Individuate tre ipotesi, ora il confronto tra le istituzioni. Fugatti: “Un impianto per lo sviluppo di Trento e del Trentino. Ora il percorso condiviso per la scelta migliore”
Trento – Dopo circa un anno di lavoro il gruppo tecnico composto da tecnici di Trentino Sviluppo e in cui siedono rappresentanti della Provincia e del Comune ha individuato diverse soluzioni progettuali per il collegamento funiviario tra la città di Trento e il monte Bondone. Le tre ipotesi saranno ora al centro del confronto tra le istituzioni coinvolte al fine di individuare la soluzione che consenta di avvicinare con un mezzo di trasporto meno impattante rispetto alle auto il capoluogo con la sua montagna.
Durante la presentazione delle tre ipotesi progettuali, il presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti e il sindaco di Trento Franco Ianeselli, affiancati dagli assessori provinciali Roberto Failoni (turismo e sport) e Mirko Bisesti (istruzione, università e cultura), hanno chiarito l’iter che si intende seguire.
Un’opportunità unica per lo sviluppo di Trento e del Trentino
Un’opportunità unica, per il territorio, di cui si parla da anni e che ora vede i primi passi concreti. Così la definisce l’assessore a turismo e sport Failoni. “Le proposte daranno il via ad un dibattito anche dentro la città. Questo progetto è determinante sia per la sua valenza sociale che turistica. Avere un impianto di questo tipo rappresenterà un salto di qualità enorme per la città e per il Trentino stesso, vediamo del resto la potenzialità che ha un’infrastruttura simile per Bolzano e Innsbruck. Con questa soluzione – chiarisce Failoni – dovremmo riuscire a dare quella risposta definitiva ai problemi che ha avuto la montagna di Trento. Un intervento che va portato ‘a terra’ in tempi relativamente brevi e che permette di tradurre in concreto l’attenzione all’ambiente”.
Per l’assessore all’istruzione, università e cultura Bisesti in questa partita è fondamentale “la convinzione, sia da parte della Provincia che del Comune di Trento, per dare al nostro capoluogo e a tutto il Trentino un elemento in più fondamentale per il futuro. L’ambizione che contraddistingue il percorso è quella di creare sul monte Bondone una nuova dimensione di ecologia, mobilità e sport. C’è una possibilità di sviluppo anche per le attività private e di un effetto positivo per tutto il nostro territorio: pensiamo alle presenze turistiche, alla centralità del Muse, a tutti i luoghi culturali. In generale alla vocazione di Trento e del Trentino di saper coniugare in modo vincente turismo, attenzione all’ambiente, cultura, pratica sportiva”.
Il sindaco di Trento Franco Ianeselli sottolinea “il forte lavoro tecnico e l’intesa politica tra le due amministrazioni” che sta alla base delle ipotesi presentate. “Quando si parla di un impianto – precisa – si deve parlare della visione che ci sta dietro. Noi siamo per un’idea di città verde e verticale. La città è il suo monte Bondone, un’oasi alpina che con l’infrastruttura diventa raggiungibile in una ventina di minuti”. I due punti fondamentali per la città, aggiunge il sindaco, sono la fermata a Sardagna e l’attenzione all’intermodalità, con i collegamenti veloci tra i punti di arrivo a Trento e la partenza per il Bondone. “Il tema dell’impianto e lo sviluppo della montagna di Trento vanno di pari passo, così come l’esigenza di avere un collegamento utile per i cittadini e per lo sviluppo del turismo. Il confronto sulle soluzioni è aperto, ne parleremo il 4 marzo in un consiglio straordinario. E la possibilità di interesse dei privati c’è”.
I progetti in campo
Sono diverse le ipotesi progettuali proposte dal gruppo tecnico e illustrate nei dettagli da Albert Ballardini, vicepresidente di Trentino Sviluppo, assieme all’ingegnere Gianni Baldessari, direttore impianti turistici della società. Tre sono quelle che dovranno essere analizzate congiuntamente da Provincia autonoma e Comune di Trento per arrivare a una decisione definitiva. Il gruppo ha progettato diverse soluzioni con partenze dall’Area ex Sanseverino (al di qua del fiume verso la città) e dall’area Motorizzazione al di là del fiume verso la montagna.
Le tre le soluzioni previste con partenza dalla Destra Adige:
1. Un impianto cabinovia con fermata intermedia a Sardagna e Vaneze con arrivo a Vason
2. Un impianto trifune il cui percorso prevede l’approdo diretto a Vason senza fermata intermedia a Sardagna e Vaneze
3. Un impianto speciale per il primo tronco e telecabina per il secondo tronco con stop intermedio a Sardagna e Vaneze e arrivo a Vason
Nell’ipotesi 1 e 3 si prevede la possibile dismissione della Funivia Trento-Sardagna, l’apertura dell’impianto per 360 giorni all’anno, per una tipologia di utenza urbana e turistica. Il costo per le prime due ipotesi varia dai 31 milioni ai 35 milioni di euro. L’ipotesi 2 prevede la necessità di mantenere l’attuale Funivia Trento-Sardagna, poiché il nuovo impianto raggiungerebbe direttamente la località di Vason per un costo totale di 60 milioni di euro.
La procedura per l’assegnazione dei lavori
L’ipotesi in campo per realizzare l’impianto è quella di ricorrere a un project financing, ossia a una formula che preveda la sinergia tra risorse pubbliche e private. Sul tavolo di Provincia autonoma e Comune c’è quindi la possibile pubblicazione di una manifestazione di interesse per stimolare la presentazione da parte di soggetti privati di un progetto con relativa quota di finanziamento a cui aggiungere, eventualmente, una parte di finanziamento pubblico. La manifestazione di interesse individuerà alcune caratteristiche progettuali che il committente pubblico ritiene fondamentali e che il proponente privato dovrà inserire nella propria proposta. Il cronoprogramma indicato è quello di arrivare alla pubblicazione della manifestazione d’interesse entro l’anno in corso. In base alle tempistiche proprie dello strumento del project financing l’assegnazione dei lavori potrebbe avvenire nel corso del 2023, anno in cui si ritiene quindi possano partire i cantieri per il nuovo collegamento funiviario tra Trento e il monte Bondone.
Il gruppo tecnico
Il gruppo tecnico coordinato dalla Provincia autonoma e in cui siedono rappresentanti del Comune di Trento e di Trentino Sviluppo era stato avviato circa un anno fa sotto la guida dell’allora vicepresidente di Trentino Sviluppo, Fulvio Rigotti, al quale dall’estate 2021 è subentrato l’attuale vicepresidente di Trentino Sviluppo Albert Ballardini. Durante i mesi di lavoro, il gruppo si è riunito più volte sotto il coordinamento della direzione generale della Provincia ed ha raggiunto una condivisione tecnica su tre ipotesi progettuali che ora dovranno essere vagliate da Provincia autonoma e Comune di Trento.