NordEst

Le Acli contro gli Anarchici, bacchettano i politici di professione

Share Button
"No ai politici di professione" – La politica è ancora poco democratica e dallo spirito di servizio. Le Acli trentine se la prendono con la classe dirigente, in occasione della festa d’autunno a Borgo Valsugana. Il Presidente Arrigo Dalfovo ha ammonito chi fa politica per professione invocando il senso di responsabilità.

Le Acli condannano la violenza – "Le Acli sono contro ogni forma di autoritarismo e di fascismo e per questo rivolgiamo tutta la nostra solidarietà agli amici della Lega Nord". Così ha commentato i fatti di sabato a Trento Arrigo Dalfovo, presidente delle Acli intervenendo oggi nel corso di Autunno insieme a Borgo Valsugana.

Parlando di fronte ad oltre seicento aclisti provenienti da tutta la provincia, Dalfovo ha quindi rilanciato le tre parole d’ordine del movimento: azione sociale, formazione e solidarietà. Le Acli, ha ribadito Dalfovo, si distinguono per la “politica del fare”, non schierandosi all’interno dei partiti, ma nella concretezza dell’azione sociale. In questo modo, sottolinea Dalfovo, il movimento raggiunge ogni anno ben 250.000 trentini con i propri servizi e le iniziative in ambito culturale e civile.

Accanto all’azione sociale, Dalfovo ha quindi rilanciato il ruolo della formazione. <A Condino, è stato ricordato, la nostra iniziativa ha coinvolto 25 giovani della Valle del Chiese e della Rendena in un percorso formativo rivolto alla partecipazione e alla democrazia. Un’iniziativa che rientra nel progetto di Scuole di comunità portato avanti in collaborazione con la Federazione trentina della cooperazione e che si pone l’obiettivo di formare i giovani ad un nuovo modello di sviluppo e di creare la futura classe dirigente trentina.

Un’iniziativa, quella di Condino, che verrà a breve replicata in tante altre vallate e paesi del Trentino per sviluppare, localmente, un nuovo senso civico e una nuova idea di comunità. Dalfovo si è soffermato infine sul tema della solidarietà. Il nostro obiettivo non è quello di fare politica, ma di condizionare la politica affinché vincano i valori della pace, dalla persona, della famiglia e della solidarietà fra i lavoratori e fra i cittadini.

Guardando alle ipotesi di nuovi raggruppamenti di centro, Dalfovo ha quindi rilevato come ogni movimentazione di idee rappresenti una grande risorsa per la democrazia e la dialettica civile che va ascoltata e discussa.

"Ogni tentativo di rafforzare la dialettica democratica e la partecipazione – ha affermato Dalfovo – va ascoltato e sostenuto per il bene della collettività". Da qui l’esigenza di sviluppare con tutti gli attori sociali e politici disponibili uno schieramento ancorato al valore della solidarietà a tutti i livelli: con le persone e con la natura. "Le Acli non fanno politica – ha concluso Dalfovo – in quanto la nostra politica è la solidarietà concreta".

Polemiche dopo la furia degli anarchici a Trento –
Arriverà in mano al ministro Maroni il dossier sulla rivolta degli anarchici in Trentino. Il bilancio, dopo la manifestazione di sabato degli anarchici, è pesante ed il malumore tra gli abitanti di Trento è palpabile. Insorge anche la Lega Nord che se la prende con quello che ha definito l’immobilismo della Polizia. I leghisti annunciano un dossier che consegneranno al Ministro dell’Interno Maroni contestando i disagi che la città ha subito sabato, durante il corteo anarchico.

Città presa d’assalto –
Bancomat distrutti e in centro a Trento, vernice rossa ovunque, scritte offensive sui muri della città. E’ quello che rimane della violenza degli anarchici a Trento. Il gruppo ha lasciato segni inequivocabili del proprio passaggio, con vernice rossa e rosa contro gli istituti bancari, bancomat e telecamere di sicurezza, muri imbrattati con lo spray nero e scritte a grandi caratteri, offese dirette a politici di ogni schieramento, al capo della squadra mobile e anche al questore.

Il giorno dopo lo sgombero all’ex asilo di via Manzoni, con diciassette incappucciati che si erano asserragliati sul tetto dopo aver sfondato a picconate il muro all’ingresso, il corteo anarchico contro i fogli di via e a favore di ogni occupazione non è riuscito ad attirare l’attenzione dei cittadini.

C’erano ben 180 anarchici in piazza Duomo alle 14.30 di sabato pomeriggio, ora prevista per l’inizio della manifestazione, gente arrivata da Torino, Bologna, Verona, Belluno, Padova e solo in minima parte da Trento e Rovereto. C’erano anche i 23 muniti di foglio di via emesso in occasione della ultima occupazione e di azioni avvenute nelle settimane successive e c’erano anche gli altri destinatari di fogli di via notificati nelle ultime ore.

La manifestazione è stata aperta da Massimo Passamani, capo storico degli anarchici roveretani, che haricordato: "Il foglio di via ricorda il confino del ventennio, è una misura fortemente restrittiva che rivela l’intento intimidatorio e vendicativo delle istituzioni".

Il corteo si è mosso da piazza Duomo verso le 15 e per tre ore ha attraversato le vie del centro secondo un tragitto prestabilito. Subito le avvisaglie di quello che sarebbe accaduto lungo il percorso: cartelli affissi ovunque, cori contro polizia, politici, giornalisti, vernice spray sui muri. Alla prima banca incrociata, in via Oss Mazzurana, è scattato il raid. In tutto una dozzina di istituti di credito sono stati danneggiati ai bancomat ed alle telecamere di videosorveglianza con abbondante vernice, fra via Oss Mazzurana, via Manci, via San Pietro, largo Carducci, via Galilei mentre il corteo incedeva tra fumogeni colorati, musica e slogan.

"Noi per ora ingoiamo questa situazione al limite ma va bene così – ha commentato sabato il questore di Trento, Angelo Caldarola – è una questione di costi-benefici: preferisco un imbrattamento ad un ferito, i conti si fanno alla fine".

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *