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I gioielli italiani di El Greco a Treviso

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Una trentina di opere per rendere omaggio al periodo trascorso nella Penisola dal genio del ‘500

demetrio

Treviso – Saranno una trentina le opere di Domenikos Theotokopoulos, detto El Greco, a rendere omaggio al periodo italiano del genio del ‘500, mettendo in scena a Treviso la più grande retrospettiva mai organizzata prima sul periodo giovanile dell’artista, intitolata ‘El Greco in Italia. Metamorfosi di un Genio’ (dal 24 ottobre prossimo al 10 aprile 2016 a Casa dei Carraresi). Molte di queste saranno esposte in Italia per la prima volta, accompagnate da altrettanti capolavori di grandi artisti che influenzarono il suo lavoro, o ne furono a loro volta influenzati, da Tiziano a Picasso, da Parmigianino a Bacon.

Fra le opere di El Greco esposte ci sarà il ‘San Demetrio’ (ante 1567), da collezione privata. La mirabile icona, di recente scoperta e attribuzione a El Greco, è testimonianza della prima attività del pittore in obbedienza ai principi della ‘maniera greca’, e viene esposto per la prima volta non solo al grande pubblico, ma anche alla comunità degli studiosi. Proveniente dalla Galleria estense di Modena ci sarà poi l’altarolo (1567-1568 circa), opera chiave per la ricostruzione dell’attività de El Greco in Italia, che rappresenta l’irreversibilità della scelta della ‘maniera moderna’ da parte di un pittore formato nell’ambito delle derive della cultura bizantina. Fu rintracciata e pubblicata dal grande storico dell’arte Rodolfo Pallucchini nel 1937.

Altra chicca l”Adorazione dei Pastori’ (1568-1569 circa), dal danese J.F. Willumsens Museum. L’opera appartiene agli anni del soggiorno romano, con la presenza di suggestioni derivate dalla frequentazione del circolo artistico gravitante intorno alla figura del Cardinale Alessandro Farnese, e fu recuperata e pubblicata dal primo grande studioso del periodo italiano di El Greco, Jens Ferdinand Willumsen. La ‘Guarigione del Cieco’ (1573 circa), proveniente dalla Galleria Nazionale di Parma, offre sullo sfondo tracce del soggiorno romano, dove El Greco rappresenta le terme di Diocleziano; inoltre, sulla sinistra, si possono scorgere i ritratti di Alessandro Farnese Junior e Juan de Austria, eroi dell’impresa di Lepanto legati al pittore da un rapporto di buona conoscenza, se non proprio di amicizia. Da una collezione privata proviene la ‘Crocifissione’ (1575-1577 circa), per la prima volta in mostra in Italia, risalente all’ultimo periodo del soggiorno di El Greco nel nostro Paese, parte del gruppo in mostra dedicato alla rappresentazione del tema del Crocifisso sulla lezione di Michelangelo.

Dedicata al decennio 1567-1576, il periodo che l’artista trascorse in Italia, la mostra racconterà, attraverso spunti scientifici inediti, come il ‘viaggio’ nel nostro Paese abbia plasmato l’artista al punto tale da trasformarlo da iconografo del mondo ortodosso a genio visionario. L’allestimento si pone come coronamento delle mostre che hanno celebrato il quarto centenario della morte dell’artista (Toledo, 1614) in Grecia e in Spagna, rispettivamente suo Paese di nascita e di adozione. Patrocinata dalla Regione Veneto, dalla Provincia di Treviso e dal Comune di Treviso, grazie ai suoi straordinari contenuti artistici la mostra ha ricevuto anche il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che ne ha riconosciuto l’importanza, in collaborazione con il Polo Museale del Veneto. Il progetto ha inoltre potuto contare sul supporto di prestigiosi istituzioni museali e collezioni private di tutto il mondo, tra cui le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la Galleria Estense di Modena, la Galleria Nazionale di Parma, il J.F. Willumsens Museum in Danimarca, la Maison d’Art di Montecarlo, la Galleria Parmeggiani di Reggio Emilia, il Museo di Capodimonte di Napoli, la Pinacoteca di Bologna, la Schorr Collection di Londra, The Velimezis Collection di Atene, solo per citarne alcuni.

Organizzata da Kornice, di Andrea Brunello, con la collaborazione di Fondazione Cassamarca, la mostra nasce da un importante progetto scientifico che si basa su oltre mezzo secolo di studi del suo curatore, Lionello Puppi, emerito di Ca’ Foscari, uno dei maggiori studiosi al mondo de El Greco e massimo esperto del suo periodo giovanile, coadiuvato da un Comitato Scientifico internazionale composto da studiosi di prestigiose realtà accademiche: Serena Baccaglini, Alessandra Bigi, Nano Chatzidakis, Agnese Chiari Moretti Wiel, Robin Cormack, Andrea Donati, Mariella Lobefaro, Maria Paphiti, Paula Revenga Dominguez. Il percorso espositivo, suddiviso in quattro macro sezioni, coinvolgerà il pubblico in un viaggio sulle tracce dell’attività dell’artista tra Venezia, Roma e l’Italia centrale, dove El Greco ebbe modo di entrare in contatto diretto con la coeva arte di Tiziano, Bassano e Tintoretto, artisti che influenzarono profondamente la sua opera.

La prima parte introdurrà il visitatore attraverso un video emozionale che racconterà l’artista e gli aneddoti legati alla sua personalità carismatica e alla sua vita avventurosa; la seconda è dedicata a Creta, l’isola in cui è nato, all’epoca territorio veneziano, e al linguaggio della tradizionale icona bizantina che ha contraddistinto i suoi primi anni come artista; la terza parte, quella centrale e dominante della mostra, metterà a confronto le principali opere del periodo italiano con quelle di artisti che hanno fortemente influenzato il suo lavoro. Tra i capolavori offerti per il confronto il ‘San Francesco Riceve le Stimmate’ di Tiziano (1525 circa), la ‘Madonna di San Zaccaria’ del Parmigianino (1530-1533 circa), l’’Allegoria della Battaglia di Lepanto’ del Veronese (1572-1573 circa) e l’’Allegoria del Fuoco’ del Bassano (1580 circa).

La parte finale sarà dedicata alle influenze che El Greco ha esercitato sugli artisti delle avanguardie del ‘900, tra cui geni del calibro di Pablo Picasso e Francis Bacon. Saranno infatti in mostra i capolavori di questi artisti, regalando così al visitatore un viaggio tra l’arte rinascimentale e moderna che rivelerà, inequivocabilmente, come i colori acidi, il movimento ascensionale delle figure, l’impressionante rappresentazione psicologica dei ritratti, gli sprazzi di luce rubati alle tenebre tipici de El Greco abbiano incantato molti artisti famosi, secoli dopo la morte del Maestro, al punto tale da renderlo uno degli artisti più imitati al mondo. In occasione della mostra, Casa dei Carraresi, centro congressi ed esposizioni di Fondazione Cassamarca, ha riportato alla luce le sale dei Brittoni con i loro meravigliosi affreschi che saranno riaperte al pubblico. Nell’attesa della pubblicazione del catalogo della mostra, edito da Skira, aneddoti, curiosità sull’artista e il backstage della preparazione della mostra si possono seguire sulla pagina Facebook Mostre-Treviso e i profili Twitter e Instagram.

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