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“Le foibe e l’esodo. Letture per il ricordo” appuntamento a Feltre il 10 febbraio 2016

Un momento per ricordare insieme una pagina della storia italiana rimasta troppo a lungo dimenticata

Feltre – Dal 2005, il 10 febbraio di ogni anno si commemora il Giorno del Ricordo istituito “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Per quest’anno il Comune di Feltre e i Bizzarri Lettori, il gruppo di lettura ad alta voce del Polo Bibliotecario Feltrino, hanno organizzato alle ore 18.00 di mercoledì 10 febbraio, un appuntamento a Palazzo Borgasio (in via Luzzo, 13): “Le foibe e l’esodo. Letture per il ricordo”.

L’istituzione della legge di commemorazione del Giorno del Ricordo ha il pregio di aver finalmente portato alla luce una pagina della storia italiana rimasta a lungo dimenticata. Eppure coinvolse un intero popolo, quello italiano che viveva lungo le coste dell’attuale Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina e Montenegro.

Una prima ondata cieca di violenza si abbatté su quelle terre già nell’autunno del 1943 quando si intrecciarono giustizialismo sommario e tumultuoso, nazionalismo, rivalse sociali e un disegno di sradicamento della presenza italiana. Migliaia di persone furono imprigionate e poi scomparvero gettate nelle foibe, alcune dopo la fucilazione, altre trascinate ancora vive negli inghiottitoi carsici dai morti a cui erano stati legati. Il moto d’odio e di furia sanguinaria prevalse poi dal Trattato di pace del 1947 e assunse i contorni di una “pulizia etnica”, purtroppo una delle tante che hanno caratterizzato il XX secolo.

Fu allora che 350.000 italiani lasciarono quelle terre per giungere in Italia dove furono divisi in 109 campi profughi (C.R.P.) rimasti attivi fino agli anni ’60 inoltrati ed alcuni sino oltre il 1970. E qui comincia la parte più triste della vicenda quella che il prof. Paolo Barbi ha chiamato “la congiura del silenzio”, “la fase meno drammatica ma ancor più amara e demoralizzante dell’oblio”: per pregiudiziali ideologiche e cecità politica si è teso per lungo tempo a ignorare e addirittura a negare questa pagina di storia, che è stata rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali. Sempre il prof. Barbi sottolinea invece l’importanza di ricordare oltre all’orrore delle foibe, “l’odissea dell’esodo e del dolore e della fatica che costò a fiumani, istriani e dalmati ricostruirsi una vita nell’Italia tornata libera e indipendente.”

L’incontro di mercoledì propone quindi la lettura di una serie di testimonianze risalenti alle drammatiche vicende delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata al fine di ristabilire la verità di quella storia troppo a lungo dimenticata.

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