X

Dolomiti, Bertolaso e Thoeni: stagione sci a rischio. Peoccupazione da Coldiretti anche per cenoni e mercatini

Allarme lanciato nel corso della trasmissione Zapping di Radio1 Rai. Preoccupazione per nuove limitazioni è stata espressa anche da Coldiretti. Thoeni: restrizioni al massimo piuttosto che chiudere. L’albergatore ed ex campione di sci si dice preoccupato

NordEst – “La situazione delle coperture vaccinali nelle province di Bolzano e Trento è ampiamente inferiore del 10% della media nazionale. Non vorrei che venisse impedito di andare a sciare sulle Dolomiti da colorazioni particolari”. Così Guido Bertolaso il responsabile della campagna vaccinale in Lombardia, alla trasmissione Zapping (Radio 1 Rai, 16 novembre).

Servono misure drastiche, ha aggiunto Bertolaso, per salvare la stagione dello sci. Il 40% degli over 80 trentini ha ricevuto la terza dose di vaccino, ma la percentuale scende al 4% per gli over 70 e al 3% per gli over 60.

Le preoccupazioni degli operatori

“Sono preoccupato, siamo vicini alla stagione invernale, e dopo quello che abbiamo passato l’anno scorso, diventerebbe tutto molto più complicato”. A parlare, ospite di Rai Radio1 a Un Giorno da Pecora, Gustav Thoeni, albergatore ed ex campione di sci. “Infatti siamo preoccupati, se non possiamo aprire o la gente non può venire sarebbe un bel problema, speriamo di poter tenere aperto. Meglio restrizioni al massimo piuttosto che le chiusure”.

Thoeni, vaccinato e in attesa della terza dose, non si sa spiegare il basso tasso di vaccinati in Alto Adige. “Non ne ho idea, sono meravigliato anche io”. Il lockdown solo per i non vaccinati in Austria non convince Thoeni.

Coldiretti: a rischio mercatini e cenoni

Sono a rischio i tradizionali cenoni di Natale e di Capodanno in circa 53mila ristoranti, trattorie, pizzerie e agriturismi situati e nella provincia di Bolzano, in Friuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Valle d’Aosta  per il possibile passaggio in zona gialla a causa del peggioramento degli indici epidemici Covid. 
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti dell’eventuale cambio di colore di una vasta area dell’Italia con il limite massimo dei 4 posti a sedere per tavolo tra non conviventi, proprio alla vigilia delle feste di fine anno. Un passaggio che – sottolinea la Coldiretti – oltre a rendere obbligatorio di nuovo l’uso di mascherine all’aperto ad eccezione dei bambini sotto i sei anni e di chi fa sport, prevede un massimo di 4 persone per tavolo al chiuso in bar e ristoranti anche per le feste e i ricevimenti. 
 
Il limite dei posti a tavola è una misura di sicurezza che – continua la Coldiretti – ha ripercussioni sul bisogno di convivialità degli italiani ma pesa anche sugli incassi della ristorazione dopo le pesante perdite subite a causa della pandemia Covid.
 
Una misura che rischia di pesare sulle decisioni dei 10 milioni di italiani che lo scorso anno hanno rinunciato a viaggiare nel periodo delle feste di fine anno per raggiungere parenti, amici o fare vacanze, secondo la Coldiretti che sottolinea come le regioni a rischio di cambio di colore sono importanti destinazioni del turismo invernale. Tra le destinazioni turistiche a pagare il prezzo più alto lo scorso anno – continua la Coldiretti – era stata proprio la montagna con 3,8 milioni di italiani che non avevano potuto raggiungere le piste da sci con effetti – precisa la Coldiretti – sull’intero indotto delle vacanze in montagna, dall’attività dei rifugi alle malghe con la produzione dei pregiati formaggi. Proprio dal lavoro di fine anno dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole che con le attività di allevamento e coltivazione – conclude la Coldiretti – svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento.
 
L’impatto negativo della reintroduzione della zona gialla si trasferisce a cascata sull’intera filiera – sottolinea la Coldiretti – con la riduzione di acquisti di prodotti alimentari e vino dalle aziende agricole ma anche di addobbi floreali con il contenimento del numero di inviatati o addirittura il rinvio delle cerimonie. Senza dimenticare che 1/3 della spesa turistica in Italia è destinato all’alimentazione con il cibo che – conclude Coldiretti – rappresenta per molti turisti la principale motivazione del viaggio.
Redazione:
Related Post