NordEst

Sci, Innerhofer podio di bronzo

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Christof Innerhofer ha vinto la medaglia di bronzo nella discesa libera ai mondiali di sci di Garmisch-Partenkirchen. L’oro e’ andato al canadese Eric Guay, argento allo svizzero Didier Cuche.
Dopo l’oro in Supergigante arriva per l’Italia anche il bronzo in discesa: due medaglie portate da un solo atleta, l’altoatesino Christof Innerhofer. E’ lui il vero uomo-jet di questi Mondiali di Garmisch-Partenkirchen, e’ lui lo sciatore piu’ veloce di Gap 2011, come i tedeschi chiamano la loro competizione iridata. ‘Inner’ sui 3.330 metri della pista Kandahar 2 e’ stato protagonista di una impresa eccezionale, perche’ si e’ gareggiato in condizioni completamente diverse rispetto a mercoledi’ scorso, quando vinse l’oro in SuperG: condizioni a lui solitamente non favorevoli, anzi ostiche.
 
Tanto che alla vigilia, con una caldo primaverile regolarmente sopra gli 8 gradi, i tecnici azzurri avevano la faccia lunga e preoccupata. Ma quando un atleta e’ un vero campione, quando ha la mente sgombra per aver gia’ vinto un oro, quando ha intelligenza tattica, e’ proprio allora che gli arriva un pizzico di necessaria fortuna e si superano pure i malanni fisici, come le due linee di febbre ed il principio di influenza che ieri pomeriggio avevano colpito Innerhofer. ‘Ho dimostrato che l’oro di mercoledi’ non l’ho vinto per caso e che so andare bene anche sulla neve morbida’, ha commentato ultrafelice Christof, 26 anni, a fine gara dando subito la chiave di lettura di questa discesa.
 
Mercoledi’ in Supergigante, infatti, la Kandahar era quasi ovunque un lastra di ghiaccio con un fondo massacrante pieno di dossi e su cu gli sci sbattevano all’impazzata. Il terreno ideale per Innerhofer, che ama questi fondi durissimi e queste curve spaccagambe, come sulla Stelvio di Bormio, dove vinse due stagioni fa (unico azzurro a riuscirci) ed e’ arrivato terzo alla fine dello scorso dicembre. Una pista tanto dura, la Kandahar, che molti concorrenti avevano protestato vigorosamente: anche perche’ 3.330 metri sono tanti e le trappole del tracciato erano sistemate anche nell’ultimo mezzo chilometro. Cosi’, per renderla meno difficile, i tecnici Fis giovedi’ avevano ‘limato’ l’ultimo grande salto e smussato la gran pate dei dossi del tratto finale.
 
Complici anche interruzioni per cadute ed un fondo che si deteriorava progressivamente, gli atleti partiti dopo – molti sono arrivati sfiniti altri andando a sbattere violentemente contro i materassi di protezione – si sono ritrovati una pista sempre piu’ molle, piu’ lenta e decisamente piu’ faticosa da sciare.
 
L’oro e’ andato al canadese Erik Guay, partito con pettorale 10, che ha cosi’ riportato nel suo Paese il titolo che due anni fa in Val ‘d’Isere aveva vinto John Kucera. L’argento – ancora un argento, come due anni fa – e’ andato a Didier Cuche, lo svizzero dominatore della stagione ed autore di una grandissima gara nonostante il pettorale 18. Fosse sceso prima, non ce ne sarebbe stato per nessuno. Il resto della squadra azzurra e’ andato come doveva andare e come i tecnici temevano su una pista come questa: Peter Fill 14/o, Dominik Paris 20/o e Werner Heel 22/o. Hanno compiuto comunque il loro dovere. Miracoli non sono riusciti a farli: quelli li fa solo Innerhofer.
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