NordEst

Il ritorno degli stambecchi sulle Pale (LE FOTO)

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Era il 2000, quando avvenne il rilascio nella Val Pradidali, all’interno di un progetto di reintroduzione nel Parco dello stambecco (Capra ibex), cinque maschi e cinque femmine provenienti dalle Alpi Marittime.
La colonia fu rinforzata nei successivi due anni fino al raggiungimento di 30 capi ed è arrivata ai massimi livelli nell’anno 2007 con 55-60 esemplari.

Si è fortemente ridimensionata nel 2008 a causa dell’epidemia di rogna sarcoptica fino a raggiungere circa una ventina di esemplari, un numero che non assicura la sua conservazione nel tempo. È così che Parco, Provincia autonoma di Trento e Provincia di Belluno hanno firmato un Protocollo di intesa nel quale è prevista la prosecuzione dell’operazione di reintroduzione dello stambecco.

Gli esemplari sono stati catturati nel gruppo montuoso delle Marmarole (Centro Cadore) dove è presente una colonia di stambecchi i cui fondatori provenivano dal Canton Grigioni (Svizzera) e traslocati in una località sul confine fra la Provincia di Belluno e quella di Trento, fra Gosaldo e Sagnon Mis.

Alle operazioni di cattura e di rilascio hanno partecipato il personale del Corpo Forestale dello Stato, della Provincia di Belluno, della Provincia di Trento e del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino.
Il progetto prevede la cattura di 20 stambecchi, di cui dieci esemplari nel periodo primaverile 2010 ed ulteriori dieci capi nel periodo primaverile 2011 nel gruppo montuoso delle Marmarole (centro Cadore) ed il rilascio, individuato sulle Pale.

Accanto alla presenza dell’Assessore della Provincia di Belluno, Silver De Zolt e ai tecnici delle realtà istituzionali coinvolte nel progetto, per il Parco Naturale erano presenti al rilascio il Presidente, Pierantonio Cordella e il Direttore, Ettore Sartori che ha avuto modo di sottolineare il significativo aspetto transfrontaliero del progetto nello spirito del riconoscimento delle Dolomiti patrimonio dell’Umanità – Unesco e come ulteriore tassello nella direzione della biodiversità. “Un progetto importante – ha aggiunto – perché rinforza la presenza dello stambecco sulle Pale di San Martino permettendo di continuare un progetto che vede impegnato il Parco da dieci anni”. 

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