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Progetto TransLagorai, troppe incongruenze e molto cemento: è questa la montagna che vogliamo in Trentino? Ambientalisti critici, ma la SAT che ne pensa?

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Emergono chiaramente i dubbi di un progetto che prevede troppo ‘cemento’ e poco ‘ambiente’. Alessandro Ghezzer (di Girovagandoinmontagna), grande appassionato di ambiente è stato tra i primi a sollevare pesanti dubbi sull’operazione della Provincia. In molti attendono urgentemente anche dalla SAT provinciale una presa di posizione. Ecco la critica ragionata al progetto: “Qualcuno può davvero sostenere che non c’è abbastanza turismo in Trentino? Che non ci sono abbastanza impianti da sci?”

Malga Lagorai

di Christian Zurlo

Trento – Quale montagna vogliamo per il nostro Trentino?

Il progetto Translagorai, così come era stato per il dibattito sul futuro di passo Rolle, ci invita ancora una volta a fermarci e riflettere, pensando ad un nuovo turismo più vero e forse un po’ meno patinato o dai grandi numeri, almeno in questo angolo di paradiso del Trentino orientale.

Ecco allora, che il progetto dedicato al Lagorai più che alla riqualificazione delle strutture, dovrebbe pensare alla valorizzazione di un paradiso incontaminato, che è bello proprio perchè è così e non perchè potrà ospitare centinaia di persone in più, magari con quad che scorazzano da una strada forestale all’altra.

Nuova vita al Lagorai?

L’obiettivo dichiarato della Provincia di Trento, è quello di dare “nuova vita e valorizzare il percorso TransLagorai, dalla Panarotta al Passo Rolle per un totale di circa 85 chilometri.

Gli interventi che si intendono realizzare riguardano la ristrutturazione di alcuni stabili esistenti – malga Val Maggiore, malga Lagorai, malga Cadinello, malga Miesnotta, malga Conseria, malga Valsolero ed il rifugio Monte Cauriol -, la sistemazione della sentieristica, la verifica del funzionamento del sistema delle telecomunicazioni e la realizzazione di idonee campagne di comunicazione per far conoscere l’itinerario.

L’Accordo di programma

E’ stato sottoscritto a fine agosto tra la Provincia autonoma di Trento, la Magnifica Comunità di Fiemme, i comuni di Scurelle, Canal San Bovo, Ziano di Fiemme, Telve e il Parco naturale Paneveggio-Pale di San Martino. L’investimento complessivo è di 3 milioni di euro distribuiti su 3 anni, con un finanziamento provinciale di 2.381.440 euro.

Il progeto presenta però molte zone d’ombra ai piedi della catena del Lagorai. Vediamo allora di scoprirle una per volta.

Troppe incongruenze

Il primo a sollevare concreti dubbi sul progetto di “riqualificazione” da 3,6 milioni di euro deciso dalla Giunta provinciale, è stato Alessandro Ghezzer, animatore da oltre 10 anni del forum Girovagando in Montagna e grande conoscitore del Lagorai.

Il sospetto di Ghezzer, parte da una considerazione molto semplice: dei 3,6 milioni di euro ben 3 saranno destinati a lavori edilizi.

Ne beneficeranno strutture già esistenti come il Rifugio Cauriol, con uno stanziamento di 350.000 euro per lavori di ristrutturazione ed il bivacco di Malga Miesnotta di sopra, struttura del Parco Naturale di Paneveggio, per 308.000 euro.

A non convincere è lo stanziamento di 700.000 euro per creare un ristorante da 40 posti a Malga Lagorai, ed altrettanti, per una struttura analoga, a Malga Valsolero.

TransLagorai: il Lago Brutto

Nessun incentivo al trekking

“Si è sostenuto che questo progetto è nato con l’intenzione di favorire coloro che intendono fare la traversata a piedi – spiega Alessandro Ghezzerpeccato però che nessun intervento, neppure un bivacco, sia previsto in quota dove invece servirebbe. Tutti gli sforzi, soprattutto edilizi, si concentrano in basso, lontani dal percorso, con la realizzazione di tre malghe trasformate in ristoranti. Questo è un tentativo di sfruttamento commerciale del Lago e della Malga Lagorai – a breve distanza dalla vicina stazione di sci del Cermis – e va quindi fermato. Altrimenti sarà l’inizio della fine: l’unica area wilderness rimasta miracolosamente senza speculazione (o quasi). Qualcuno può davvero sostenere che non c’è abbastanza turismo in Trentino? Che non ci sono abbastanza impianti di sci? Dobbiamo davvero colonizzare ogni angolo di Trentino – conclude Ghezzer – con lo stesso identico modello di sviluppo?”

Raccolta firme e protesta in quota

Ora un nutrito gruppo di appassionati di montagna e residenti della Val di Fiemme, dopo aver dato risalto alla minaccia ambientale sui social, sta valutando altre iniziative: tra le principali, una manifestazione al Lago Lagorai, una raccolta firme online e anche l’ipotesi di organizzare un referendum in valle di Fiemme.

Riferimenti utili

  • Dite la Vostra scrivendoci a: redazione@lavocedelnordest.it
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One Reply to “Progetto TransLagorai, troppe incongruenze e molto cemento: è questa la montagna che vogliamo in Trentino? Ambientalisti critici, ma la SAT che ne pensa?

  1. Lo scempio inutile di un luogo tuttora quasi incontaminato e con un suo sostenibile equilibrio… Vogliono farlo forse diventare come certi posti dove si mangiano ostriche in quota e del trekking non c’è manco l’ombra?? Il lagorai, da cima a fondo è meraviglioso così come è, nudo e crudo.

    Anna Chiara Decarli

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