Primo Piano NordEst

Mose, nuovo ciclone: altri tre arresti

Share Button

La Guardia di Finanza di Venezia ha eseguito 3 ordinanze cautelari nei confronti di un dirigente della Regione Veneto, un imprenditore e una professionista

Guardia-di-Finanza

 

Venezia – Le accuse si riferiscono ai reati di peculato, malversazione a danno dello Stato, abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.I finanzieri stanno eseguendo una cinquantina di perquisizioni tra Veneto ed Emilia-Romagna, il sequestro di conti correnti nei varie società.

Agli arresti domiciliari sono finiti il noalese Fabio Fior residente a Padova, ex dirigente generale della Direzione tutela ambiente della Regione Veneto, Sebastiano Strano, imprenditore nel settore ambientale e Maria Dei Svaldi, imprenditrice (entrambi agli obblighi di dimora) e iscrizione nel registro degli indagati di altre venti persone.

Le indagini delle Fiamme gialle

circa duecento finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Venezia ha dato corso all’operazione denominata “Buondì”. Si sono effettuate circa cinquanta perquisizioni in Veneto ed Emilia-Romagna, con l’esecuzione di sequestri di conti correnti nei confronti di diverse società coinvolte nelle indagini. Le investigazioni della Guardia di Finanza sono coordinate dalle Procure della Repubblica di Venezia e Padova.

I reati complessivamente contestati sono: peculato, malversazione a danno dello Stato, abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.
Le indagini della Guardia di Finanza di Venezia, coordinate dai PM Giorgio Gava di Venezia e Sergio Dini di Padova, traggono origine da un approfondimento informativo a seguito di un controllo incrociato ai fini tributari nel settore dei materiali ferrosieffettuato nel 2011 da militari del Nucleo PT di Venezia negli Uffici della Regione Veneto.

Venuti patteggia

Il commercialista, Paolo Venuti, arrestato nella vicenda Mose ed in carcere dal 4 giugno, è stato rimesso in libertà dopo che ha fatto una proposta di patteggiamento della pena. Venuti era stato arrestato perché ritenuto il prestanome, per parte di affari in Italia ed all’estero, dell’ex governatore Giancarlo Galan che è tutt’ora in carcere. Il pool dei magistrati ha interrogato Venuti per 4 ore e la proposta di patteggiamento che prevede 2 anni di carcere e 70mila euro di multa.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *