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Legge di stabilità: a rischio 60mila posti di lavoro nei distributori di carburanti

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La perdita occupazionale si produrrebbe come effetto dell’aumento dell’Iva e delle accise previste dalla clausola di salvaguardia

distributore-benzina

NordEst – Tra gli effetti più nocivi della Legge di Stabilità, ci potrebbe essere l’erosione di 60mila posti di lavoro. L’allarme proviene dall’associazione Assopetroli-Assoenergia che, nel corso di un’audizione di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha denunciato i rischi derivanti da alcune norme della finanziaria.

La perdita occupazionale si produrrebbe nel settore della commercializzazione e della distribuzione dei carburanti come effetto della clausola di salvaguardia che, laddove scattasse in seguito all’impossibilità di raggiungere gli obiettivi di bilancio, comporterebbe l’aumento dell’Iva e delle accise sui carburanti (comprese quelle sul gasolio agricolo, che passerebbero dal 22 al 26,5 per cento, determinando, oltretutto, ripercussioni su tutta la filiera agricola).

Tali aumenti comporterebbero la crescita del peso fiscale sul prezzo al consumo, che supererebbe la soglia del 61 per cento. Nel dettaglio, da qui al 2019, l’imposizione aggiuntiva provocherebbe un incremento sul costo del carburante di almeno 13 centesimo per ogni litro.

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