NordEst

IL DIBATTITO/Valanghe. Il Governo chiede il carcere, ma l’Aula frena

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Valanghe dite la Vostra

L’Aula frena sul carcere – Dopo le proteste dell’intero mondo dell’alpinismo, al quale avevano dato appoggio anche gli esperti di montagna, il Senato ha fatto retromarcia. Prima con un emendamento – a cui avevano lavorato anche i senatori trentini Sergio Divina (Lega) e Giacomo Santini (Pdl) – che prevedeva multe da 500 a 5 mila euro a chi praticasse fuoripista, attività escursionistica in montagna e scialpinismo in presenza di pericolo di grado 4 e 5 "certificato" dai bollettini nivologici di Aineva o Meteomont. Poi con una soluzione ancora più "morbida". Lo stesso Divina, supportato dai senatori Svp e dai valdostani, ha ottenuto che la regolazione della materia sia demandata al Governo.

La prima proposta –
Il carcere per chi, provocando una valanga, si rende responsabile della morte di altre persone. Ma anche 5000 euro di ammenda per chi scia fuori pista o compie escursioni in montagna quando c’e’ una situazione di pericolo concreto indicata nei bollettini nivo-meteorologici. Il provvedimento, si apprende, e’ contenuto in un emendamento del Governo, su proposta del Dipartimento della Protezione Civile, al decreto legge emergenze in discussione al Senato. L’emendamento è stato presentato in commissione Ambiente dal relatore, il presidente Antonino D’Ali, e ha ricevuto il via libera: sarà ora l’Aula del Senato a decidere se approvarlo o meno. Nel testo si prevede una sanzione amministrativa pecuniaria di 5mila euro per chi non ottempera alle disposizioni indicate nei bollettini meteo. Sanzione che scatterà sia per chi scia fuori pista sia per chi va a fare un’escursione in montagna. Nel caso in cui il comportamento di sciatori ed escursionisti provochi un disastro con morti e feriti, scatta l’ipotesi di reato e il carcere.

"Messner: no isterismi" – "La minaccia di multe e carcere per chi provoca una valanga è una reazione isterica". Commenta così Reinhold Messner il provvedimento, contenuto in un emendamento del governo al decreto legge emergenze, che prevede il carcere per chi provoca una valanga con vittime e 5 mila euro di multa
per chi ignora le indicazioni di pericolo del bollettino valanghe. Secondo messner, "con iniziative legislative di questo genere si uccide l’alpinismo".

Fistarol: "Norma che non conosce la realtà vera della montagna
– “E’ una norma concepita da chi si occupa allo stesso tempo di terremoti, di Haiti e di mille altre cose e non conosce la realtà vera della montagna”. Commenta così il senatore del Partito Democratico, Maurizio Fistarol, il provvedimento, contenuto in un emendamento del governo al decreto legge emergenze, che prevede il carcere per chi provoca una valanga con vittime e 5mila euro di multa per chi ignora le indicazioni di pericolo del bollettino valanghe. Per l’esponente del Pd si tratta di “un provvedimento che nasce sull’onda dell’emotività per quanto è accaduto e non sufficientemente ponderato perché non sono stati consultati adeguatamente i soggetti che operano e conoscono la montagna anche in situazioni di emergenza”.

“E’ un emendamento – ha continuato Fistarol – dettato più dalla necessità di mandare un messaggio all’opinione pubblica e che rischia di essere inefficace. Ci sono già fattispecie penali che possono essere applicabili alla produzione di valanghe e al fatto di determinare morti. La strada auspicabile è quella di una norma più generale. Sicuramente è una questione che va posta e io stesso avevo sollevato il problema di elaborare nuove regole per la sicurezza in montagna, ma avevo anche proposto che si creasse una commissione tecnica in maniera che si esaminassero in modo molto puntuale le problematiche. E questo perché non è accettabile che le norme vengano scritte dalla Protezione Civile che si occupa di terremoti come di Haiti come di valanghe come di tutto. Questa è una materia specifica e il governo non ha sentito nessuno”.

“La mia proposta è di creare una norma di carattere generale che demanda poi ad un provvedimento del governo più specifico, ma solo dopo un lavoro di consultazione con i soggetti che conoscono bene la materia. E’ necessario, infine, anche sviluppare delle capillari campagne di prevenzione e informazione che – ha concluso Fistarol – sono più efficaci di norme penali ad effetto”.

Valanghe dite la Vostra

Otto morti nel weekend, quattro solo nel Triveneto
E’ salito a otto il tragico bilancio delle vittime delle valanghe nel fine settimane; un weekend di morte in Piemonte, Lombardia, Veneto e Trentino. Questa mattina è stato recuperato dal Soccorso alpino del Veneto il corpo di uno scialpinista 63enne travolto dalla neve in Val Visdende, nel Bellunese. E’ deceduta a Bergamo, per una gravissima ipotermia, la donna di 49 anni travolta ieri da una valanga sul Monte Grona, a Plesio, nel Comasco. Tra i feriti, è in gravi condizioni un 45enne ricoverato all’ospedale San Geraldo di Monza.

L’Emergenza valanghe resta alta a "livello quattro" in trentino, Lombardia e Veneto. Ieri in Piemonte, due persone che stavano andando a piedi lungo un sentiero transennato e chiuso, a Salecchio in Val d’Ossola, sono state travolte e uccise da un lastrone di ghiaccio che si è staccato dalla montagna. Nella regione si è registrato anche un altro incidente, meno grave: ad Angrogna uno sciatore è stato investito da una valanga, ma è stato estratto subito. In provincia di Trento un uomo è stato travolto dalla neve sull’altipiano della Vigolana, vicino al rifugio Malga de Rocca: le sue condizioni sono di media gravità. In Lombardia, sempre ieri mattina è stato recuperato il corpo del gestore del rifugio Buzzoni, in Valsassina, provincia di Lecco. L’uomo è stato travolto e ucciso da una slavina staccatasi dalla montagna ieri. Nel Comasco, una valanga ha travolto la donna deceduta questa mattina e ferito un uomo. Nel bergamasco sul Monte Gren ieri pomeriggio è stato travolto il 45enne tuttora ricoverato all’ospedale San Gerardo di Monza.

In Veneto, il corpo senza vita di uno sciatore è stato recuperato sempre nella giornata di ieri nel Bellunese dal soccorso alpino; è stato travolto a dalla valanga caduta sul Cimon di Palantina, in Alpago, mentre un suo compagno è in gravi condizioni. Sabato, due giovani sciatori sono morti sul monte Baldo nel Veronese, travolti da una valanga con un fronte di 30-40 metri; un terzo è rimasto ferito.

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