Savoia.

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