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Riforma Gelmini, Via libera alla Camera: a Trento occupata Sociologia

Sociologia occupata a Trento – Una facoltà storica per le rivolte del ’68 quella di Trento, che nel giorno dell’approvazione alla Camera della riforma Gelmini, fa sentire la propria voce.

Da martedì sera la facoltà di Sociologia dell’Università di Trento è occupata. Si estende così anche in Trentino la protesta degli studenti contro la riforma Gelmini, che ha sconvolto l’Italia con cortei e manifestazioni di ogni genere.

A Trento, la mobilitazione era iniziata martedì mattina alle 11 e dopo un corteo per le vie dalla città è culminata con l’assemblea, dalla quale si è  arrivati all’occupazione.

Comprensione dal preside Bruno Dallago che ha commentato: "È una protesta condivisibile. La riforma Gelmini è sbagliata perché rischia di penalizzare le università di qualità".

Il via libera alla Camera – 
I voti a favore sono stati 307, quelli contrari 252 e 7 gli astenuti. Decisivo l’appoggio annunciato dei finiani. Gelmini: ‘Uno dei fatti più importanti della legislatura’. Per il Governo due ko in aula.

La riforma al Senato – Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha già convocato per giovedì 2 dicembre alle 10 una nuova riunione dei capigruppo per un ulteriore esame del testo del ddl di riforma universitaria al fine di calendarizzare l’iter del provvedimento.

‘L’approvazione della riforma dell’Università – ha affermato il presidente del Consiglio Berlusconi – è un altro obiettivo raggiunto dal governo del fare. E’ la dimostrazione che l’esecutivo prosegue nella sua azione riformatrice, mantenendo gli impegni presi con gli italiani". "Con la riforma – ha spiegato – si dà un colpo mortale a parentopoli. Non potranno infatti partecipare ai concorsi i parenti fino al quarto grado. I rettori non saranno più a vita, ma solo per sei anni. Le Università saranno costrette a non sprecare più le risorse pubbliche. La riforma dell’università è il sesto punto del programma – ha ricordato il premier – che il governo ha già realizzato’.

Soddisfatta anche il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini che vede l’ok al ddl come ‘uno dei fatti più importanti della legislatura, spiace solo – afferma – averlo fatto in un clima di tensione sociale. Ma la riforma era indispensabile e urgente". La legge, spiega, porta "cambiamenti importanti di cui il Paese ha bisogno per valorizzare le sue eccellenze. Ho il massimo rispetto per chi protesta, ma i toni utilizzati oggi sono stati eccessivi alla luce dei contenuti veri della riforma: sfido chiunque a trovare un solo articolo che non metta al centro gli studenti, la buona ricerca e la buona università’.

Decisivo per l’approvazione del testo è stato l’appoggio dei finiani. Futuro e Libertà ha infatti votato sì al testo presentato dal governo "perché ne ha condiviso e in gran misura ispirato le linee di fondo", ha affermato Benedetto Della Vedova durante le dichiarazioni di voto in aula alla Camera. Il vice presidente vicario del gruppo ha sottolineato che grazie all’azione di Fli "sono state inserite delle risorse senza le quali la riforma sarebbe stata una scatola vuota". Infine, il preannuncio di sfiducia: "Abbiamo fatto tutto questo – ha aggiunto – anche se il governo non ha più la nostra fiducia".

Appoggio scontato quello di Pdl e Lega. Il Carroccio, ha affermato alla Camera il presidente dei deputati leghisti, Marco Reguzzoni, vota con convinzione la riforma Gelmini che "non promette la Luna, ma migliora gli atenei. L’alternativa non è tra questa riforma e una situazione ideale, ma tra la riforma e l’università attuale, fatta di precari, lontana dalle imprese e che non premia il merito". Sì anche dall’Mpa e di Noi Sud.

Astensione invece per l’Api di Francesco Rutelli perché, ha chiarito Marco Calgaro, "l’atteggiamento di fondo di questo governo è un macigno non rimosso” che di fatto "penalizza il diritto allo studio".

Riforma bocciata dal Pd con Dario Franceschini che al termine del suo intervento incassa un lungo applauso. “Le migliaia di studenti che stanno manifestando in tutta Italia – ha osservato il capogruppo Pd – non hanno alle spalle nessun partito e nessun sindacato, hanno fatto tutto spontaneamente. Le riforme vere si fanno sempre con l’ascolto e la concertazione e le proteste si cerca di capirle e non le si liquida con slogan sprezzanti. E’ solo uno slogan parlare di lotta contro baroni e di merito. Pretendete di chiamare riforma – attacca il capogruppo – quello che è solo un elenco di tagli" col risultato che l’università pubblica va in degrado e "chi ha soldi va in quelle private".

Voto contrario anche dall’Udc. Lo ha annunciato in aula Luisa Capitanio Santolini parlando di "una riforma sbagliata" frutto di "una prova di forza di un governo che così dimostra tutta la sua debolezza".

"Una truffa colossale". Con parole durissime Antonio Di Pietro ha annunciato il no dell’Idv, al ddl. "E’ una truffa e non una riforma che dimostra che la Gelmini è un ministro ‘salva baroni’. Lei – attacca Di Pietro – è una bugiarda e come il suo padrino politico, Silvio Berlusconi, ripete le stesse menzogne come una trottola, tanto che alla fine si convince che siano cose vere". Rivolto poi al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti ha incalzato: "Lei è il vero artefice dell’obbrobrio legislativo che la signora qui presente si ostina a chiamare riforma Gelmini. Lei ha tagliato testa, gambe e fondi all’università". E ancora: "Non crediamo che questa pseudo riforma sia stata varata solo per l’insipienza del ministro Gelmini. Noi crediamo che ci sia una vera e propria strategia dell’ignoranza da parte del governo".

Proteste da Nord a Sud – L’Italia è scesa in piazza contro il ddl Gelmini. Proteste di ogni genere mentre in Aula la Riforma era ormai alle battute finali. Nella capitale interdetta l’area del Parlamento: polizia in tenuta antisommossa. Lancio di uova e petardi da parte dei manifestanti (VIDEO). Cortei anche a Torino, Milano e Palermo.

(Adnkronos)
Le proteste – Nella capitale interdetta l’area del Parlamento: polizia in tenuta antisommossa. Lancio di uova e petardi da parte dei manifestanti (VIDEO). Cortei anche a Torino, Milano e Palermo. Iniziate alla Camera le dichiarazioni di voto sul ddl Gelmini: dalla lotta agli sprechi a parentopoli e tagli. Fini: protesta strumentalizzata da estremisti. Bersani sale con i ricercatori sul tetto di Architettura

Da Nord a Sud in piazza contro il ddl Gelmini. Tafferugli a Roma in via del Corso, dove alcuni studenti hanno attaccato i blindati della polizia che impedivano il passaggio ai dimostranti. Dopo il lancio di petardi e bottiglie contro i blindati gli studenti si sono scontrati con le forze dell’ordine che li hanno caricati (VIDEO).

Numerosi i dimostranti con i caschi e i volti coperti in testa. Dopo le cariche il corteo si è sciolto e alcuni manifestanti si sono diretti verso piazza del Popolo, mentre altri hanno abbandonato la manifestazione. Secondo quanto riferito da testimoni, alcuni degli studenti sarebbero stati colti da crisi di panico durante le cariche della polizia.  Le misure di sicurezza messe in atto a Roma "sono state assolutamente adeguate e i fatti lo dimostrano". Lo dice il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ai cronisti alla Camera. Pier Luigi Bersani, fanno notare i giornalisti, ha accusato il governo di muoversi in modo irresponsabile e aver alzato la tensione militarizzando la città. Ribatte Maroni: "Volevate che i manifestanti entrassero in Transatlantico? Che sarebbe successo, se lo avessero fatto? Già c’è stato il rischio al Senato e il mio compito è quello di gestire l’ordine pubblico".

E proprio nei pressi del Parlamento poliziotti e carabinieri, alcuni dei quali in tenuta antisommossa, erano schierati da questa mattina bloccando gli ingressi ai manifestanti in piazza, dove c’è stato un lancio di uova, ortaggi e bottiglie. Numerosi i furgoni delle forze dell’ordine che circondavano dalle prime ore della mattina non solo la piazza ma anche gli ingressi di alcune strade laterali. Alcuni negozianti dei locali intorno a piazza Montecitorio hanno deciso di tenere le serrande abbassate in previsione della manifestazione degli studenti. Poco distante centinaia di studenti hanno simbolicamente occupato la scalinata del Campidoglio.
Nel pomeriggio i manifestanti hanno occupato anche i primi binari della stazione Termini, provocando numerosi disagi. Poi, poco prima delle 19, la siutazione è tornata alla normalità mentre Trenitalia aveva spostato la partenza dei treni diretti a Fiumicino Aeroporto e Civitavecchia alla stazione Ostiense.

A Milano migliaia di studenti si sono dati appuntamento in mattinata a largo Cairoli. Da lì si sono mossi in direzione di Cadorna, mentre altri gruppi hanno bloccato alcuni snodi centrali della città: da viale Monza alla zona circostante la stazione Garibaldi. Striscioni colorati e slogan contro la Gelmini sono stati scanditi dagli studenti entrati in contatto con le forze dell’ordine che, dopo un tentativo di bloccarne l’avanzata, hanno usato i manganelli. E in attesa del voto da parte della Camera del ddl Gelmini, la protesta non si ferma: una trentina di manifestanti hanno prima occupato la stazione di Rogoredo, poi hanno bloccato il traffico in piazzale Loreto, quindi si sono rifugiati nelle aule universitarie di via Santa Sofia, dove vengono presidiati dalle forze dell’ordine.

Categories: NordEst
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