NordEst

“Educa” in Trentino: “Dal gruppo alla baby gang”

Share Button
Difficoltà comunicative tra giovani e adulti – È la ricercatrice IPRASE Arianna Bazzanella ad introdurre l’indagine, “iniziata nell’agosto di due anni, con l’obiettivo di fornire un quadro generale della situazione sul territorio trentino, in seguito al crescente allarmismo sulle baby gang nel nostro paese”. La ricerca esplorativa si è concentrata sui ragazzi della scuola media e del biennio delle superiori e si è svolta attraverso interviste a testimoni della realtà giovanile, con questionari a dirigenti scolastici e a direttori di centri di formazione professionale, ad educatori e alle forze dell’ordine. L’indagine si è realizzata anche con focus group con studenti, docenti e genitori. I ricercatori hanno proceduto anche ad un’analisi accurata delle denunce pervenute alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Trento.
La criminalità giovanile in provincia di Trento si assesta sui dati nazionali. Su tremila fascicoli penali aperti, solo 27 si sono risolti con una misura cautelare e per 947 è stato disposto il rinvio a giudizio, per tutti gli altri c’è stata l’archiviazione. A commettere reati sono in maggioranza maschi (tra gli under 14 anni, le ragazze sono il 32%), nati in Italia (il 31% è nato all’estero, dato non trascurabile rispetto al peso che gli stranieri hanno in Trentino); un terzo di chi commette reato è 17enne (i più giovani delinquono meno).
Risulta assente il pendolarismo criminale minorile. In ordine di frequenza, i reati compiuti sono quelli contro il patrimonio, l’incolumità personale e il furto semplice e aggravato. Risulta sfatato il mito dello spaccio di stupefacenti (il 3% del totale). Il furto è il reato più frequenti tra under 14; i reati contro patrimonio diminuiscono con l’età del minore ma aumentano quelli connessi alla dimensione violenta – lesioni volontarie e percosse e minacce. I reati di danneggiamento o di imbrattamento vedono gli italiani in prima fila (11,5%, contro il 5% di stranieri).
La criminalità di gruppo in Trentino è fenomeno circoscritto: solo una denuncia su dieci riguarda un reato compiuto da una badna formato da più di tre individui. I termini usati dai dirigenti scolastici per descrivere quelle che definiscono “fisiologiche espressioni di bisogni legati all’età” sono “insofferenza, prevaricazione, prepotenza, bullismo”. Parlano di “nuove modalità di espressione della trasgressione e di moderne motivazioni per trasgredire”. Emerge una maggior fragilità identitaria rispetto alle generazioni passate dovuta ai mutamenti della struttura sociale e famigliare. L’obiettivo dei focus group è stato quello di analizzare la rappresentazione della violenza giovanile negli adulti, e nei genitori in particolare, e di ricostruire i processi attraverso cui i gruppi si costituiscono fuori e dentro scuola, e in alcuni casi delinquono. 
Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *