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Ferriera di Trieste e violazioni ambientali, i risultati delle indagini sullo stabilimento siderurgico

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L’accusa è di aver gestito l’impianto in parziale assenza di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)

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Trieste – Il Pubblico Ministero della Procura di Trieste, Federico Frezzala, ha chiuso le indagini che vedono il Direttore dello stabilimento siderurgico di Servola a Trieste e il Commissario straordinario della Lucchini Spa indagati per aver gestito l’impianto in assenza di Autorizzazione Integrata Ambientale.

La Ferriera di Servola a Trieste nel mirino della Procura giuliana per violazioni ambientali. Il pubblico Ministero, Federico Frezzala, ha concluso la fase delle indagini a carico del Direttore dello stabilimento siderurgico, Giuseppe Bonacina e del Commissario Straordinario della Lucchini Spa, Piero Nardi. L’accusa è di aver gestito l’impianto in parziale assenza di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).

In particolare, il Direttore Bonacina, secondo la Procura, avrebbe disposto che il polverino di catrame venisse quotidianamente miscelato al carbon fossile destinato ai forni della cokeria, con una procedura tecnica prevista dalla “Bat 57” (Best available tecniques) ma non contemplata dall’AIA. Dalle indagini sarebbe risultato che l’operazione di riciclo avveniva regolarmente senza che la Direzione della Ferriera lo comunicasse preventivamente all’autorità competente che avrebbe potuto imporre particolari modalità o limiti quantitativi.

Secondo la Procura di Trieste, la procedura di miscelazione del polverino di catrame residuo di lavorazione della cokeria, pur prevista dalla “Bat”, non è consentita dalla normativa ovvero è fuori legge.

A novembre 2013, è stato diffuso nel sito web del “Fatto Quotidiano” un video girato con il telefonino da un operaio della Ferriera durante un’operazione di scarico del catrame: una sostanza densa e scura veniva versata a terra. Già il giorno seguente sono scattati i campionamenti dell’Agenzia Regionale per la Protezione e Prevenzione Ambientale (ARPA) sui cumuli di catrame prodotto dalla Ferriera e si è svolto l’interrogatorio del direttore dello stabilimento Bonacina, che aveva ribadito la regolarità dell’operazione.

La Lucchini Spa aveva precisato che le operazioni effettuate “rappresentano un’attività di recupero assolutamente prevista nel processo produttivo come definito dalle migliori tecniche disponibili per la prevenzione e il controllo integrato dell’inquinamento ai sensi della Direttiva 2010/75/Ce, appunto la Bat 57”. Di tutt’altro avviso la Procura di Trieste che, dagli accertamenti, ha rilevato l’assenza di autorizzazioni.

L’obsoleto stabilimento siderurgico specializzato nella produzione di ghisa si trova nel popolato rione di Servola a Trieste. A partire dal 21 dicembre 2012, l’impianto è stato commissariato per stato d’insolvenza ed è intervenuto uno studio per avviare un piano industriale di riqualificazione/riconversione.

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