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Immigrazione: Regione Veneto si oppone al trasferimento di 100 profughi alla Caserma Volpago

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Struttura vecchia, fatiscente, inadatta ad ospitare persone, rischio di tende in pieno inverno

immigrati-accoglienza

 Venezia – “I Governi cambiano, i Prefetti cambiano, i problemi restano addosso ai territori. L’ex polveriera di Volpago è solo l’ultima vicenda scandalosa. Rivolgo un appello al neo Ministro Minniti: faccia qualcosa di concreto, perché la situazione peggiora di ora in ora, ed è urgentissimo porre rimedio ai danni provocati da un Governo che non ha saputo programmare e da un’Europa che si è voltata dall’altra parte”.

Lo ha detto oggi il Presidente della Regione Luca Zaia, parlando con i giornalisti a margine di un evento pubblico a Padernello di Paese (Treviso).
“Gli ultimi dati disponibili – ha rivelato Zaia – dicono che in Veneto sono arrivati 28 mila immigrati, dei quali 12 mila attualmente ospitati in strutture e 16 mila scomparsi nel nulla, divenuti fantasmi senza nome, senza arte né parte, senza presente e senza futuro. Un problema, per loro e per i territori, ma anche un pericolo, perché la lista dei coinvolti in attività criminose a cominciare dallo spaccio si allunga di giorno in giorno”.
“Due terzi di loro – ricorda Zaia – non hanno le caratteristiche del profugo, e così è anche per i cento che si vogliono mettere a Volpago, in una struttura vecchia, fatiscente, inadatta ad ospitare persone, con la prospettiva delle tende in pieno inverno. Scandaloso. Sono con i sindaci dell’area e i loro cittadini: dico no, così come dico un no totale al rilascio delle carte d’identità ai richiedenti asilo. La carta d’identità è il documento dei documenti per i cittadini residenti e non può diventare una specie di lasciapassare per chiunque. Al massimo, suggerisce Zaia, si rilasci un foglio provvisorio che attesta l’identità e lo stato di richiedente asilo finchè la Commissione preposta non lo riconoscerà o lo respingerà”.
Rivolgendosi al nuovo Ministro dell’interno Minniti, Zaia ha detto: “abbia il coraggio istituzionale di riconoscere gli errori compiuti finora, si organizzino centri di prima accoglienza in Nordafrica, si identifichino lì le persone, si inviino attraverso corridoi umanitari i malati e i veri bisognosi e si respingano gli altri. Se si farà così troverà consensi nel popolo e appoggio da tante istituzioni”.

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