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Gli Alpini di Caoria riconsegnano alla comunità la Chiesetta del Monte Cauriol

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Nel centenario della costruzione della chiesetta al “Campigol del Fero”, il Gruppo Alpini di Caoria, nel Vanoi, ha deciso di riconsegnarla restaurata alla collettività. Fine settimana di eventi e iniziative anche per festeggiare i 60 anni del Gruppo Ana di Caoria, sabato 26 e domenica 27 agosto

La chiesetta restaurata dagli Alpini di Caoria

 

di Erwin Filippi Gilli

Caoria – Valle del Vanoi (Trento) – Il Cauriol è probabilmente una tra le più note, se non la più conosciuta, montagna della catena del Lagorai orientale nel settore compreso tra Passo Cinque Croci e Passo Rolle, ed è stata anche una fra le cime più contese durante la Prima Guerra Mondiale. E’ sul Cauriol che avvenne tra il 24 ed il 27 agosto lo scontro sanguinoso tra i soldati dell’impero austrungarico e gli alpini dei battaglioni Feltre e Monrosa.

L’interno della chiesetta durante la Prima Guerra Mondiale

La Resistenza

La strenua resistenza del III/49° “Barone von Hess” comandato dal tenente Oskar Schmilauer fece in modo che per tutto il 24 ed il 25 agosto gli Alpini rimanessero bloccati sul pendio meridionale della montagna; il mattino del 26 però, anche grazie all’appoggio della quinta batteria da montagna, riprese l’avanzata delle truppe italiane che, conquistata quella che verrà denominata “Selletta Carteri” dal nome dell’ufficiale deceduto nell’attacco, tagliarono i rifornimenti alla cima del Cauriol e costrinsero in questo modo gli austriaci ad abbandonare verso le 19.50 del 27 agosto le posizioni così lungamente difese.

Soldati contro Montagne

Come scrive Adone Bettega in Soldati contro montagne, “l’operazione contro il Cauriol era stata concepita come azione sussidiaria agli esiti dell’attacco contro il fronte avversario fra cima Vallon e cima Valmaggiore”, ovvero nella logica dei comandi italiani doveva servire quasi a distrarre parte delle forze avversarie ed a permettere lo sfondamento delle difese della Forcella di Valmaggiore. L’esito di questa strategia fu però l’opposto: venne conquistato il Cauriol e la forcella di Valmaggiore rimase nelle mani delle truppe imperiali.

Una volta conquistato, il Cauriol fu sede di continue e sanguinose operazioni atte alla sua riconquista: all’inizio di settembre, l’importante posizione era stata affidata al battaglione Val Brenta (6° reggimento alpini) che aveva dovuto affrontare la terribile prova della battaglia del 2-3 settembre con la quale l’avversario tentò la riconquista del monte; già la notte sul 4 settembre il Val Brenta era stato sostituito dal battaglione Val Cismon (7° reggimento) che presidiò il Cauriol fino al 25 ottobre, quando il Feltre, ricostituito negli organici e nelle dotazioni, vi fece ritorno per presidiarlo praticamente senza interruzioni fino al novembre 1917.

Tra le tante opere campali costruite dagli alpini c’era anche la chiesetta al Campigol del Fero voluta dal cappellano don Luigi Agostini. Come scrive il sacerdote nel suo diario di guerra, il 27 agosto 1917 (cent’anni fa) “ (…) viene inaugurata una splendida e vasta cappella, costruita in muratura su disegno del Ten. Tomasini con facciata ben scolpita e portante incisa l’iscrizione: 7° alpini – Battaglione Feltre – 27.8.1917. Ivi il cappellano (…) celebra la prima volta messa solenne con intervento di numerosi ufficiali e soldati.”

Faceva parte degli arredi sacri una Madonna scolpita nel legno di cirmolo dal ten. Giuseppe Caimi, statua che dopo alcune vicissitudini, è ora conservata dalla famiglia dell’ex aiutante maggiore del Feltre, Angelo Manaresi.

La chiesetta rinasce

Come gran parte delle opere campali realizzate negli anni della Guerra, dopo Caporetto la chiesetta cadde nell’oblio ed il tempo ebbe ragione delle murature e delle fatiche dei tanti che vi lavorarono.

Nel 2010 il Gruppo Alpini di Caoria intraprese la ristrutturazione dello storico edificio. Con grande soddisfazione, nel corso del 2016, sono stati ultimati i lavori grazie all’opera prestata dagli Alpini di Caoria con la collaborazione e il contributo della Provincia Autonoma di Trento.

La facciata dell’opera è stata ricostruita utilizzando per quanto possibile le stesse pietre dell’originale, mentre il corpo centrale è stato realizzato in acciaio corten.

Il monte Cauriol visto da Fossernica. Dalla freccia è indicata la valanga del 2014, evento del tutto simile a quello del 1916 citato da Paolo Monelli in ‘Le Scarpe al Sole’. Monte Cauriol 1916 – 2016 A Cento Anni dalla Conquista, il Trentino non dimentica

Il programma

Sabato alle ore 9 ammassamento presso il tendone degli alpini a Caoria da cui partirà la sfilata verso il Cimitero di Guerra; alle 10.30 alzabandiera e Santa Messa a seguire ripartenza per il centro di Caoria con posa di corone d’alloro al monumento dei caduti. Pranzo alpino alle 12.30 ed alle 14.30 concerto della fanfara Alpina di Ala. Alle ore 16 visita alle trincee dello sbarramento di Pralongo dove alcuni figuranti daranno vita ad una rievocazione storica; sarà presente lo storico Luca Girotto. Alle ore 19.30 cena alpina.

Domenica alle ore 7.00 partenza della prima navetta per il Campigol del fero (servizio riservato ai soli partecipanti alla cerimonia); ore 10.00 Santa Messa celebrata da S.E. Arcivescovo Emerito Bressan. La cerimonia sarà accompagnata dal Coro Vanoi. Al termine rientro a Caoria e pranzo alpino; alle ore 14 saranno consegnati i riconoscimenti ai tanti che hanno collaborato alla riuscita del progetto.

Come si vede un programma ricco di momenti rievocativi e spunti per riflettere sull’inutilità dei conflitti, ma anche di intrattenimento e convivialità.

Caoria, Alpini da 60 anni

Il gruppo venne fondato nel 1957 da Stori Stanislao, Augusto Sperandio, Ugo Caser, Lino Cecco, Giobatta Loss, Pellegrino Sperandio, Santo Loss e Vito Sperandio. Al primo tesseramento, effettuato nel mese di marzo, aderirono circa 30 soci, con una quota sociale di 500 lire.La cerimonia di inaugurazione si tenne il 15 agosto 1957, con la Santa Messa celebrata da Don Livio, parroco di Caoria, presso il cimitero militare; madrina e padrino della cerimonia furono rispettivamente Aida Sperandio, sorella di un caduto Alpino, ed Ernesto Cecco.

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