Nuova protesta sabato pomeriggio a Trento: oltre 400 persone hanno manifestato
Trento – Centinaia di insegnanti, genitori e cittadini comuni, sabato pomeriggio alle Albere per dire basta alla Dad e per chiedere che riaprano anche le superiori. E’ iniziata alle 15 la manifestazione organizzata da “Scuola in presenza per la provincia di Trento”.
“Non siamo contro la didattica a distanza: per due settimane, al massimo tre, va bene. Siamo d’accordo ad utilizzare questo strumento per un’emergenza, ma a tempo determinato. Ciò che non vogliamo è che rimanga come modello di istruzione”. Laura Tondini è la fondatrice del gruppo Facebook “Scuola in presenza per la provincia autonoma di Trento”.
Non ci basta l’apertura di materne ed elementari – hanno ricordato i genitori -, chiediamo che possano tornare in classe tutti gli studenti di ogni ordine e grado. Non vogliamo abbandonare gli adolescenti: alla manifestazione di Rovereto ci siamo scusati con loro e con questo abbiamo preso pubblicamente l’impegno di andare avanti per riaprire anche medie e superiori.
Acli in linea con la Provincia
Le Acli trentine hanno accolto con interesse l’ipotesi espressa dalla Giunta provinciale di prolungare il servizio scolastico per i bambini delle scuole dell’infanzia per l’intero mese di luglio.
Abbiamo, nel contempo, registrato posizioni contrarie a tale ipotesi proprio da parte di singoli ed organizzazioni che operano in tali servizi. Le nostre associazioni e i nostri servizi, in modo particolare attraverso Enaip, promuovono iniziative ed opportunità anche di tipo educativo rivolte alle famiglie e, attraverso i propri Patronati, offrono supporto affinché le stesse possano fruire di tutte le opportunità previste per i componenti il nucleo familiare, compresi, ovviamente, i bambini.
Vorremo pertanto offrire il nostro contributo alla questione, proponendo alcune sintetiche considerazioni che emergono dalla posizione di osservatori ‘privilegiati’ come lo sono i volontari e gli operatori delle ACLI Trentine.
Non ci dilunghiamo sulle conseguenze che la pandemia ancora in corso sta portando con sé, e che tocca più dimensioni della vita delle persone, senza guardare in faccia nessuno: dai bambini, ai giovani, agli adulti in età produttiva, fino agli anziani.
Conseguenze che riguardano la salute, il dolore, la perdita di legami affettivi profondi ma anche la perdita delle relazioni sociali, del lavoro, ecc.
E’ stato di continuo utilizzato il concetto di resilienza per aiutare tutti noi a ritrovare la forza di saper reagire e a saperci adattare a quanto ci sta ancora accompagnando. A noi piace anche praticare, accanto a questa grande competenza che l’essere umano sviluppa fin dalla nascita, un altro valore, che è quello della solidarietà. La solidarietà, competenza anch’essa, va a fondare un possibile modo di costruire dei modelli sociali, da quelli più informali a quelli più istituzionali. E’ la convinzione del come gli esseri umani possono relazionarsi tra loro: in modo solidale, appunto. La solidarietà si esprime maggiormente nei momenti e negli stati di necessità, quale quello che stiamo tutti vivendo.