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Governo, 11 dicembre la fiducia. Renzi avverte: ”Chiederò risposte”

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Il Governo ancora una volta alla prova delle Camere per una nuova fiducia: Letta punta al 2015

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Roma (Adnkronos/Ign) – Lunedì in serata, faccia a faccia al Quirinale tra Letta e Napolitano in vista della verifica dopo l’uscita di Forza Italia: ”Passaggio parlamentare per discontinuità”.

Il premier: ”Uscita dalla crisi a portata di mano, ora risultati pratici”. Nel pomeriggio di lunedì l’incontro con Netanyahu. Il sindaco di Firenze: se vinco, revisione delle spese della politica e gigantesco piano per il lavoro.

L’uscita dalla crisi “è a portata di mano e ora dobbiamo portare ad un maggiore livello di implementazione i risultati pratici”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Enrico Letta, nell’incontro con la stampa a Villa Madama insieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu per il quarto vertice intergovernativo italo-israeliano, nel corso del quale sono stati firmati una dozzina di accordi e protocolli d’intesa in diversi campi. In Enrico Letta “ho visto grande passione e grande impegno per migliorare la situazione” e superare la crisi, ha dichiarato a sua volta Netanyahu.

Siria, Libia, nucleare iraniano e xenofobia nel punto stampa di Letta. Che ha annunciato: il 2014 sarà “l’anno culturale italo-israeliano” con una serie notevole di eventi e iniziative. Secondo il presidente del Consiglio “chi incita all’odio e all’intolleranza anche soltanto a parole può portare ad esiti imprevedibili, gravi e molto negativi. Noi continueremo a tenere alta la guardia rispetto ad ogni estremismo e ad ogni propaganda dell’odio”.

“Ho espresso a Netanyahu il nostro auspicio che il processo di pace in Medio Oriente vada avanti, spingiamo a tutti i costi perché il processo di pace, che nel 2013 ha fatto passi avanti, veda nel 2014 l’anno della svolta”, ha poi detto Letta. ”Siamo convinti che la situazione sia matura per una soluzione pacifica” sia per il popolo palestinese sia per lo stato ebraico.

Il premier ha poi riferito che nell’incontro con il primo ministro di Israele ”abbiamo espresso una preoccupazione profonda per la situazione in Libia, perché il Mediterraneo è un mare che ha bisogno di stabilità”. Mentre rispetto alla crisi siriana Letta ha ribadito di condividere la necessità nella distruzione delle armi chimiche, e in questo senso l’Italia guarda con fiducia alla serie prossima di incontri definiti ‘Ginevra 2’, e in ogni caso ha sottolineato che “la risoluzione dell’Onu va applicata nel più breve tempo possibile”.

Letta ha anche riferito che l’Italia incoraggia il processo di Ginevra teso alla denuclearizzazione della capacità militare di Teheran e rivolto a Netanyahu ha detto: “Per l’Italia la sicurezza del suo Paese non è negoziabile”. Duro sull’Iran, invece, il premier israeliano che ha parlato di un “regime retrogrado come Hezbollah e Hamas”

Netanyahu, da parte sua, si dice ottimista sul futuro di Israele e Italia. “Il domani sarà luminoso per entrambi i Paesi”, ha affermato considerando che le sfide “possono essere superate, all’interno delle nostre società abbiamo le capacità per cogliere le opportunità del futuro”. Il futuro “appartiene agli innovatori di tutto il mondo”.

Prima del vertice con Letta, Benjamin Netanyahu ha visto il papa Francesco. E’ stato ricevuto in udienza in Vaticano, nella sala della Biblioteca del Palazzo Apostolico, dove era accesa una candela a simboleggiare la prima settimana del tempo di Avvento. Al centro del colloquio, durato 25 minuti, la “ripresa dei negoziati tra israeliani e palestinesi” per “giungere quanto prima a una soluzione giusta e duratura, nel rispetto dei diritti di ambedue le parti”, riferisce una nota ufficiale della sala stampa vaticana.

Durante quelli che vengono definiti come “cordiali colloqui”, è stata infatti “affrontata la complessa situazione politica e sociale del Medio Oriente” con un “particolare riferimento” alla ripresa del processo di pace e al dialogo israelo-palestinese.

Inoltre, è stato “accennato al progetto di pellegrinaggio del Papa in Terra Santa” e “sono state affrontate alcune questioni riguardanti i rapporti tra le autorità statali e le comunità cattoliche locali, nonché tra lo Stato d’Israele e la Santa Sede, con l’auspicio – si sottolinea nella nota vaticana – di una pronta conclusione dell’Accordo, da tempo in preparazione”.

Il capo del governo di Israele era accompagnato dalla consorte Sarah, con una delegazione composta da altre dodici persone, fra cui diversi militari in divisa. “La aspettiamo, non vediamo l’ora”, ha esclamato la first lady, al momento del congedo con riferimento al desiderio espresso dal Papa di recarsi nei luoghi della Terra Santa.

Netanyahu ha portato tre doni a Jorge Mario Bergoglio: un libro scritto in spagnolo da suo padre e dedicato a ‘Le origini della Inquisizione nella Spagna del XV secolo’, con dedica personale per Bergoglio: “A Sua Santità Papa Francesco, grande pastore e custode della nostra comune eredità”; un candelabro ebraico; una oliera posata su un vassoio. Il Papa invece ha donato al premier israeliano una formella in bronzo raffigurante San Paolo. Al termine dell’udienza, Benjamin Netanyahu è stato ricevuto da monsignor Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano.

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