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Migrante spacciatore scomparso a Treviso

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Il 26enne originario del Gambia era agli arresti domiciliari in un centro di accoglienza a Treviso

 spacciatoreVenezia – “La vicenda del migrante spacciatore di Treviso, condannato due volte, mantenuto a spese pubbliche e ora latitante, è allucinante e purtroppo indicativa di ciò che intendiamo per business dell’accoglienza e incapacità di gestire i flussi dividendo i veri profughi da delinquenti venuti qui soltanto per cercare fortuna”.

Il governatore Luca Zaia commenta così la vicenda del 26enne del Gambia agli arresti domiciliari in un centro di accoglienza a Treviso, due volte condannato per spaccio a minorenni, affidato alla struttura di via Verdi in attesa di espatrio, e oggi fuggito senza lasciare traccia, “presumibilmente, anzi, certamente – aggiunge il presidente – per entrare nella rete locale del traffico di droga nella quale è stato più volte beccato dacché è arrivato nella Marca”.
“Se è lecito tratte una conclusione da questa vicenda emblematica – dice Zaia -, dobbiamo dedurre che i cittadini italiani, anche quelli che faticano ad arrivare alla fine del mese, stanno ospitando e mantenendo loro malgrado migliaia di immigrati di cui non conosciamo la storia, il nome, le intenzioni, e cui non possiamo garantire un futuro se non quello legato alla malavita. Ma è possibile che tra la condanna e l’espulsione debbano passare giorni, utili solo a consentire la fuga all’immigrato? Possibile che una volta deciso l’espatrio, esso sia reinserito tra i migranti della struttura di accoglienza e controllato solo due volte al giorno, come impone la legge? Sembrerebbe una barzelletta, ma non fa ridere”.
“La soluzione è una e una sola: smetterla di creare hub per migranti sul territorio, smetterla di accogliere tutti indiscriminatamente, ma allestire campi in Nordafrica e Medioriente come già fatto in Afghanistan, creare corridoi umanitari e ospitare solo i veri profughi respingendo i clandestini. Solo così garantiremo un sistema di accoglienza effettivo a chi ne ha diritto, e non riempiremo i nostri paesi di criminalità”, conclude Zaia.

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