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Emergenza Covid-19 Trentino, 13 nuovi decessi e 69 in terapia intensiva: il punto con la task force

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I contagi sono 89, sono 47 nelle Rsa del Trentino. Si indaga sulla morte sospetta di un trentino in zona Piedicastello

Trento – Sono 13 i nuovi decessi in Trentino (che portano il totale a 268), 89 nuovi contagi, di cui 88 verificati con tampone. Sul totale, sono 47 i casi positivi nelle Rsa, 881 i tamponi effettuati, 69 i posti occupati in terapia intensiva, 462 in totale i guariti: sono questi i numeri che oggi descrivono l’evoluzione del contagio da Covid 19 in Trentino.

Li hanno resi noti il presidente Maurizio Fugatti e l’assessore Stefania Segnana durante l’aggiornamento quotidiano. C’è ancora molta prudenza su come affrontare l’emergenza, con l’invito a passare Pasqua e Pasquetta a casa, ma si comincia a ragionare anche in Trentino sulla cosiddetta “fase 2”. “Il motto – ha spiegato il presidente Fugatti – è prepararsi alla ripartenza. Per questo si susseguono gli incontri con categorie e attori sociali. Sono impegnati due gruppi di lavoro in materia economica. Vogliamo mettere a disposizione del Governo, con cui collaboriamo in questa emergenza nazionale, alcune proposte che devono garantire la salute dei lavoratori e permettano anche di ragionare sugli ipotetici settori da cui iniziare la fase di riapertura.

Proponiamo di valutare le attività all’aperto, come cantieri boschivi, cave, manutenzioni, sistemazioni fluviali, cantieri stradali, nonché tutte le attività in cui l’imprenditore socio opera da solo o con gli stretti famigliari, a condizione che vengano rispettate le misure di protezione sanitaria. Ragioniamo anche sulle aziende che stanno facendo interventi per la messa in sicurezza. Le aziende sanitarie dovranno predisporre una stretta sorveglianza epidemiologica per poter prevedere interventi urgenti di sanità pubblica”. Come ha spiegato l’assessore Segnana da lunedì ad oggi sono 9.676 le domande raccolte per il “bonus alimentare”. Di queste 3.489 sono già state approvate dai Servizi sociali; proseguirà nei prossimi giorni la valutazione delle richieste. Sul contributo per i sanitari in prima linea Fugatti ha confermato la volontà di intervenire; si sta ragionando su modalità, tempi e quantificazione.

Le vittime sono di Arco 3, Brentonico, Canazei, Cavedine, Lavis, Nomi, Rovereto 2, San Giovanni di Fassa 2, Trento. I nuovi casi nei comuni: Arco 275 (+2), Ledro 138 (+1), Pergine 211 (+7), Trento 427 (+8).

Le ciclabili non si possono aprire per il momento, ha precisato Fugatti: “Mi raccomando, trentini: Pasqua passatela a casa”. Nel decidere di mettere dei limiti alle attuali restrizioni, ha spiegato il presidente, non si può rischiare, perché al centro c’è la salute delle persone, e quindi si deve mantenere un atteggiamento responsabile e prudente. Ricordando la campagna #lamiaterranonsiferma, Fugatti ha invitato a sostenere le produzioni “consumando trentino”.

Oggi, ha aggiunto, si è tenuta una riunione in videoconferenza con i sindaci dei comuni di Vermiglio, Campitello di Fassa, Pieve di Bono, Canazei e Borgo Chiese. “Voglio ribadire – ha detto –  che in Trentino non esistono zone rosse. Ci sono alcuni comuni che presentano una prevalenza di positività al Coronavirus superiore al 2 per cento degli abitanti e per questo motivo si è ritenuto di attuare una campagna straordinaria di sorveglianza. In accordo con l’azienda sanitaria, con il Commissariato del governo e con i sindaci abbiamo ritenuto opportuno avviare in questi territori uno studio epidemiologico su base volontaria che fornisca importanti informazioni sullo stato di queste popolazioni per adottare idonee misure di sanità pubblica”. Sono previsti, per chi aderisce, un questionario, l’effettuazione di un piccolo prelievo di sangue, un tampone a tutti coloro che hanno in atto o hanno avuto sintomi da influenza a partire dal primo marzo e anche l’eventuale isolamento in quarantena di tutte le persone con tampone positivo.

Per quanto riguarda le Case di riposo, ha evidenziato Fugatti, è stato messo in atto un affiancamento con una task force, guidata dal dottor Gobber dell’Apss, che dà consigli organizzativi e sanitari alle case di riposo. Il passaggio in più che si vuole fare, in accordo con Upipa, è prevedere due strutture, l’Apsp di Pergine e quella di Nomi, con la sede di Volano, dove saranno ospitati gli anziani delle case di riposo positivi al Covid. In questo modo si vogliono tutelare il più possibile gli ospiti delle case di riposo, ha spiegato Fugatti, anche sulla base delle sollecitazioni che arrivano dalla parte scientifica dell’azienda sanitaria. Il presidente ha ricordato inoltre che si sta lavorando alla distribuzione delle mascherine sul territorio. Oggi, ha aggiunto, si è tenuto un confronto con gli amministratori dell’Alto Garda per parlare delle problematiche del territorio.

Orto non consentito per hobbistica

Con il comandante della polizia municipale di Trento Lino Giacomoni si è fatto il punto sui controlli. In città si controllano più di 300 persone al giorno. Il comandante della Polizia locale di Trento, ha parlato del concetto di prossimità: “Un concetto che va declinato nel tempo e nella distanza. In pochi minuti si deve essere in grado di tornare alla propria abitazione. “Coltivare l’orto non è una scusante accettata. Diverso il lavoro agricolo di prima o seconda categoria. Ma se si tratta di hobbistica, non è possibile”.

Il direttore generale dell’Apss Paolo Bordon ha annunciato la ripartenza degli interventi chirurgici che non richiedono rianimazione (non le urgenze salva vita che erano già garantite) presso l’ospedale di Cles e il Santa Chiara di Trento.

La situazione in Valsugana

L’accordo sottoscritto nelle ultime ore tra Provincia e Comitato provinciale Croce rossa di Trento resterà in vigore fino al termine dell’emergenza Coronavirus. Lo ha comunicato la Croce rossa trentina.

“Abbiamo prontamente risposto alla richiesta avanzata dalla Provincia – dichiara il Presidente del Comitato provinciale di Trento della Croce Rossa Italiana, Alessandro Brunialti – in primo luogo perché fornire assistenza ai vulnerabili fa parte dei compiti istituzionali della CRI, ma anche nella consapevolezza che il nuovo centro polifunzionale di Levico è stato portato a termine anche col contributo economico della Provincia”.

“Ringrazio l’ingegner Raffaele De Col che in questo progetto ci ha voluto partner della Provincia e non semplici comodanti che mettono temporaneamente a disposizione una struttura utile alla comunità – conclude il Presidente provinciale della CRI – con l’apertura delle porte del centro adiacente a Villa Bessler si chiude un lungo periodo, caratterizzato da mille peripezie e mille ostacoli che hanno fatto ritardare di un decennio l’ultimazione del complesso, periodo in cui la Provincia è sempre stata al nostro fianco con un ruolo determinante per poter portare a conclusione il progetto e oggi possiamo dire con soddisfazione di essere pronti, al momento giusto, per poter offrire al Trentino tutta la potenzialità di questa nuova struttura”.

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