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Haiti, Potrebbero esserci 500mila vittime (VIDEO)

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Il bilancio si aggrava di ora in ora – Potrebbero essere centinaia di migliaia i morti causati dal devastante sisma di magnitudo 7,3 della scala Richter che ieri intorno alle 23, ora italiana, ha colpito Haiti . A fornire la tragica stima è stato il premier haitiano Jean Max Bellerive.

L’epicentro del terremoto è stato localizzato a 15 km a sud-ovest della capitale Port-au-Prince. Si sono registrate una decina di scosse che hanno raso al suolo la città: decine i palazzi crollati a Port-au-Prince, tra cui il Palazzo presidenziale e la sede dell’Onu. "Il Parlamento è crollato. Sono crollate le scuole. Sono crollati gli ospedali. Ci sono molte scuole con molte persone morte sotto le macerie. Tutti gli ospedali sono pieni di feriti. E’ una catastrofe", ha detto il presidente haitiano René Preval.

Alain Le Roy, responsabile delle missioni Onu di peacekeeping ad Haiti, ha riferito che i morti accertati nella sede sono "meno di cinque". Al momento, ha aggiunto, circa dieci persone "alcune vive, altre morte" sono state estratte dalle macerie. Molti altri sono tuttavia ancora dispersi. In precedenza il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon aveva detto che al momento del sisma nella sede vi erano 100-150 persone. Fra dispersi ci sono il capo missione Onu ad Haiti, il tunisino Hedi Annabi, e il suo vice il brasiliano Luiz Carlos da Costa.

Nel terremoto sono deceduti otto caschi blu dell’Onu di nazionalità cinese, mentre altri 10 peacekeeper di Pechino risultano dispersi, e tre militari giordani che partecipavano alla forza di peacekeeping ad Haiti. Il comando dell’Esercito di Brasilia ha poi comunicato che 11 militari brasiliani membri della missione di stabilizzazione delle Nazioni Uniti ad Haiti, sono morti. Sette militari sono rimasti feriti e vengono curati presso l’ospedale argentino della missione Onu e altri otto risultano dispersi.

Secondo le testimonianze nella città vi sono cadaveri per le strade e si scava con le mani sotto le macerie per salvare le persone rimaste sepolte. Almeno 200 risultano disperse dopo il crollo di un albergo di lusso che si trovava nei pressi del quartiere generale dell’Onu.

Molte chiese di Haiti sono state danneggiate dal sisma. ‘Port-au-prince è totalmente devastata. La Cattedrale, l’Arcivescovado, tutte le grandi chiese, tutti i seminari sono ridotti a macerie’, racconta il nunzio apostolico ad Haiti, l’Arcivescovo Bernardito Auza, in una testimonianza diffusa dall’agenzia Fides. Nel terremoto ha perso la vita monsignor Serge Miot, arcivescovo della capitale haitiana . Il suo corpo senza vita – riferisce Misna – è stato ritrovato sotto le macerie dell’arcivescovado.

Purtroppo non mancano atti di sciacallaggio. Sciacalli, ma anche gente affamata, hanno preso d’assalto i supermarket rimasti in piedi dopo il sisma. Non ci sono mezzi, né luce e sono difficilissime le comunicazioni. "Le reti di telefonia mobile non funzionano e le strade sono gravemente danneggiate", sottolinea Medici Senza Frontiere, che si dice "estremamente preoccupata per l’incolumità dei propri pazienti e del proprio staff".

Potrebbe intanto riaprire nelle prossime ore l’aeroporto della capitale haitiana, fondamentale per permettere l’arrivo degli aiuti umanitari. "L’aeroporto della capitale – ha riferito il ministero della Difesa del Brasile – è rimasto chiuso tutta la notte e la sua riapertura dipenderà dal risultato di un’ispezione che dovrà essere condotta dalle autorità per verificare lo stato della pista di atterraggio e di quella di decollo".

‘La maggior parte di Port-au-Prince è distrutta’, ha dichiarato la first lady dell’isola, Elisabeth Debrosse Delatour, citata dall’ambasciatore haitiano a Washington, Raymond Joseph. "Abbiamo parlato ieri sera con lei – ha riferito il diplomatico -, ci ha detto che lei ed il presidente stavano bene e così anche la maggior parte dei funzionari del governo, perché la maggior parte degli edifici governativi sono crollati dopo che gli impiegati erano andati via".

Intanto è scattata la macchina dei soccorsi. Per l’Italia il ministro degli Esteri Franco Frattini assicura che il nostro Paese ‘ ‘non lesinerà alcuno sforzo negli aiuti, coordinandosi con gli altri’. Oggi pomeriggio decolla da Ciampino alla volta di Port-au-Prince un Falcon 900 con a bordo un ‘advanced team’ incaricato di effettuare una prima ricognizione sul terreno sotto il profilo della sicurezza e della logistica prima dell’arrivo degli aiuti inviati dall’Italia. Alle 7 di domani infatti è in programma il decollo da Pisa del C-130J della 46esima brigata aerea di Pisa che trasporterà ad Haiti un ospedale da campo e una sala operatoria per la gestione delle emergenze, oltre a 43 tonnellate tra materiali vari, scorte di medicinali e presidi sanitari. A bordo anche una ventina di medici.

E si mobilita anche l’Unione europea. A Bruxelles l’alto rappresentante della politica estera dell’Ue Catherine Ashton ha convocato una riunione d’emergenza dell’esecutivo. Immediata la decisione di stanziare subito 3 mln di euro di aiuti per il Paese caraibico, grazie alla procedura veloce che si attua in questi casi.

Dagli Usa il presidente Barack Obama ha chiesto allo staff della sicurezza nazionale di varare "una campagna di aiuti tempestiva, massiccia e coordinata". Mentre il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha annunciato un primo stanziamento di "10 milioni di dollari" da parte del Centro d’emergenze del Palazzo di Vetro.

Una tragedia mondiale –
Il terremoto di magnitudo 7 ha devastato l’isola di Haiti, provocando una tragedia. Il sisma, un vero e proprio sciame sismico che ha fatto registrare una decina di scosse nel giro di poche ore, ha avuto il suo epicentro ad una quindicina di chilometri dalla capitale Port-au-Prince e ha provocato numerosi crolli di edifici. Nell’area densamente popolata colpita dal sisma vivono almeno 1,8 milioni di persone su circa 9 milioni di abitanti dell’intera nazione.

La testimonianza di un giornalista via skype (VIDEO)

La testimonianza di una italiana a MISNA –
“Qui è ancora notte, siamo tutti per strada, si sentono le urla di chi cerca familiari, parenti, amici; i soccorsi non sono mai partiti perché subito le macerie hanno impedito qualunque spostamento nelle tre ore successive il terremoto, poi è calato il buio e la città, per tre quarti storicamente senza illuminazione, è rimasta drammaticamente immobilizzata; a cercare i sopravvissuti è la gente comune, gli unici mezzi a operare anche grazie a cellule fotoelettriche sono quelli della Minustah, la missione locale dell’Onu”: contattata dalla MISNA a Port-au-prince, Fiammetta Cappellini, responsabile dell’Avsi (Associazione Volontari per il Servizio Internazionale) in Haiti, è una delle poche testimonianze uscite da una città rimasta isolata dal resto del mondo. “Uscendo da lavoro ho attraversato la route de Delmas – racconta l’operatrice umanitaria – una delle strade principali; una casa su tre era distrutta, per strada tante persone ferite dai calcinacci di case crollate che cercavano di raggiungere gli ospedali; il sisma ha colpito verso le 17, un’ora dopo la chiusura degli uffici e della maggior parte dei posti di lavoro. In tanti hanno trovato le proprie case distrutte, i familiari scomparsi, noi stessi abbiamo aiutato quattro fratellini rimasti senza genitori, uno di loro ferito gravemente”. Il racconto procede a singhiozzi, grazie a un collegamento internet di fortuna, l’unico a quanto pare funzionante in questo momento: “Telefoni e cellulari non funzionano, sembra anche che siano saltate le trasmissioni di televisione e radio. Ma adesso quello che ci preoccupa di più è quello che troveremo quando sorgerà il sole. Con i miei occhi ho visto il commissariato di Delmas completamente crollato così come la prigione minorile, sono andati distrutti anche la cattedrale, la sede dell’Unione Europea, il palazzo presidenziale; una nota governativa ha riferito che il presidente è sano e salvo. Gravemente danneggiato il palazzo dell’Onu”. Dal racconto emerge un dramma di cui ancora non si conoscono i confini che ha colpito il paese più povero d’America, gli ultimi tra gli ultimi: “Appena fatto giorno andremo a Martissant. E’ la zona che ci preoccupa di più. Dalle notizie in nostro possesso tutto il centro città è stato pesantemente colpito: Canape vert, Delmas, Bourdon, Petionville… Adesso devo chiudere, provare a riposare un po’ per poter aiutare tra qualche ora”.

L’appello del Papa – Appello anche da papa Benedetto XVI al termine dell’udienza generale. ‘Mi appello alla generosita’ di tutti – ha detto il Papa – affinche’ non si faccia mancare a questi fratelli e sorelle che vivono un momento di necessita’ e di dolore, la nostra concreta solidarieta’ e il fattivo sostegno della Comunita’ internazionale’.

L’allarme –
E’ stato diramato un allarme tsunami per tutto il quadrante caraibico, ma per fortuna non si sono avute ricadute e conseguenze in alcuno dei Paesi potenzialmente interessati da un’eventuale onda di rimbalzo e quindi l’allerta è rientrata. Il presidente Obama e il segretario di stato Hillary Clinton hanno garantito fin da subito che gli Stati Uniti faranno subito la loro parte per assicurare ad Haiti la massima assistenza possibile. Tutta la macchina internazionale dei soccorsi si è messa subito in moto. Oltre che dagli Usa, anche da Italia, Francia, Canada e dal resto del Mondo, soccorsi con destinazione Port-au-Prince.


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Haiti è il Paese più povero delle Americhe –
Con nove milioni di abitanti, solo il 3,4% ha la speranza di superare i 64 anni e i redditi sono tra i più bassi del mondo. Il reddito annuale pro capite è di appena 1.300 dollari, dato che pone Haiti al 203/o posto tra i 229 paesi del mondo. Alle sue spalle tre stati asiatici (Burma, Nepal, Afghanistan), uno dell’Oceania (Tokelau) e 22 africani (con lo Zimbabwe ultimo, con appena 200 dollari di reddito annuo pro capite).

I soccorsi internazionali –
Da quanto e’ stato riferito dalla Casa Bianca, il presidente Usa Barack Obama ha dichiarato che ‘il suo governo’, cosi’ come il Dipartimento di Stato, l’Usaid ed il Southern Usa Command ‘e’ pronto ad assistere la popolazione di Haiti’. A Miami, la guardia costiera ha ‘mobilitato imbarcazioni ed aerei per fornire assistenza umanitaria’, mentre l’Usaid inviera’ una squadra di soccorso di almeno 72 persone con 6 cani da salvataggio.

A Parigi, il ministro degli Esteri Bernard Kouchner ha reso noto che la Francia ‘esprime la sua piena solidarieta’ ad Haiti, aggiungendo che l’Unita’ di Crisi francese si e’ messa in moto ‘per mobilitare ed inviare immediatamente soccorsi d’urgenza a Port-au-Prince’. Il ministro degli Esteri canadese, Lawrence Cannon, ha detto che i funzionari del suo paese ‘sono in contatto con i loro partner umanitari presenti nella regione per individuare le esigenze umanitarie necessarie dopo questa tragedia’.

L’Australia ha offerto di rispondere a ‘tutte le richieste di assistenza umanitaria’ e sta cercando ‘con urgenza’ di entrare in contatto con due cittadini australiani che dovrebbero trovarsi ancora ad Haiti. A Bogota’, l’ufficio del presidente ha detto che la Colombia e’ ‘pronta a rispondere alle richieste di aiuto delle autorita’ haitiane’, aggiungendo che il ministero della Difesa e i servizi di gestione delle emergenze si stanno coordinando per inviare degli aiuti il piu’ presto possibile.

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