Nessun problema per la viabilità principale, galleria inclusa. La frana lungo la Valle dello Schenèr, nel comune di Sovramonte (Belluno) interessa la ciclabile e il territorio sottostante, per rischio crolli. Nonostante il divieto si segnalano ancora alcuni transiti di mezzi e bici. Divelta anche la telecamera a lato galleria (foto in basso). L’invito degli esperti è a rispettare il divieto, in un territorio non nuovo a simili eventi
di Ervino Filippi Gilli
Primiero/Sovramonte (Trento/Belluno) – E’ di alcuni giorni fa la chiusura della pista ciclabile esterna alla galleria “Pontet-Cortella” causa frana in atto. In data 24 marzo il Sindaco di Sovramonte, Federico dalla Torre, competente territorialmente, ha emesso un’ordinanza con la quale si vieta non solo il transito sulla ciclabile ma anche su tutto il versante sinistro del Cismon, dal torrente alla cresta delle montagne per nuovi possibili smottamenti.
La frana di cui si discute in questi giorni, localizzabile tra l’imbocco e le finestre della prima galleria che si incontra dopo la diga di Val Schenèr scendendo verso Feltre, è il tipico crollo in parete rocciosa favorito sicuramente dall’azione del gelo/disgelo che ha allargato alcune crepe preesistenti destabilizzando parte dell’ammasso roccioso. Analizzando sommariamente la frana, larga una trentina di metri, si vede come una parte sia già crollata nell’alveo del Cismon e come quella restante – che è pericolante – interessi un tratto della pista ciclabile esterna alla galleria. Stante la situazione attuale la riapertura della ciclabile resta un punto interrogativo.
Che la roccia affiorante lungo la Valle dello Schenèr sia instabile è cosa nota da tempo: chi in periodo primaverile od autunnale non ha mai trovato qualche sasso sulla carreggiata stradale?
La storia della strada dello Schenèr
E’ costellata di eventi franosi: mi piace ricordarne alcune, tra cui quella dell’agosto 1963, una delle più grosse successe in vicinanza all’attuale dissesto. Il corrispondente del quotidiano Alto Adige così la descriveva: “Una di enormi proporzioni, staccatasi improvvisamente dal fianco della montagna, ha ostruito, distruggendola per un tratto, la strada che allaccia Imer a Fiera di Primiero.
Per un vero miracolo, un’automobile sulla quale viaggiava un commerciante di Bassano del Grappa non è stata seppellita e schiacciata dai macigni rotolati dalla montagna. L’automobile però è rimasta seriamente danneggiata da una pioggia di sassi che fortunatamente non hanno ferito il conducente.
La frana si è rovesciata sulla strada dello Schenèr, in località “Port” pochi minuti prima delle nove. A determinarla è stata la pioggia caduta abbondantemente nella zona di Primiero : l’acqua si è infiltrata fra le rocce scalzandole. Il franamento si è registrato in due tempi. L’intervallo fra l’uno e l’altro è stato di pochissimi minuti, poi un lungo tratto di strada è stato letteralmente maciullato da decine di metri cubi di macigni e sassi che in parte sono rotolati con assordante fragore sul fondovalle, nel greto del torrente Cismon. A precipitare, per primo, è stato un enorme masso, un parallelepipedo di roccia compatta che, accompagnato da una pioggia di sassi, è slittato a pazzesca velocità lungo i dirupi della montagna piombando sul tratto di strada.”
La località Port, per chi non la conoscesse, è situata a circa metà percorso della galleria dopo il bivio per l’ex strada militare della Cortella. Sempre in zona, lungo quest’ultima strada, nel dicembre 1962, una frana importante aveva messo in apprensione in quanto sembrava che una Fiat 500 stesse transitando nel momento del crollo.
Il corrispondente de L’Adige spiega che “La rotabile è interrotta sotto una coltre di roccia alta oltre 8 metri, per una lunghezza di 100 metri. Altri blocchi sono caduti nella forra del Vanoi che corre un centinaio di metri sotto la strada. I carabinieri e i vigili di Canal S. Bovo sono sul posto per accertare se la frana abbia provocato delle vittime”.
Sempre nell’agosto 1963 in località Fontane nei pressi di Ponte Serra ad una settimana di distanza dalla frana del Port: “La morte è passata vicinissima a due persone, sedute tranquillamente a bordo di una 1100 nuovissima, con appena quindici giorni di immatricolazione che da Caoria stava dirigendosi verso Feltre. Li ha sfiorati un macigno di rispettabili proporzioni che pur colpendoli non li ha centrati in pieno per una frazione di secondo e per questioni di centimetri. Un colpo di acceleratore in più e i due automobilisti si sarebbero trovati fuori tiro. La sorte ha disposto altrimenti.
A bordo della 1100 si trovava il capo centrale di Caoria Osvaldo Cecco di anni 38 che aveva preso a bordo, in qualità di passeggera la signora Bruna Taufer, di anni 35, nativa di Caoria, ma residente a Bassano del Grappa. Arrivati in località “Fontane”, nei pressi di Ponte Serra, dalla parete che sovrasta la strada si è staccato, allentato dalle recenti piogge, un macigno di notevoli proporzioni il quale ha centrato in pieno la capote dell’automobile perforandola con irrisoria facilità. Il sasso ha poi colpito di striscio il guidatore al capo e per un pelo l’uomo non ha perduto il controllo della guida: analoga, dolorosa sorte è toccata alla signora”. (Articolo comparso su L’Adige)
Le ultime tre frane degne di menzione sono quelle avvenute negli anni Duemila: la prima nel 2006 che ha interessato lo sperone roccioso su cui si imposta lo scarico della diga di Val Schener, la seconda in data 16 dicembre 2008 era avvenuta nel tratto tra Ponte Serra e Ponte Oltra ed aveva anch’essa portato all’interruzione della strada statale, la terza è quella che il 23 maggio 2010 porterà alla chiusura definitiva della strada della Cortella.
Le frane più recenti
Tra gli altri eventi più recenti, da segnalare in zona, ricordiamo:
- Il crollo della Cortella sul versante del Vanoi nel 2010
- La recente chiusura dello Schenèr durante l’emergenza Vaia nel 2018
- Massi sullo Schenèr nell’estate 2019
Come si vede non è la prima (e sicuramente non sarà l’ultima volta) che la principale direttrice da e per il Primiero viene interrotta. Punti “fragili” ne esistono parecchi.
Due solo per citare i principali: un grosso diedro che incombe sulla strada dopo lo sbocco della galleria di Val Rosna e prima delle Moline, le fratture negli ammassi presenti nei pressi della galleria a valle della Centrale di San Silvestro; senza dimenticare il tratto tra Ponte Oltra e Ponte Serra in cui, si spera, prima o poi dovrebbe essere realizzata una nuova galleria. Ma questa è un’altra storia.
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Alcune immagini della zona