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Tensione a Treviso per la visita di Renzi: incontra scolari, imprenditori e amministratori ma c’è “la rabbia” Electrolux rinviata a Roma

Incontro con gli studenti e proteste dei ‘forconi’ di Treviso, che hanno cercato parlare con il presidente del Consiglio. Delusione ed amarezza tra i lavoratori Electrolux del Nordest per il mancato incontro con il presidente, rinviato a Roma. Renzi ai giovani: “Scrivetemi a matteo@governo.it

Nordest – Incassata la fiducia in Parlamento, il presidente del Consiglio nella città veneta per visitare una scuola e incontrare gli amministratori locali e gli imprenditori. Annunciata l’intenzione diridurre di almeno 10 mld cuneo fiscale. Applausi, ma anche contestazioni da alcuni esponenti del movimento dei Forconi che gli hanno lanciato arance. La replica: “E’ normale, non facciamo passerelle”. Parla lo psicologo: “Renzi stregato dalle tecnologie, cela tratti d’ansia”. Pizzini’ in aula tra Renzi e Di Maio.

La prima tappa per Renzi a Nordest, è stata alla scuola media ‘Coletti’ di Santa Bona, alla periferia della città dove è stato salutato dagli studenti delle numerose etnie che frequentano la scuola e che insieme hanno cantato l’Inno di Mameli. “La scuola è il punto di ripartenza del Paese. Al Governo dobbiamo guardare allo spread e ai mercati, ma poi i Paesi si salvano solo se le scuole funzionano”, ha detto il presidente del Consiglio, che poi ha chiesto agli studenti che cosa vorrebbero che portasse a Roma. Tra le richieste: più lavagne elettroniche nelle classi, più connessioni a internet e impegno sulla storia dell’arte.

Il capo del Governo ha anche annunciato che attiverà nei prossimi giorni “la casella matteo@governo.it. Segnalatemi i problemi – ha esortato studenti e insegnanti – se c’è qualcosa che non va voi me lo scrivete a questa casella. E subito dopo la visita ha scritto su Twitter: “Che bello incontrare gli studenti! Sentivo la mancanza. Investire sulla scuola è il modo per uscire dalla crisi”, accompagnando il commento con il suo hashtag preferito: “#lavoltabuona”.

Fuori dall’istituto un piccolo gruppo di trevigiani lo ha applaudito e il premier si è avvicinato per stringere loro le mani. Ad augurargli buona fortuna anche una 29enne in carrozzella, Cristina Vincenzi, originaria di Prato, ma residente a Treviso. Il premier si è avvicinato, l’ha salutata e l’ha baciata. “Renzi è un toscano come me, spero che faccia tante cose buone soprattutto per i giovani. Ho un fratello che è andato in Australia per poter lavorare, spero che possa tornare in Italia”, ha detto la signora. Contestazioni invece da parte di un gruppo di attivisti di Forza Nuova e da parte del personale delle pulizie degli istituti scolastici del Veneziano che hanno esposto uno striscione “Basta tagli pulizie scuole”.

Dopo la visita alla scuola, il premier ha incontrato al Museo di Santa Caterina, i sindaci del Veneto, il presidente della provincia Leonardo Muraro e quello della Regione Veneto, Luca Zaia. “Andrò dalla Cancelliera Angela Merkel con il jobs act pronto”, avrebbe assicurato Renzi durante l’incontro, secondo quanto riferto dagli stessi amministratori locali presenti all’incontro.

Prima di entrare, il premier ha stretto le mani ai trevigiani che lo attendevano. Ad ‘accogliere’ il premier, anche alcuni manifestanti leghisti, con le bandiere col leone di San Marco e un piccolo gruppo di attivisti dei ‘Forconi’.

Attimi di tensione si sono verificati quando Renzi, uscito dal museo, si è incamminato tra le vie del centro verso palazzo Rinaldi, sede del Comune di Treviso per incontrare gli imprenditori. Approfittando delle strade strette del centro di Treviso, una decina di contestatori (tra Forconi e indipenedentisti veneti) lo hanno infatti seguito insultandolo con frasi come “Buffone, vergogna”; “vai a casa, non sei stato eletto da nessuno”. Il gruppo, passando accanto a un fruttivendolo, ha poi rovesciato delle cassette di verdura e frutta, lanciando un paio di arance contro il premier e la sua scorta. “Le contestazioni sono normali – ha commentato il premier – Noi non facciamo passerelle o tagli di nastri. Siamo qui a parlare con il paese reale”.

Durante la conferenza stampa seguita alla visita, Renzi ha confermato la volontà di tagliare di almeno 10 miliardi il cuneo fiscale, ma ha sottolineato che si sta ancora valutando quale percorso seguire. “Non abbiamo ancora definito strada da prendere. Ma è certo che il taglio sarà di almeno 10 miliardi”, ha detto.

Quanto al mancato incontro con i delegati sindacali della Electrolux, Renzi ha spiegato che “il vertice ci sarà a Roma con i lavoratori di tutti gli stabilimenti. La vertenza è sul tavolo del governo, la sento particolarmente forte e presente tra le priorità che ho sul tavolo personalemente”.

>Le foto degli incontri con il governatore Luca Zaia

Squinzi: ”Renzi? Ha captato i problemi ma aspetto fatti”

Il presidente di Confindustria cauto sul nuovo Governo: ”Taglio di 10 miliardi del cuneo fiscale ècondizione minima che chiedevamo”. E rilancia: ”Disposti a rinunciare a incentivi per taglio cuneo”. Sul tramonto di Letta: ”Non abbiamo determinato nulla”. Preoccupato dopo i dati Ue: ”Stiamo strisciando sul fondo”.

Bortolussi stimola Renzi: “Credito e infrastrutture”

“Il fatto che la prima uscita in qualità di premier avvenga nel Nordest – esordisce Bortolussi – dimostra che ha capito che il rilancio del Paese passa soprattutto da qui. Meno tasse, meno burocrazia, diminuzione del costo del lavoro e sblocco dei debiti della Pubblica amministrazione, sono impegni che Renzi ha illustrato lunedì pomeriggio al Senato che il mondo delle piccole e medie imprese del Nordest aspetta da tempo.

Oltre a ciò, nel nostro territorio c’è bisogno soprattutto di credito e di completare le grandi infrastrutture, non solo quelle viarie. Il deficit che scontiamo, ad esempio, nella copertura della banda larga di ultima generazione è spaventoso”.

Nonostante la crisi, nei primi 9 mesi del 2013, segnala la CGIA, il Nordest statistico ha registrato un saldo commerciale straordinario: + 32,2 miliardi di euro. “Con un euro che rimane ancora molto forte – conclude Bortolussi – per reggere la concorrenza dei nostri competitori stranieri abbiamo bisogno di avere un sistema Paese che funzioni meglio e che costi meno. E vista la crescita esponenziale registrata in questi ultimi anni dalle sofferenze bancarie in capo alle imprese e alla corrispondente diminuzione degli impieghi, c’è la necessità di tornare a concedere credito alle nostre aziende che, come sappiamo, continuano ad essere sottocapitalizzate e costantemente a corto di liquidità”.

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