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Lessinia: manomessi recinti anti-lupi e atti intimidatori

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Regione veneto solidale con gli allevatori colpiti, ma il progetto wolfalps non arretra

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Venezia – La Regione Veneto ha presentato denuncia contro ignoti alla stazione dei carabinieri di Sant’Anna di Alfaedo per gli atti vandalici avvenuti in Lessinia contro alcune recinzioni installate nell’ambito del progetto WolfAlps, a salvaguardia delle greggi e mandrie da eventuali attacchi dei lupi.

Nei giorni scorsi gli allevatori hanno trovato manomesse e divelte le recinzioni elettrificate installate in località Roncari di Campofontana, comune di Selva di Progno e in località Campostrini, in comune di Sant’Anna di Alfaedo. Sono stati inoltre appesi cartelli intimidatori per scoraggiare gli allevatori dall’aderire al progetto, finanziato dal programma comunitario Life-Wolfalps.

“Abbiamo deciso di sporgere denuncia all’autorità locale di sicurezza – dichiara l’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan – per tutelare gli allevatori, il lavoro dei nostri tecnici e l’investimento economico sostenuto da Regione e Unione europea. Ricordo che da agosto ad oggi sono stati realizzati una dozzina di recinti, per circa 30 chilometri lineari di filo elettrificato, con la posa di 3500 paletti in fibra di vetro e 105 pali di legno: con 450 ore di lavoro e 34 mila euro di spesa sono stati messi in protezione circa 25 ettari di pascolo. Altri 5 recinzioni sono in fase di realizzazione. Il budget complessivo del progetto, che proseguirà fino al 2018, è di 560 mila euro, di cui 430 mila finanziati dall’Unione europea e 130 mila di cofinanziamento regionale. Si tratta di un investimento utile, di minimo impatto ambientale e visivo, che ha consentito sinora, nelle aree interessate, di evitare qualunque attacco predatorio da parte del branco dei lupi che stanzia sull’altopiano veronese”.

“Abbiamo inoltre chiesto alle autorità locale di sicurezza e al personale del parco reginale della Lessinia di intensificare la vigilanza – conclude Pan – perché non intendiamo consentire che atti vandalici e gesti di intimidazione abbiano a vanificare una strategia di prevenzione e contenimento del rischio che si sta dimostrando efficace, economicamente sostenibile e rispettosa dell’equilibrio dell’ecosistema e degli interessi degli allevatori”.

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