Primo Piano Trentino Alto Adige

Imparare a convivere con il lupo, progetto in Val d’Ultimo

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“L’obiettivo è quello di sensibilizzare la popolazione, e di far comprendere che i lupi sono parte della natura e devono essere accettati e tutelati”

lupo

Bolzano –  Dopo decenni di assenza pressochè totale, negli ultimi anni sono ripresi gli avvistamenti di lupi nei boschi dell’Alto Adige. “Dai dati in nostro possesso – sottolinea l’assessore Arnold Schuler – la presenza di questi animali è in crescita, ed è quindi fondamentale fornire alla popolazione gli strumenti necessari a garantire la convivenza con l’uomo. Non ci si può limitare a consigli utili, ad esempio, su come proteggere le greggi, ma occorre un progetto a 360 gradi valido per tutto il territorio altoatesino”. Tra le iniziative più interessanti già messe in atto, spicca quella che ha riguardato 190 alunni delle scuole elementari e medie della Val d’Ultimo, zona nella quale il primo esemplare di lupo è stato avvistato 6 anni fa. Oggi (11 maggio) il progetto avviato in autunno dall’Ufficio provinciale caccia e pesca è giunto al termine del suo percorso, ed è dunque tempo di tracciare un bilancio.

“Il nostro compito – hanno spiegato Davide Righetti e Martin Trafojer dell’Ufficio caccia e pesca – è quello di monitorare e registrare la presenza dei lupi attraverso trappole fotografiche, e di effettuare analisi genetiche su campioni di pelo e di feci”. I dati raccolti, che per quanto riguarda la Val d’Ultimo si limitano ai due esemplari maschi avvistati, vengono poi inviati al progetto Life WolfAlps, che si occupa di tutelare la presenza del lupo nell’arco alpino e che può contare su una dozzina di partner fra Italia e Slovenia. “L’obiettivo – aggiunge l’assessore Schuler – è quello di sensibilizzare la popolazione, e di far comprendere che anche i lupi sono parte della natura e dunque devono essere accettati e tutelati”.

Il progetto organizzato in Val d’Ultimo con il coordinamento della biologa Eva Ladurner, ha consentito agli scolari di apprendere numerose nozioni circa la vita e il comportamento del lupo, anche per quello che riguarda la complicata convivenza con l’uomo. Dato che questi animali sono predatori e si cibano principalmente di pecore, nel corso dell’ultimo secolo la loro presenza è stata sostanzialmente annullata, salvo poi riprendere quota a partire dagli anni ’70, periodo nel quale è stato anche avviato un percorso di tutela. “Le misure di protezione delle greggi – ha spiegato la Ladurner – sono importanti per ridurre al minimo le possibili fonti di conflitto tra uomini e lupi, ma il vero salto di qualità è rappresentato dalla convivenza”.

Dal punto di vista pratico, come illustrato da Martin Unterkofler, pastore da oltre 20 anni con un gregge formato da 1.000 pecore e 200 bovini distribuiti su due malghe, le strade sono due: cani da guardia oppure recinzioni elettriche. Per quanto riguarda il primo punto, va detto che i cani da guardia non cacciano, non spaventano il gregge, ma lo sorvegliano diventandone di fatto parte integrante. Grazie alle esperienze maturate nelle regioni europee dove il lupo non si è mai estinto, si può affermare che la presenza dei cani da guardia non elimina del tutto le predazioni dei lupi, ma di sicuro le riduce in maniera notevole. Secondo gli esperti il periodo più più critico per gli attacchi del lupo è la notte, durante la quale gli animali devono essere radunati ed è necessaria anche la presenza del pastore. Per proteggere un gregge di 500 capi, sono necessari due o tre caniadeguatamente addestrati.

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