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A Mezzano Romantica debutta la “Sedia Rossa”: volti ed emozioni, con un borgo nel cuore

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A Mezzano è tutto reale e romantico. Una semplice sedia rossa, verrà posizionata di volta in volta nei suoi angoli più suggestivi. Se i turisti la troveranno, basterà suonare la campanella appoggiata sul suo sedile e una persona del paese arriverà per aiutare il turista di passaggio per le vie del borgo

La sedia rossa di Mezzano nelle foto di Ruggero Alberti

 

Mezzano (Trento) – Scoprire un borgo grazie alle sue genti, ai racconti, sfogliando un libro dei ricordi che si farà via via sempre più intenso. Dare informazioni, raccontare la storia, svelare curiosità e aneddoti, indicare dove poter trovare prodotti tipici e lavorazioni artigianali, ma anche dove poter dormire e mangiare, quali sentieri percorrere per salire in malghe o rifugi, quali attività sportive praticare o dove trovare l’animazione per i bambini.

Tutto questo e molto di più, sarà l’originale iniziativa di Mezzano Romantica 2019. Un’esperienza tutta nuova, che invita i turisti a spegnere per un momento lo smartphone, guardando negli occhi chi si incontra per la prima volta.

Come avveniva un tempo, tra gli avvolti dello storico borgo di Primiero, tra le Dolomiti, nel Trentino orientale.

Sono anziani, ragazzi, donne, artigiani

Con l’autenticità e l’immediatezza che solo il racconto diretto sa dare, condividono con gli ospiti la propria vita e le proprie conoscenze, li consigliano come potrebbe fare un amico affinché possano godersi al meglio la loro permanenza a Mezzano, sia una visita di qualche ora, oppure un rilassante periodo di vacanza. Realizzata a mano, con il sedile impagliato, la sedia è stata dipinta di rosso, il colore simbolo dell’amore, non solo per riprendere la tinta del logo dei Borghi Belli d’Italia, ma anche e soprattutto per ricordare che a Mezzano tutto si fa con il cuore e che il romanticismo è nella sua natura. Rimasto tenacemente aggrappato alle sue radici, alle sue architetture, alle tradizioni di un popolo fiero, fortificato dalla vita dura di montagna, ha infatti trasformato in arte le tradizioni e in storie da raccontare i ricordi delle vite contadine di pochi decenni fa, all’apparenza così lontane, che eppure fanno parte della sua realtà odierna. Oggi Mezzano è l’angolo romantico e suggestivo del Primiero, un borgo in cui l’amore per le persone e per la propria terra ha saputo resistere alla follia della corsa in cui è coinvolto il mondo contemporaneo.

Le sedie rosse

Compariranno a sorpresa durante i fine settimana, a partire dal 29 giugno. Può darsi però che le si possa trovare anche negli altri giorni, ad indicare che qualche abitante di Mezzano è a disposizione dei turisti per dare informazioni e condividere racconti…Così, semplicemente, come si fa quando si passa a casa di un amico senza preannunciarsi. Particolarmente coinvolgenti sono i racconti degli anziani, testimoni unici dei tempi passati e depositari di storie che la loro narrazione contribuisce a salvare dall’oblio.

Coordinati dal Comune, che ha ideato il progetto – uno dei tanti individuati anche grazie alla collaborazione di Progetto Turismo e Hotel Klinik di Trento, i volontari raccontano ai turisti di come Mezzano abbia fatto della riscoperta e valorizzazione delle sue radici contadine il proprio portabandiera e li invitano alla visita di Cataste&Canzèi, museo en plein air unico nel suo genere, che inanella in un inconsueto percorso una trentina di cataste artistiche di legna, nate dalla tradizione della gente di montagna di accatastare in bell’ordine la scorta di legna: la fisarmonica in tensione che pare una stella, la clessidra chiusa tra sole e luna a segnare il trascorrere del tempo, la grande parete che ricorda l’alluvione che colpì il paese nel 1966, gli uomini intenti a tagliare l’albero, la catasta instabile che cede a un coreografico crollo…

L’itinerario artistico

Si snoda tra installazioni spettacolari, divertenti, evocative, tocca i punti più caratteristici del paese e le opere sono inserite tra i segni sparsi della vita rurale (percorsi d’acqua e fontane, orti, architetture, dipinti murali e antiche iscrizioni), ancora oggi orgogliosamente mostrati ai visitatori: lungo il percorso si scorgono anche le cataste che le famiglie preparano per l’inverno. Ogni canzèl è un piccolo capolavoro di perizia e attenzione, nello spirito parsimonioso di chi abita i paesi di montagna, ma anche una vivida e cangiante tavolozza nelle calde tinte del legno che colorano le vie di Mezzano.

Il passato altrove dimenticato, a Mezzano non si limita a sopravvivere, ma è vivo, si fa presente. Un bell’esempio di come si riescono a valorizzare anche le cose più semplici. E a condividerle con i turisti, sempre più alla ricerca di esperienze, emozioni, autenticità.

 

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