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Liberata la giovane pakistana residente a Verona: “Legata 8 ore prima dell’aborto”

Era stata portata con l’inganno dalla famiglia in patria per abortire. Ora è al sicuro con rappresentanti italiani

NordEst – La giovane pakistana residente a Verona, portata con l’inganno dalla famiglia in patria e fatta abortire, è stata liberata da chi la stava trattenendo ed è ora al sicuro, in compagnia di rappresentanti delle autorità italiane.

Secondo fonti bene informate, la ragazza sarebbe stata liberata nella zona di Islamabad grazie a un intervento delle forze di polizia pakistane. La notizia ha trovato conferma a Verona in ambienti vicini alle indagini.

La ragazza era riuscita a inviare l’ultimo messaggio al fidanzato di Verona. La giovane era stata condotta con l’inganno in patria dalla famiglia e qui costretta ad abortire. Anche il ragazzo è di origini pakistane, ma è stato adottato da una famiglia veronese ed è cittadino italiano. La ragazza ha inviato anche a una compagna di classe un messaggio audio via WhatsApp, in cui ha raccontato di essersi fidata dei genitori tornando in patria e di essere stata tenuta legata per otto ore prima di abortire.

Una storia drammatica

Hanno detto no a quell’amore occidentale nato tra i banchi di una scuola di Verona. Hanno detto no e l’hanno costretta a rinunciare al suo bambino. E con una scusa, quella del matrimonio del fratello nel suo paese, il Pakistan, l’anno portata via da Verona. E lì Farah, studentessa di 19 anni si è trovata segregata dai famigliari, che l’avrebbero costretta ad abortire il bimbo che aveva concepito con un compagno di scuola, nella città veneta.

  • In breve

Un agricoltore trevigiano è morto schiacciato dal trattore che stava manovrando – L’incidente è avvenuto in località Collagù di Col San Martino. Secondo una prima ricostruzione, il trattore che stava guidando la vittima, un 42enne del luogo, si sarebbe ribaltato mentre percorreva un tratto di vigneto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e i vigili del fuoco.

Una persona è stata travolta e uccisa da un’automobile e da un furgone mentre stava cercando di attraversare la carreggiata dell’autostrada A4 – E’ successo nei pressi del bivio con la tangenziale di Mestre A57. Lo rende noto la concessionaria Cav. L’incidente è avvenuto alle 8.45 nel territorio del comune di Dolo (Venezia). La dinamica è al vaglio della Polizia stradale, che sta effettuando gli accertamenti sul posto. Non è ancora nota l’identità della persona deceduta.  Sul posto operano, oltre alla Polstrada, il Suem-118 con l’elisoccorso e quattro mezzi ausiliari con il personale di Cav, coordinato dal Centro Operativo di Mestre.

Un giro di fatture ‘gonfiate’ per sponsorizzazioni nel settore automobilistico della Formula 1 – Lo scopo era quello di evadere il fisco per almeno 50 milioni di euro con una parallela attività di riciclaggio transnazionale fondata su flussi di denaro che dall’Italia, passando da Londra, arrivavano fino in Cina con la complicità di imprenditori cinesi. E’ il meccanismo scoperto dalle indagini coordinate dal pm milanese Elio Ramondini e condotte dai finanzieri del Gruppo di Milano che oggi ha portato in cella Davide Castello, consulente finanziario, originario del Veneto, iscritto all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero, che da anni risiede a Londra, figura di rilievo di un gruppo criminale sul quale sono in corso ancora accertamenti. Castello è stato arrestato a casa dei suoi familiari nel Padovano e ora è in carcere a Padova. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip Roberto Arnaldi.

 

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