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IL CONFRONTO IN AULA/A Trento seduta congiunta del Consiglio provinciale con le Autonomie locali (DOCUMENTI)

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Prima del vertice fra il governo e il presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, il vicepresidente Alessandro Olivi ha incontrato Lorenzo Guerini, braccio destro di Matteo Renzi, rendendo nota la disponibilità della PAT a rinunciare ai ricorsi alla Corte Costituzionale, in cambio di spazi finanziari in deroga al patto di stabilità. A Trento confronto tra autonomie locali e Provincia

PRIMA SEDUTA NUOVO CONSIGLIO PROVINCIALE DOPO ELEZIONI 2013

Trento – Aula gremita, martedì mattina in Consiglio provinciale per l’annuale seduta congiunta con la “Conferenza permanente per i rapporti tra la Provincia e le autonomie locali” dedicato questa volta alle relazioni con l’Europa. Europa ritenuta un riferimento irrinunciabile dalla maggioranza e considerata “nemica” dell’Italia e delle autonomie locali dall’’opposizione. Tre su quattro le Risoluzioni approvate al termine di una discussione durata quasi fino alle 14.

Testo intervento presidente Consiglio Bruno Dorigatti (pdf)

Testo intervento presidente prima Commissione Luca Zeni (pdf)

Testo intervento presidente consiglio autonomie locali Paride Gianmoena (pdf)

La prima Risoluzione, approvata con tre astensioni e alcuni non partecipanti al voto, firmata da Lucia Maestri del Pd e da altri membri della Commissione consiliare da lei presieduta, impegna la Giunta provinciale e il Consiglio delle autonomie locali a sottoscrivere la “Carta della governance multilivello in Europa”. La Carte prevede di promuovere la partecipazione dei cittadini al ciclo politico, di cooperare strettamente con altri enti pubblici di governo adottando una mentalità che vada oltre le frontiere, le procedure e gli ostacoli amministrativi tradizionali, di promuovere una mentalità europea negli organi di politici e nelle amministrazioni, di rafforzare l’apprendimento delle politiche tra tutti i livelli di governante e di creare reti tra i nostri organi politici e le nostre amministrazioni dal livello locale a quello europeo e viceversa.

Sì con l’astensione di Giovanazzi anche alla Risoluzione proposta da Walter Viola e modificata d’intesa con la Giunta, che impegna l’esecutivo provinciale e il Consiglio delle autonomie locali ad andare incontro alle esigenze delle famiglie e delle imprese riducendo gli oneri burocratici e amministrativi, l’agevolazione dell’accesso al credito, la revisione dei canoni di locazione degli alloggi pubblici e il potenziamento della prevenzione degli sfratti e di locazioni a canoni moderati con misure idonee, e infine il potenziamento della cooperazione per favorire l’inserimento e il reinserimento lavorativo.

La terza Risoluzione approvata con quattro voti di astensione, reca la firma del presidente della Giunta Ugo Rossi e si riferisce alla revisione della riforma istituzionale prefigurata dal disegno di legge 47 dell’assessore Daldoss. Il dispositivo impegna la Giunta e il Consiglio provinciale a riconoscere il ruolo del Comune, a rivedere l’assetto istituzionale in un’ottica di semplificazione del quadro degli attori assicurando l’equilibrio decisionale tra città e valli e valorizzando i singoli territori. La Risoluzione prevede poi una distribuzione delle risorse finanziarie che assicuri livelli omogenei di servizi per i cittadini e investimenti capaci di rilanciare la competitività, la promozione di misure che garantiscano livelli qualitativi adeguati dei servizi a favore di tutti, l’individuazione preliminare e il monitoraggio degli obiettivi di spesa e la conseguente tempistica che i Comuni trentini dovranno raggiungere con l’attivazione delle gestioni associate, e infine l’incentivazione dei processi di fusione dei Comuni.

Respinta, invece, con 14 voti favorevoli e due asetnuti, la Risoluzione proposta da Rodolfo Borga di Civica Trentina per impegnare la Giunta a tener conto che nel governo dei territori il fattore economico non può essere il solo ad ispirare le scelte amministrative, a prevedere un’equa distribuzione territoriale dei sacrifici tra i centri urbani di rilevanti dimensioni e le cosiddette periferie, a prevedere che nel settore della sanità ogni eventuale tagli di servizi che non si possa evitare sia preceduto dalla previsione e dall’attuazione di modelli organizzativi tali da non peggiorare il servizio attualmente garantito, a valorizzare il ruolo dei Comuni e degli amministratori locali, riconoscendo l’importanza che essi hanno per il governo della Comunità trentina, ad inserire nel ddl 47 dell’assessore Daldoss meccanismi di determinazione preliminare degli obiettivi finanziari che si ritiene possano essere raggiunti con la gestione in forma associata, sulla base dei quale verificare a posteriori l’efficienza gestionale dei Comuni e cui collegare l’eventuale irrogazione di sanzioni di carattere finanziario a carico dei Comuni che non raggiungono tali obiettivi, e infine a predisporre un’analisi dei risparmi che si prevede possano essere realizzati in virtù del nuovo assetto istituzionale, con indicazione dei tempi entro i quali i risultati di contenimento della spesa pubblica debbono essere raggiunti.

Gli interventi introduttivi.

Testo intervento presidente Consiglio Bruno Dorigatti (pdf)

Testo intervento presidente prima Commissione Luca Zeni (pdf)

Testo intervento presidente consiglio autonomie locali Paride Gianmoena (pdf)

Il presidente della Giunta provinciale di Trento, Ugo Rossi ha ricordato i due obiettivi ravvicinati che attendono il Consiglio provinciale: la revisione della riforma istituzionale e la legge finanziaria, primo vero bilancio del quinquennio iniziato alla fine del 2013. Per Rossi le autonomie locali vanno considerate un sistema integrato con la Provincia. E far funzionare bene questo sistema è un dovere per garantire uno sviluppo coordinato dell’intero territorio chiamato ad affrontare la crisi e a valorizzare il sistema delle autonomie attraverso un rapporto di sinergia tra città e valli, centro e periferie. Per Rossi “il principio di sussidiarietà rischia di essere vanificato dall’impossibilità tecnico-logistica delle autonomie locali di assolvere i nuovi compiti. Per questo i processi di fusione delle autonomie locali sono fondamentali. E questo – ha osservato il presidente – è forse anche un merito delle comunità di valle”. Per il presidente la comunità ha un ruolo centrale come sede di mediazione dialettica con la Provincia sulle decisioni da realizzare nei territori. “A questo serve la procedura dell’intesa debole, che risponde all’esigenza di accordarsi con i territori per intervenire in tempi certi. Scommettendo – ha proseguito Rossi – sulla capacità delle amministrazioni locali di farsi carico del mandato di portare una visione che vada al di là del campanile, chiamando a raccolta tutta una valle o un territorio per essere protagonisti del proprio futuro. Rossi ha concluso affermando che l’attuale revisione della legge istituzionale “non è una vittoria dei Comuni contro le comunità, ma la riforma delle comunità con i comuni che diventano protagonisti attivi, consapevoli e responsabili nell’immaginare il proprio destino comunitario”.

La discussione.

Rodolfo Borga (Civica Trentina) ha fortemente criticato l’orientamento della Risoluzione sull’Europa le cui scelte finiranno per penalizzare nei fatti le autonomie locali.

Per Giacomo Bezzi di Forza Italia occorre che le amministrazioni locali intercettino le risorse messe a disposizione del piano settennale europeo per dare lavoro ai nostri giovani. “Ma – ha aggiunto – il Trentino dell’autonomia su questo fronte è in grave ritardo”.

Secondo Claudio Civettini (Lega) il problema dei sindaci trentini è di avere ruolo e poteri adeguati. “Parliamo di Europa ma il problema è dare ai Comuni deleghe chiare eliminando enti intermedi e sovrapposizioni”.

Per Marino Simoni di Progetto Trentino le istituzioni e la politica oggi devono rispondere ai problemi dell’economia, del lavoro e delle imprese. Per questo serve un patto di solidarietà per la governance. Simoni ha anche lamentato la mancanza di riferimenti alla Regione segnalando l’esigenza di un raccordo tra i consorzi dei Comuni di Trento e di Bolzano in funzione delle capacità di questi organismi di pesare di più nelle decisioni.

Filippo Degasperi dei 5stelle ha ricordato come il proprio movimento sia orgoglioso di essere accusato di populismo se questo significa non aver paura di confrontarsi con il popolo, diversamente dall’Europa dei banchieri costruita negli ultimi trent’anni. Per Degasperi l’Europa delle banche vuole la distruzione del sistema economico e del welfare dell’Italia, imponendo sacrifici al popolo e ai territori, con l’unico obiettivo di farci pagare gli interessi sul debito pubblico. Per Degasperi “si dovrebbe dire basta a questo meccanismo diabolico”.

Per Maurizio Fugatti della Lega per non essere omologati alle autonomie ordinarie, il presidente dell’autonoma speciale del Trentino deve “alzare il tiro e il livello dello scontro con il potere romano. Oggi – ha proseguito – si parla di tagli degli ospedali di periferia, dei punti nascita e di introdurre i ticket sanitari. Ma noi non dobbiamo fare i ragionieri. Lei – ha detto Fugatti rivolto a Rossi – deve alzare il livello dello scontro con Roma facendo il presidente autonomista di una Provincia autonoma e non il ragioniere dell’autonomia. Altrimenti l’anno prossimo le cose per il Trentino peggioreranno di pari passo con i conti dello Stato. Occorre alzare il livello dello scontro come ha fatto la Regione Veneto con la richiesta del referendum sull’autodeterminazione e la Provincia autonoma di Bolzano”.

Il presidente Rossi ha subito replicato a Fugatti ricordando come l’accordo con l’Austria che Trentino e Alto Adige si accingono a fare sia valido per entrambe le Province. “Se riusciremo ad ottenere un’ulteriore garanzia di livello internazionale – ha spiegato – questa interesserà quindi anche il Trentino”. Quanto al livello dello scontro da alzare, Rossi ha rammentato che tutte le volte che ciò è avvenuto con i governi ogni successiva manovra finanziaria nazionale ha tagliato risorse alla nostra Provincia. “Se l’alternativa è tra il ragioniere e il demagogo – ha proseguito Rossi – allora scelgo di fare il ragioniere, perché con la demagogia non porto a casa nulla”. “Anziché quello dello scontro alziamo il livello comprensione del momento difficile che stiamo attraversando e che richiede maggiore unità e non di sfruttare i problemi per fare piccola propaganda politica che porta solo a schiantarsi contro un muro”.

Erica Rigotti, sindaco di Isera, ha ricordato il bisogno di stabilità dei Comuni che non chiedono di cambiare la legge istituzionale, per potersi muovere con chiarezza e capire come operare. Ha poi contestato l’obbligo degli acquisti telematici “che impone di comprare a Palermo la carta acquistabile a Rovereto. Per fortuna il Trentino non ha ancora fatto la centrale unica degli acquisti e speriamo proprio di non andare in questa direzione”.

Il presidente del Cal Gianmoena ha raccomandato di non alzare il livello dello scontro. A suo avviso il problema oggi è l’autorevolezza delle nostre istituzioni che si ottiene non con lo scontro ma solo aumentando il confronto. E l’unico modo per ripristinare un confronto costruttivo con Roma è riordinare le nostre istituzioni.

Massimo Fasanelli del gruppo misto ha dissentito dal presidente Rossi, perché nella proposta di revisione della riforma istituzionale i sindaci andrebbero inseriti nell’organo esecutivo delle comunità di valle. Occorrerebbe anche prevedere la presenza di rappresentanti delle minoranze dei consigli comunali all’interno delle comunità”.

Per Walter Kaswalder (Patt) il ddl istituzionale proposto dalla Giunta è un buon provvedimento perché garantisce qualità ai servizi degli enti locali pur con minori risorse disponibili. A suo avviso per fronteggiare i tagli imposti dallo Stato occorre fare quadrato al di là delle distinzioni politiche, per assicurare ai cittadini servizi adeguati. Unire le forze può servire anche per acquisire i finanziamenti europei di cui le imprese trentine sul territorio hanno estremo bisogno. Anche per questo occorre coinvolgere nelle scelte i Comuni e le comunità.

Il sindaco di Denno Fabrizio Inama ha esortato a salvaguardare e valorizzare il territorio dalla speculazione immobiliare avvenuta negli ultimi decenni. A suo avviso bisognerà investire sulla programmazione urbanistica e, in questo campo, sulla semplificazione. D’accordo con il sindaco di Isera, Inama ha lamentato “la miriade di vincoli che costringono i sindaci a troppi adempimenti mentre occorrono bocce ferme”. I Comuni, poi, hanno bisogno di una dotazione adeguata di personale.

Gianpiero Passamani dell’Upt ha sottolineato che non esiste differenza di valore tra Consiglio provinciale, Comunità e Comuni. Tutti devono collaborare concretamente in questo momento delicato per la tenuta dell’autonomia. Se ci presentiamo divisi e ognuno con la propria bandiera le cose per il Trentino andranno male. Serve un passo indietro da parte di tutti per dare a ai cittadini servizi di qualità.

Per Giuseppe Detomas (Ual) uno dei problemi fondamentali riguarda la formazione e la selezione delle classi dirigenti. Occorre dare a queste persone la capacità di affrontare i problemi. Serve anche la consapevolezza del patrimonio di civismo che ci contraddistingue, del valore del volontariato e della cooperazione. La grande diffusione di enti sul territorio ci consente di formare la futura classe dirigente.

Secondo Antonietta Nardin, sindaco di Cembra, occorre che Comuni e Comunità, punti di riferimento primari per i cittadini, non siano solo destinatari ma protagonisti della riforma istituzionale che altrimenti risulterà di difficile applicazione”. E ha poi ricordato i vantaggi portati dall’Unione europea anche se servirebbe maggiore informazione perché spesso i bandi comunitari sono quasi sconosciuti o accessibili solo agli addetti ai lavori.

Lucia Maestri (Pd) ha sottolineato che la nostra autonomia può sopravvivere solo dentro il sistema delle relazioni nazionali ed europee. E ha ricordato gli obiettivi della risoluzione sulla Carta della governance multilivello in Europa proposta dalla Commissione consiliare da lei presieduta. Anche per il Trentino si tratta, come chiede la Risoluzione, di sviluppare la democrazia diffusa nei rapporti con lo Stato, le altre regioni e l’Europa. Maestri ha respinto al mittente e al più bieco dibattito politico le posizioni antieuropeiste.

Per la presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Balladrini oggi serve una più forte sinergia tra enti per rispondere alle economiche, del sociale e del lavoro, superando il divario tra centro e periferia, città e valli. Per questo vanno coinvolti i territori soprattutto nel percorso della nuova riforma istituzionale avviato attraverso il confronto con il Cal e nella prima Commissione, raccogliendo il contributo di tutti e valorizzando l’autonomia dei territori.

Il capogruppo di Progetto Trentino Walter Viola ha presentato la Risoluzione da lui proposta insieme ad altri consiglieri evidenziando anche una forte preoccupazione per la riforma del Titolo V della Costituzione avviata a livello statale con l’esplicita intenzione del governo di abolire le regioni a statuto speciale. Per la Provincia non basta allora difendersi ma anche di ridare senso alle nostre prerogative. Ha poi illustrato la Risoluzione proposta dalle minoranze perché tutti gli enti locali facciano sistema impegnandosi a dare così adeguate risposte ai problemi delle imprese e dei giovani in difficoltà.

Mario Tonina dell’Upt ha ribadito la necessità del dialogo e non allo scontro per poter risolvere i problemi. Soprattutto il Consiglio provinciale deve rendersi interprete di quest’esigenza con riforme importanti come quella istituzionale di cui si sta discutendo. A suo avviso “potremo risolvere i nostri problemi solo in una prospettiva europea. Se la Provincia ha storicamente raggiunto risultati lusinghieri il merito è dalla cooperazione, del volontariato e dell’autonomia esercitata negli ultimi sessant’anni”.

Anche per il capogruppo del Pd Alessio Manica il processo di revisione della riforma istituzionale avviato permette di “darsi una scrollata” rivedendo il modello di governance con cui abbiamo gestito fin’ora il territorio. Non è vero per Manica che questa riforma prende atto del fallimento delle comunità: viene invece mantenuto l’obiettivo di mantenere le competenze di questi enti per costruire nelle valli una capacità di autogoverno dal basso. Certo “la riforma istituzionale fino ad oggi non ha funzionato appieno. Si tratta allora di superare la parcellizzazione delle visioni che in questi anni ne ha limitato l’efficacia. L’importante è aver stabilito con la nuova legge che ogni scelta deve passare dal Consiglio delle autonomie locali”.

Per Alessio Migazzi, presidente della Comunità valle di Sole, sulla revisione della riforma istituzionale serve un patto di collaborazione tra le istituzioni che permetta ai cittadini di comprendere perché questo tema è importante. “Si tratta di farsi carico dei processi di comprensione che c’è l’esigenza di fare grandi riforme”. Migazzi ha chiesto alla Provincia di farsi carico delle istanze dei cittadini in merito ai servizi sanitari sul territorio, e ha chiesto al presidente Rossi di proseguire sulla strada dell’Euregio.

Per Lorenzo Baratter, capogruppo del Patt in Europa l’autonomia del Trentino avrà bisogno di un’ulteriore legittimazione. Secondo Baratter lo stato di salute dei rapporti fra Trento e Bolzano non è mai stato così positivo. In questo momento per l’autonomia è necessario proseguire nel dialogo con Roma per arrivare ad un accordo definitivo sulla questione finanziaria. Il problema per Baratter riguarda “la percezione del valore e del significato dell’autonomia che oggi i trentini non possiedono in modo adeguato, e non certo per colpa loro”.

Il sindaco di Stenico Monica Mattevi ha messo l’accento sul ruolo del Consiglio delle autonomie locali che emerge dal ddl di riforma istituzionale. Giusto a suo avviso ridurre il numero dei componenti, ma al Cal vanno attribuite competenze più significative con il suo pieno coinvolgimento su scelte strategiche per lo sviluppo del Trentino. Sulla riforma occorre quindi un confronto tra Giunta Consorzio dei Comuni e Cal per introdurre alcuni necessari correttivi.

Le dichiarazioni di voto finali sulle Risoluzioni.

Borga (Civica) nelle dichiarazioni di voto in merito alla Risoluzione approvata per la sottoscrizione della Carta europea della governance, ha ricordato che per l’Europa l’Italia è una sorta di bambino problematico. E ha concluso: “non ho mai visto niente di più lontano di questa Carta europea a cui si vorrebbe aderire con la Risoluzione”.

Bezzi (FI) ha giudicato questa mattinata “persa in proclami sulla concertazione”. E ha dichiarato di non voler votare o di astenersi.

Civettini (Lega) ha osservato che il problema dei Comuni è di non essere più messi nelle condizioni di doversi rivolgere alla Provincia con il cappello in mano. Per Civettini gli unici problemi di coesione riguardano la maggioranza e la Giunta sui temi che contano di più.

Maestri (Pd) ha rinfacciato a Bezzi di aver condiviso in Commissione la Risoluzione da lui ora contestata in aula.

L’assessore Daldoss ha motivato il no della Giunta alla risoluzione di Borga, respinta dopo che il consigliere ne aveva letto il dispositivo, “Questo testo – ha spiegato Daldoss – disegna nelle premesse un Trentino che non c’è”. E ha poi ricordato che le richieste contenute nel dispositivo trovano già risposta nel ddl di riforma istituzionale. 

Nel presentare la Risoluzione proposta da Viola e poi approvata con il consenso della Giunta espresso dall’assessore Daldoss a seguito a una modifica concordata, Marino Simoni (Progetto Trentino) ha ricordato come l’obiettivo sia di stimolare lo sforzo richiesto agli enti locali per andare incontro ai bisogni delle famiglie e delle imprese tenuto conto della disponibilità delle risorse.

Borga ha ripreso la parola per replicare all’assessore Daldoss denunciando ancora una volta come oggi il vero tabù sia la critica ad un’Europa dove l’Italia sta finanziando con 50 miliardi di euro la Germania. Un’Europa che identifica il male con i Comuni e gli enti locali considerati fonte di sprechi, “cosa non vera”.

Nerio Giovanazzi di Amministrare il Trentino ha motivato la propria astensione stigmatizzando la bocciatura della risoluzione di Borga solo per motivi di schieramento.

Fugatti (Lega) ha preannunciato il voto a favore della Risoluzione di Viola “anche se dice cose ovvie”.

Approvata infine la Risoluzione proposta dal presidente Rossi con 4 astenuti e illustrata dall’assessore Daldoss, che ha segnalato come tutti possano riconoscersi in questo testo al di là dei diversi schieramenti politici.

Civettini (lega) ha invitato a ripensare la formula della seduta congiunta visto il calo di partecipazione dei rappresentanti delle amministrazioni locali.

Fasanelli (gruppo misto) si è espresso a favore della Risoluzione della Giunta nonostante la bocciatura di alcuni emendamenti da lui proposti alla riforma istituzionale, apprezzando comunque l’incentivo ai processi di fusione dei Comuni inserito nel dispositivo.

Fabrizio Inama, sindaco di Denno, è nuovamente intervenuto per rivendicare la libertà e l’autonomia dei Sindaci. “Sentirmi dire che parlo perché condizionato da qualcuno mi dà molto fastidio”. Civettini ha replicato precisando di non aver inteso criticare i sindaci.

Infine Borga ha rivendicato la diversità della sua Risoluzione rispetto a quella della Giunta sul ddl 47, richiamando il fatto che è sbagliato ragionare in termini di costi dei consigli comunali, che sono irrisori. 

 

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