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Elezioni in Sicilia, il centrodestra sfiora il 40%, Musumeci: “Sarò presidente di tutti”

Batosta in Sicilia, Pd nel caos: ora punta sulle alleanze. Tra i dem intanto la sconfitta si imputa principalmente alla scelta del centrosinistra di presentarsi diviso alle urne. Ostia va al ballottaggio

Palermo – Il candidato del centrodestra Nello Musumeci mantiene il vantaggio su Giancarlo Cancelleri del M5S e vola verso la vittoria col 40%, diventando presidente della Regione.

I DATI DEGLI SCRUTINI – Con 5.236 sezioni scrutinate su 5.300, Musumeci è infatti al 39,99 contro il 34,57% di Cancelleri. Il rettore Fabrizio Micari, candidato del centrosinistra, si ferma al 18,61%. A seguire il candidato della Sinistra Claudio Fava con il 6,11% e Roberto La Rosa (Siciliani Liberi) allo 0,70%. Lo spoglio delle schede elettorali è iniziato alle 8.

MUSUMECI – “Mi scuso del ritardo, ma sono particolarmente prudente e volevo certezza di un risultato consolidato. Sono felice di avere ricevuto il consenso per un ruolo di così grande responsabilità. Voglio essere e sarò il presidente di tutti i siciliani, di chi mi ha votato e di chi, legittimamente, ha votato altri candidati o non ha partecipato al voto” ha detto in conferenza stampa a Catania il neo presidente della Regione (SCHEDA).

LA DEDICA – “Voglio dedicare questa vittoria ai miei tre figli (uno è scomparso negli anni scorsi, ndr) e a tutti i figli dei siciliani. Hanno diritto a un futuro migliore” ha aggiunto Musumeci. “E’ stata una campagna elettorale avvelenata da cadute di stile, ma è acqua passata. Avverto il peso di una grande responsabilità e sono certo che incontrerò problemi per la situazione drammatica della mia terra, la stagione più difficile dei 70 anni dell’autonomia”.

ULTIMO IMPEGNO – “Crediamo davvero nell’unità d’Italia, ma si realizza se il Sud smette di arrancare e cresce con le stesse opportunità delle regioni del Nord. L’Italia unita è una garanzia e noi la vogliamo assicurare e tutelare” ha detto il neo presidente, che ha anche spiegato che sarà il suo “ultimo impegno politico”.

M5S – Intanto Beppe Grillo e Davide Casaleggio sorridono guardando all’exploit del M5S alle regionali e al buon risultato ottenuto da Cancelleri. “Possiamo dire che c’è stata tanta soddisfazione per il risultato”, riferiscono all’AdnKronos fonti della comunicazione 5 Stelle. Il Movimento si è attestato come prima forza politica ottenendo più del 26% dei consensi. Al secondo posto, distante dieci lunghezze, Forza Italia sopra il 16%.

URNE PRESIDIATE – Dopo la chiusura delle urne, alle 22 di domenica, i seggi elettorali sono stati guardati a vista per tutta la notte: polizia, carabinieri e finanzieri hanno controllato le urne contenenti le schede degli oltre due milioni su 4,5 milioni di siciliani andati al voto.

AFFLUENZA – L’affluenza si è attestata al 46,76% (2.179.474 elettori su 4.661.111), in leggero calo rispetto a cinque anni fa, quando fu del 47,41. A Messina la partecipazione più alta con il 51,69% poi Catania con il 51,58, Siracusa 47,55, Ragusa 47,48, Palermo 46,4, Agrigento 39,6 e Caltanissetta 39,83%. In coda Enna con il 37,68% (dati Istituto Piepoli-Noto per la Rai).

I primi commenti dopo il voto

Non siamo apparsi credibili e vincenti perché ci siamo presentati divisi”, ha detto il sottosegretario alla Salute Davide Faraone commentando, dal comitato elettorale di Micari a Palermo, i dati. “Non do al dato siciliano – ha spiegato – un significato che riguarda partite nazionali”, ma ha sottolineato: “Dobbiamo fare lo sforzo di andare uniti. Chi deciderà di mantenere la competizione a sinistra deciderà di consegnare il Paese ad altre forze politiche. Noi dobbiamo impedirlo”.

Parla di “sconfitta annunciata” ai microfoni di Rai Radio 1 il deputato dem Emanuele Fiano. “Il centrodestra unito può vincere, e lo stesso vale per il centrosinistra: diviso non ce la fa”, ha sottolineato. “Certamente il risultato regionale – ha aggiunto – non deve essere proiettato a livello nazionale. Noi siamo aperti al dialogo con delle forze politiche coerenti, per il bene del paese”.

Il deputato dem Dario Ginefra sul suo profilo Facebook ha ammesso: “I dati della regionali in Sicilia e delle amministrative ad Ostia sono inequivocabili per il Pd e per il centrosinistra. Come previsto da molti, divisi e alle prese con la lotta fratricida e con la contesa degli stessi elettori si viene schiacciati dalla destra unita e dal M5S”. “Non è il momento dell’orgoglio – ha sottolineato – ma quello dell’equilibrio e del coraggio di scelte riunificanti”.

Va all’attacco dei dem Roberto Speranza di Mdp: “Siamo dinanzi ad una sconfitta clamorosa del Pd e delle sue politiche nazionali e regionali. Senza un radicale cambiamento e senza una nuova consapevolezza degli errori fatti negli ultimi anni dal gruppo dirigente renziano ciò che è accaduto in Sicilia e nel municipio di Ostia sarà destinato a ripetersi a livello nazionale”.

Mentre continua ad agitare il Pd il caso Grasso. Il portavoce del presidente del Senato Alessio Pasquini ha precisato oggi: “Imputare a Grasso il risultato” in Sicilia “peraltro in linea con tutte le ultime competizioni amministrative e referendarie”, è “una patetica scusa, utile solo ad impedire altre e più approfondite riflessioni, di carattere politico e non personalistico, in merito al bilancio della fase attuale e alle prospettive di quelle future”.

“Grasso – ha ricordato Pasquini – ha comunicato ufficialmente e con parole inequivocabili l’impossibilità, per motivi di carattere istituzionale, di candidarsi alla Regione Siciliana il 25 giugno scorso. Non si può certamente addebitare a Grasso il fatto che, al di là dell’ardita ipotesi di far dimettere la seconda carica dello Stato per competere all’elezione del Governatore della Sicilia, per lunghe settimane non si sia delineato alcun piano alternativo”.

“Sullo stile e l’eleganza dei commenti di alcuni importanti esponenti del Partito Democratico in merito alcoraggio del presidente Grasso – ha proseguito ancora il portavoce – non resta che confermare ancor di più le motivazioni per le quali il presidente si è dimesso dal gruppo del Pd: merito, metodi e contenuti dell’attuale classe dirigente del partito sono molto lontani da quelli dimostrati dal presidente in tutta la sua opera a servizio dello Stato e delle Istituzioni”.

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