L’assalto dei turisti soprattutto nella zona delle Dolomiti ha raggiunto livelli mai visti prima
NordEst – Se ne è accorto anche il re degli ottomila, Reinhold Messner che nella zona dolomitica attorno alle Pale di San Martino ha passato gli ultimi giorni, girando un film. “La situazione è come ogni anno in piena estate, ma con un ulteriore aumento.
Spero che questa sia l’occasione di prendere in mano la situazione. La politica deve prendere delle decisioni per il management dei flussi turistici, è una questione di organizzazione”, sostiene Messner.
“Intendiamoci – dice Messner – è un bene che gli alberghi siano pieni e che ci sia un guadagno dopo il lockdown, ma ora la politica deve agire, perché l’afflusso di auto e moto va in qualche modo arginato. I passi vanni organizzati in modo da poter essere fruibili”. Messer suggerisce che i passi vengano chiusi al traffico per qualche ora al giorno e che vengano istituiti dei bus navetta per permettere ai turisti di giungere in quota.
“Coraggio di scelte radicali”
Dello stesso avviso è anche l’imprenditore e albergatore Michil Costa di Corvara in Val Badia, che chiede ai responsabili politici di avere “il coraggio di scelte radicali”. Per Costa il caos che si è venuto a creare nella zona dolomitica, dove l’afflusso di turisti ha superato ogni aspettativa è “un’anticipazione di quello che succederà nel 2024. Perchè alla fine di questa crisi che durerà perlopiù un anno e mezzo – stima Costa – si cercherà di attrarre nuovi mercati, quello cinese e quello indiano, per esempio, e arriveranno nuovi flussi di turisti.
Pertanto se non ci adoperiamo ora, con la gestione di questi flussi, chiudendo i passi dolomitici, mettendo fine al lievitare di nuovi alberghi grazie ad una legge urbanistica che ponga dei veti, non riusciremo a venirne fuori”, dice Costa.
In un post su facebook il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico Cnsas, visto l’afflusso dei turisti chiede rispetto delle regole e propone un vademecum di comportamenti da tenere in montagna.