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Verona, nuovi cedimenti a Grezzana e i residenti: “Dov’è la Regione?”

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Il fenomeno ha avuto inizio il 2 ottobre del 2011 e si è nuovamente verificato il 23 ottobre 2013, con l’apertura di alcuni nuovi crateri

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Grezzana (Verona) – La strada di cemento armato che porta alle cave “Vegri di Sottocoda” e “Rie Lunghe”, quest’ultima già oggetto degli spaventosi sinkhole, i crateri che si sono aperti prima nel 2011 e poi a ottobre 2013, è ceduta. Tranne un’ordinanza sindacale per l’occupazione temporanea d’urgenza di terreni per realizzare un percorso temporaneo di cantiere in località Coda di Alcenago nessun provvedimento è stato adottato per salvaguardare l’incolumità dei cittadini.

Sembra che la martoriata area di Grezzana sia stata nei giorni scorsi interessata da nuovi cedimenti. Questa volta a crollare sarebbe stata la strada di cemento armato che conduce alla cava “Rie Lunghe”, oggetto degli spaventosi sinkhole, i crateri che si sono aperti prima nel 2011 e poi a ottobre 2013, e alla cava “Vegri di Sottocoda”. L’infrastruttura viaria era già stata compromessa e chiusa al traffico dopo che un sinkhole si era aperto lo scorso ottobre.

Nell’area collinare di Alcenago di Grezzana (VR), infatti, in corrispondenza del sottostante complesso di cave orizzontali a gallerie dove si effettua attività estrattiva di carbonato di calcio si aprono in superficie sinkholes, ovvero voragini profonde fino a 50 metri e larghe fino a 30 metri. Il fenomeno, dovuto evidentemente ai cedimenti delle gallerie di cava, ha avuto inizio il 2 ottobre del 2011 e si è nuovamente verificato il 23 ottobre 2013, con l’apertura di alcuni nuovi crateri sopra la cava denominata “Rie Lunghe”.

Il 24 gennaio 2014, il sindaco di Grezzana, Mauro Fiorentini, ha emanato un’ordinanza “contingibile ed urgente di protezione civile per l’occupazione temporanea d’urgenza di terreni al fine di realizzare un percorso temporaneo di cantiere in località Coda di Alcenago”. Nel provvedimento viene richiamata l’ordinanza numero 1 del 2014 “con la quale veniva altresì ordinato alla ditta Micromarmo Granulati Srl di eseguire nell’immediato tutte le misure minime necessarie per la corretta regimazione e drenaggio della acque meteoriche presenti sul versante interessato dai disseti, compreso lo svuotamento dell’esistente accumulo fangoso previa realizzazione sicura della necessaria pista di accesso in località Coda di Alcenago”.

La Commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Di fronte all’immobilismo delle istituzioni non si trovano le parole e non riesco a capire il motivo per cui le autorità rimangono alla finestra a guardare. Gli ultimi cedimenti dei giorni scorsi si sarebbero verificati sopra un’altra cava, la “Vegri di Sottocoda”. I dissesti si spostano spaventosamente sempre più vicini alle abitazioni, come continua a far presente il “Comitato Alcenago”che si trova da solo a combattere una battaglia sacrosanta. Mi chiedo perchè su una questione del genere non interviene la Regione? Cosa sta accadendo a Grezzana e cosa si aspetta per intervenire prima che accada l’irreparabile o addirittura che ci scappi il morto? Invito l’assessore regionale all’Ambiente Maurizio Conte a prendere in mano la situazione, prima che si apra una voragine sotto la casa di qualche malcapitato cittadino.»

«L’unico provvedimento adottato nell’emergenza è un’ordinanza sindacale che prevede un nuovo accesso alla cava per mettere in sicurezza la zona sradicando ciliegi, distruggendo qualsiasi cosa incontrino sul loro cammino. Un atteggiamento che solleva un’unica domanda: si sta pensando a salvaguardare l’incolumità dei cittadini o l’attività della cava? Mi chiedo come mai non siano stati presi provvedimenti di chiusura dell’attività di cava in tutta l’area interessata a titolo cautelativo e precauzionale. Le azioni e le reazioni delle autorità di fronte a questa gravissima situazione sono sicuramente insufficienti per affrontare l’emergenza che i cittadini da troppo tempo stanno vivendo con grande angoscia.»

Con un’ordinanza del 2011, il sindaco aveva vietato l’accesso ai campi della zona per motivi di sicurezza. Ora con la nuova ordinanza si autorizza la ditta a provvedere alla “realizzazione del percorso temporaneo di cantiere, al fine di permettere l’accesso all’area ed eseguire gli interventi di messa in sicurezza” attraverso quegli stessi terreni.

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