NordEst

Radicchio marocchino spacciato per “chioggiotto”

Share Button
Manzato si è chiaramente schierato con gli imprenditori chioggiotti, dicendosi disposto a sostenere la loro protesta sino ai livelli più alti, “per difendere una delle nostre eccellenze da una insopportabile e subdola concorrenza”.
 
“Purtroppo i segnali che vengono dal Governo centrale sono poco incoraggianti – ha detto l’assessore regionale – e la vicenda relativa alla disciplina della produzione del succo d’arancia, miseramente abortita, è la cartina di tornasole dell’inadeguatezza e dell’incapacità dell’esecutivo di far fronte a un fenomeno, quello della contraffazione, che si manifesta giorno dopo giorno sempre più come un’emergenza”.
 
“Non sono più rinviabili quei provvedimenti che debbono garantire la completa rintracciabilità di prodotti di qualità come il radicchio di Chioggia – ha aggiunto Manzato –, sia per preservare una coltivazione tradizionale di grande pregio, sia per tutelare le aziende locali che, anche senza questa azione truffaldina, debbono far fronte a un mercato sempre più ostico e meno remunerativo, sia per salvaguardare i consumatori dall’ennesimo imbroglio perpetrato ai loro danni”.
 
“L’attuale sistema presenta troppe falle – ha concluso Manzato – e se non vogliamo che la barca affondi, chi ha il potere e la competenza deve intervenire senza ulteriori tentennamenti e rinvii. Noi abbiamo suggerimenti da dare su come muoversi: aspettiamo solo che ci consultino e che convochino gli organismi decisionali, cosa che oggi chiedo una volta di più”.
Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *