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Famiglie Cooperative in Trentino: si chiude un 2021 positivo ma preoccupa il futuro

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Il bilancio delle 68 Famiglie Cooperative Trentine (363 punti vendita, 123.909 soci, 1.869 dipendenti) ha prodotto ricavi per 344 milioni

Trento – Le vendite sono diminuite rispetto al 2020 (-8%) ma risultano sostanzialmente in linea con quelle del 2019 pre-pandemia, grazie ad un buon andamento della stagione estiva. Bene il reddito netto (3,5 milioni) e l’occupazione (+80 dipendenti a fine 2021). La vicepresidente Paola Dal Sasso: “Il buon andamento della stagione turistica invernale da poco conclusa ci aveva fatto sperare in una interessante ripresa per il 2022, ma l’exploit dei costi energetici e delle materie prime e l’aumento dell’inflazione costituiscono elementi di forte criticità”.

Dopo l’effetto ‘lockdown’ che aveva portato i ricavi delle vendite delle Famiglie Cooperative del 2020 ad aumentare di uno straordinario 7,2%, nel 2021 la situazione si è ‘normalizzata’ ed i ricavi sono stati pari a 344 milioni, in linea rispetto al 2019. Ad eccezione delle cooperative turistiche, dove nel 2021 sono pesati lo stop della stagione invernale e le forti limitazioni alla circolazione, soprattutto dei turisti esteri.

I dati sono stati presentati questo pomeriggio presso la Federazione Trentina della Cooperazione, nel corso del tradizionale convegno di settore. “Speravamo che nel 2021 avremmo potuto dire addio alla pandemia – ha detto il presidente Roberto Simoni, salutando gli amministratori presenti – e invece si è trattato di un altro anno molto complesso. Archiviamo un bilancio aggregato discreto dal punto di vista dei numeri, ma soprattutto dal punto di vista dell’impatto sociale che è il nostro elemento distintivo. Anche nel 2021 le Famiglie Cooperative hanno saputo essere animatori territoriali, gestendo i piccoli negozi, dando vita alle comunità periferiche e allontanando ancora una volta il rischio di desertificazione sociale”.

“Se il 2021 ha portato i bilanci delle Famiglie Cooperative ad un miglioramento rispetto alla situazione pre-pandemia – ha aggiunto la vicepresidente della Federazione per il settore consumo Paola Dal Sasso – all’orizzonte appaiono delle nubi che destano preoccupazione. Il buon andamento della stagione turistica invernale da poco conclusa ci aveva fatto sperare in una interessante ripresa per il 2022, ma l’exploit dei costi energetici e delle materie prime e l’aumento dell’inflazione introducono elementi di forte criticità”.

Durante il convegno sono state presentate le proposte formative dedicate al settore del consumo e sono stati consegnati i 15 diplomi ai partecipanti al corso ‘Direzione Consumo’, per potenziali futuri direttori e direttrici di Famiglie Cooperative. “Ai corsi rivolti al rafforzamento delle competenze tecniche – ha spiegato Jenny Capuano, responsabile dell’Area Formazione e cultura cooperativa della Federazione – affianchiamo la formazione specifica dedicata agli amministratori, un percorso per rafforzare la consapevolezza della delicatezza e dell’importanza di questo ruolo, alimentando la capacità di saper comunicare cosa ci distingue rispetto agli altri, sotto l’aspetto valoriale, sociale ed ambientale. Proporremo anche di lavorare a livello territoriale, per consolidare la competenza di essere animatori delle comunità”.

Vendite e reddittività

“Nel 2021 le vendite alimentari – ha illustrato Giuliano Bernardi, responsabile del settore consumo – sono diminuite del 7% rispetto al 2020, ma sono in linea rispetto al 2019, con il traino, in particolare, delle grandi superfici. La perdita di vendite si concentra nei primi 5 mesi del 2021, con lo stop della stagione turistica invernale e le limitazioni meno rigide al movimento nel 2021 rispetto al primo anno di pandemia”.

Il risultato netto 2021 è positivo per 3,5 mln di euro (erano 8,8 nel 2020) e consente di rafforzare ulteriormente la solidità delle cooperative, con un patrimonio netto che raggiunge quota 136 milioni di euro (+1,3%).

Nel 2021 le Famiglie Cooperative hanno puntato sul futuro con fiducia, raddoppiando gli investimenti sulla rete di vendita, che sono passati da 7 a 14 milioni di euro. Un ottimismo che si nota anche nella volontà di continuare ad offrire ristorni ai soci: 642 mila euro rispetto a 860 mila del 2020.

I numeri del settore

Le Famiglie Cooperative sono 68, gestiscono 363 punti vendita di cui la metà sotto i 150 metri quadrati e sotto ai 500 mila euro di fatturato. La superficie di vendita complessiva supera i 96 mila metri quadrati ed è distribuita su 154 comuni trentini. Qui, 231 negozi sono l’unico esercizio commerciale del paese, 158 (+2) sono multiservizi e 76 (+5) sono Sieg, cioè sono riconosciuti come servizi d’interesse economico generale.

Nel 2021 581 nuovi soci e socie hanno aderito a queste cooperative, facendo svettare il totale a 123.909 persone. Nonostante il calo del fatturato tiene sostanzialmente l’occupazione, che registra un -1,3% in termini di ULA (unità lavorative annue), ma con 80 lavoratori in più a dicembre 2021 rispetto al 2020. I dipendenti sono 1.869, l’80% dei quali a tempo indeterminato. Il part time è utilizzato per il 30% dei contratti.

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