Convegno del Corecom al Muse: scenari nazionali e locali. La nuova legge provinciale e le nuove sfide per piccoli e grandi editori
Trento – Il ruolo dell’informazione locale e l’importanza di ripensare il sistema alla luce delle impattanti trasformazioni mediali sono stati oggetto di un confronto pubblico stamane, nell’ambito della Conferenza provinciale dell’informazione, promossa dal Corecom (Comitato provinciale per le comunicazioni) presso la sala conferenze del Muse.
La prima edizione di questo importante momento di valutazione, introdotto con cadenza annuale dalla legge provinciale 18/2016, ha spiegato il Presidente del Corecom Carlo Buzzi, ha il duplice obiettivo di riflettere sul ruolo dell’informazione e di raccogliere consigli, suggerimenti ed eventuali correttivi per migliorare la norma vigente, approvata nel febbraio scorso, che prevedeva interventi di promozione dell’informazione locale.
L’appuntamento si è svolto in due momenti, con una prima parte dei lavori affidata ad esperti per inquadrare i problemi dell’informazione in un contesto di grande fluidità e un secondo modulo riservato al dibattito di alcuni degli attori del sistema trentino, coinvolti dalla legge provinciale.
Le conclusioni, alla politica, con un confronto tra l’assessore Carlo Daldoss e il consigliere provinciale Claudio Civettini. “Il tema dell’informazione è delicato perché è collegato alla democrazia – ha detto Daldoss – la corretta conoscenza dei fatti è un elemento fondamentale di civiltà e di libertà, tanto più in un sistema autonomistico come il nostro”.
Ha introdotto la prima parte dei lavori Bruno Dorigatti, Presidente del Consiglio provinciale organismo presso il quale il Corecom è incardinato. Dorigatti ha posto l’accento sulla grave crisi attraversata dal settore dell’informazione e quello che ha definito “un momento storico cruciale in un momento di difficoltà per l’intero paese”. Nella nostra realtà, la riflessione a suo avviso va svolta considerando il particolare ordinamento autonomistico, tentando di porsi, anche nel campo della comunicazione, in una prospettiva dialettica, di proposta ed innovazione, che coinvolga anche l’università.
L’apertura dei lavori
Ivana Nasti, direttrice dell’Ufficio rapporti Corecom-Agcom si è interrogata sui problemi dell’informazione nella società iperplurale. Il giornalismo non è più l’unica fonte d’informazione e accanto alle fonti professionali si sono aggiunte fonti non professionali: “il web”, ha osservato, “moltiplica spazio e voci, dando da una parte valore a nuove istanze -e questo è il valore aggiunto- e rappresentando però anche una potenziale minaccia”. Ecco perché c’è bisogno di un ripensamento del sistema, anche attraverso la produzione di nuove norme.
Mario Morcellini, Commissario Agcom, riflettendo su quello che è accaduto in Italia dal 1993 ad oggi, allorché ci fu un vero e proprio cambio di segno nella comunicazione ha parlato di “crisi dei punti di riferimento”: si è arrestata l’arroganza della televisione che ha reso facile e acritico l’avvento del digitale. Questo ha portato ad un processo di europeizzazione degli italiani, alla divaricazione sconveniente tra pubblici adulti e giovani ed alla scoperta di un rinnovato ruolo dei consumi culturali detti “di qualità” come cinema, libri, teatro.
Riccardo Grassi, direttore di ricerca SWG,ha affrontato l’argomento dal punto di vista dei fruitori, fotografando le modalità informative dei trentini nel mondo dell’iperinformazione, dove si fatica a comprendere la significatività della notizia. In Trentino reti nazionali e locali mantengono una forza notevolissima rispetto ai trend nazionali, così come si registra una maggiore tenuta dei quotidiani locali. Per informarsi sui temi di cronaca e di politica l’88% degli intervistati utilizza lo strumento televisivo e il 68% i quotidiani cartacei (per le notizie che riguardano il Trentino il 77% si informa tramite la tv mentre il 74% si affida ai quotidiani). Si assiste anche da noi, tuttavia, ad un ampio divario tra giovani ed adulti, che conservano due distinti modelli di accesso all’informazione, originando un netto dualismo.
Il 25% degli intervistati non utilizza internet mentre il 75% ne fa ricorso con frequenza. Di quel 25% gli under 25 sono il 4% sono e gli over 65 il 52%. Lo strumento privilegiato per la navigazione è lo smartphone, al secondo posto il computer da casa. Interessante, per inquadrare il dualismo giovani adulti, il dato sull’iscrizione ai social network: La popolazione si distingue in un 43% di soggetti non iscritti e un 57% di soggetti iscritti a qualche servizio di messaggistica. Nel primo segmento il 76% sono over 65, nel secondo il 94% sono under 25. Tra tutti i social a farla da padrone è Whastsapp, seguito da Facebook, Messenger, Skype, Youtube, Instagram e Twitter.
Ha chiuso la prima parte degli interventi Francesco Diasio, segretario generale di World Associacion of Community Radio Broadcasters, che si è interrogato sull’emittenza locale in termini di interesse pubblico e sostenibilità, illustrando i modelli di radio ed emittenza comunitaria, fortemente articolata nei paesi in via di sviluppo, che svolgono un ruolo d’informazione di prossimità e di emergenza, un ruolo strategico ed utile anche nella salvaguardia delle lingue locali.
Il dibattito finale con gli editori locali
Durante il dibattito finale, particolarmente incisivo si è rivelato l’intervento Fabrizio Franchi, Presidente dell’Ordine dei giornalisti, si è espresso positivamente rispetto alla legge del febbraio scorso, “perché la situazione è drammatica e qualsiasi forma di aiuto non può essere che accolta con favore”.
Tuttavia, Franchi ha aggiunto di avere qualche riserva perché nell’elenco delle testate vengono meno due presupposti irrinunciabili, l’occupazione e la deontologia professionale. Sulla questione servizio pubblico il Presidente dell’Ordine si è detto d’accordo con Angeli e Demarchi: la politica deve affrontare la questione.
I tre quotidiani da soli coinvolgono 150 famiglie e la crisi del settore deve essere trattata alla stregua di quella di una qualsiasi azienda. Quanto ad Athesia e all’acquisizione di Trentino e Alto Adige, Ebner fa il suo mestiere, ha detto Franchi, ma se dovesse rientrare nei suoi progetti anche il quotidiano l’Adige, crediamo davvero che non andremo verso l’accorpamento? Questo sarebbe un dramma per i giornalisti, per l’informazione e anche per la politica.
Modifiche in arrivo e una proposta da inserire nel bilancio
Infine, hanno tirato le fila del confronto i due rappresentanti politici Carlo Daldoss e Claudio Civettini. L’esponente della Civica trentina ha illustrato brevemente il proprio intervento legislativo di modifica alle norme vigenti che interviene a sostegno dell’occupazione, prevedendo che la politica predisponga misure e specifiche forme di sostegno finalizzate a far crescere, in termini di posti di lavoro e non solo, il mondo dell’informazione.
Civettini ha inoltre lanciato la proposta, che sarà formalizzata nella discussione del prossimo bilancio, che la Provincia si faccia carico dei ripetitori per l’emittenza televisiva, similmente a quanto fa per gli impianti di risalita. “Una proposta che merita attenzione”, ha replicato Daldoss, “che va approfondita e che mi prendo l’impegno di rappresentare al Presidente Rossi”. L’assessore, nel ribadire l’importanza di sostenere la democraticità del sistema dell’informazione, ha confermato la necessità di una riflessione attenta, che non può prescindere dalla realtà: “il decisore pubblico deve avere la capacità di astrarsi dalla medianità del panorama generale, tenendo presente il contesto territoriale”.