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Emergenza Covid-19 in Trentino, Fugatti: “15 nuovi decessi, preoccupano Rsa”, videoconferenza provincia Trento 24 marzo

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Trento – “Le notizie di oggi sono molto tristi – ha esordito il presidente Fugatti -, il numero dei decessi è infatti elevato, 15 persone sono morte per coronavirus. Per questo vorrei richiamarvi ancora una volta al rispetto delle regole, dobbiamo fare tutto il possibile per arginare il contagio.

I decessi

Altri 15 decessi con il totale che arriva a 56. Ledro è il paese più colpito, con tre persone (del ’28, del ’40 e del ’30, i primi due deceduti alla Rsa di Bezzecca e la terza all’ospedale di Arco). Poi ci sono una donna del 1930 di Arco, un uomo del ’32 di Levico, un uomo del ’44 di Trento. E ancora: ci hanno lasciato persone di Borgo Valsugana, di Avio, di Pinzolo, di Canazei, di Cavalese, di Castello Molina, di Arco e Trento. Infine una donna, classe 1971, di Bondone con una serie di altre problematiche.

La nota positiva dai tamponi

Vi è però un dato su cui riflettere: il numero di contagiati con tampone è costantemente in calo, oggi sono infatti 78 (fonte PAT): bisogna precisare – ha proseguito Fugatti – che questo è il dato epidemiologico che tutte le altre regioni prendono come riferimento. Nei giorni scorsi era molto più alto, oggi si è quasi dimezzato rispetto ai positivi non tamponati, che sono 136, per un totale appunto di 214 nuovi contagiati”.

“Il Trentino ha bisogno di voi”

Il presidente ha quindi voluto rinnovare l’appello ai medici pensionati, “il Trentino ha bisogno di voi” sono state le sue parole e ricordare che le mascherine sono in arrivo, pur nella difficoltà internazionale degli approvvigionamenti, evidenziando come ci sarà anche una auto produzione interna.

“Oggi ho incontrato il mondo della cooperazione – ha poi proseguito – il nostro obiettivo è fare un intervento ad hoc per calmierare i prezzi e valorizzare il made in Trentino. L’appello che vi rivolgo è quello di andare nel negozio più vicino, nei multi servizi dei piccoli centri e di comprare prodotti trentini”.

Forte poi l’accento al rispetto delle regole, soprattutto per le persone in quarantena: “E’ pronta la modalità tecnica con cui trasmetteremo l’elenco dei quarantenati, ai quali chiediamo uno sforzo di responsabilità, il controllo per loro sarà ancora maggiore”. Infine anche un incontro con i direttori generali della Provincia, per valorizzare le loro competenze in questa crisi, e quello avvenuto ieri con i centri di ricerca, da Università con il Cibio a Fbk e Fondazione Mach, per arrivare all’obiettivo di “1500 tamponi al giorno”.

L’assessore Segnana ha voluto unirsi ai ringraziamenti del presidente in particolare per “gli educatori e oss delle strutture residenziali per minori che svolgono un ruolo fondamentale di sostegno alle famiglie fragili” e per i tanti dipendenti delle cooperative che si sono messi a disposizione dell’emergenza, come pure per i volontari che supportano il servizio a domicilio.

I dati nel dettaglio

Quindi ha ripercorso i dati evidenziando come vi siano “214 positivi per un totale complessivo di 1824 contagiati; di questi 980 sono a domicilio, 352 presso le Rsa e 49 in terapia intensiva, 308 i ricoverati, 79 le persone guarite e 56 decessi complessivi”.

Il direttore Apss, Bordon ha fatto il punto sulla sperimentazione di nuovi farmaci, ricordando come il Trentino ha chiesto di essere inserito nel circuito dei soggetti che possono attuare la sperimentazione: “Attualmente stiamo utilizzando il Tocilizumab secondo il protocollo Aifa, abbiamo chiesto ad Aifa di iniziare anche con Avigam, e dovremmo partire a breve, come pure per Remdesivir”.

Sui numeri invece di contagio del personale di Azienda sanitaria vi sono “80 dipendenti su un totale di 8500 complessivi, di cui 7 medici, 59 infermieri e Oss, 14 altri profili amministrativi e tecnici, di questi solo 5 sono ricoverati”. Quanto ai posti letto per l’emergenza ha ricordato: “Siamo partiti con 200-250 posti, oggi ne sono attivi circa 480. Per l’alta intensità siamo riusciti oggi ad implementare di ulteriori 5 posti il Santa Chiara, per complessivi 46 posti di rianimazione di cui 27 su Rovereto, con gli ospedali di valle in appoggio”, precisando infine che la maggior parte dei trentini positivi al coronavirus sono a casa: “Ci sono circa 1000 persone a domicilio, alle quali dobbiamo aggiungere poi quelli nelle Rsa”.

“Numero casi scenderà lentamente”

Il dottor Ferro ha evidenziato come il picco dell’epidemia dovrebbe essere stato raggiunto, anche se “il numero di casi scenderà lentamente”, ricordando come sia necessario “alzare il livello di guardia sulle sindrome influenzali”. E’ proprio in questi termini che va letto il dato odierno: “Abbiamo iniziato un’altra fase, che è quella del controllo delle sindromi influenzali anche con il medico di famiglia. Il dato dei tamponi non è più correlabile, per i prossimi giorni vanno quindi considerati solo il numero dei tamponi positivi. La nostra strategia è quella di tenere in osservazione tutte le persone che hanno una sindrome influenzale che, 9 volte su 10 oggi va ricondotta la coronavirus, proprio perché la fase dell’influenza stagionale è conclusa”. In questo senso Ferro ha ricordato che la il Covid-19 per “l’80% della popolazione ha sintomi influenzali poco apparenti, solo una minima parte finisce in ospedale e una parte ancora minore in rianimazione. In Trentino – ha concluso Ferro – rispetto ad altre regioni vi è un controllo più stretto sulla diffusione del virus, proprio per questo abbiamo dati più elevati ma che ci consentono di avere il polso effettivo della diffusione”.

Preoccupano le Rsa

Al dottor Nava il compito di spostare l’attenzione sui casi nelle Rsa che “nonostante siano in aumento, si assiste ad una curva sempre meno verticale”. In totale vi sono 376 casi, l’aumento odierno è di 31, i decessi sono stati 3. E a questo proposito una precisazione: “Se prendiamo la mortalità dello scorso anno nello stesso periodo di quello attuale vediamo che non si discosta molto e lo scartamento è solo di pochi numeri”.

Infine da Rovereto il collegamento con il dottor Pedrotti che proprio ieri ha presentato la nuova piattaforma che permette di far dialogare i parenti dei pazienti in terapia intensiva con lo staff medico: “Abbiamo 20 pazienti in terapia intensiva, la bella notizia di oggi è che siamo riusciti a dimettere per la prima volta due pazienti in un giorno”.

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