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Consiglio provinciale Trento, Approvata in aula la manovra finanziaria

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Via libera anche alle leggi di stabilità e sul bilancio di previsione. Minoranze preoccupate per gli eccessivi impegni di spesa pluriennali. Rossi sottolinea il valore dell’autogoverno e definisce questa finanziaria “di responsabilità”

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Trento – Manovra di stabilità 2015 approvata in Consiglio provinciale dopo una maratona di 7 ore senza interruzioni con il via libera dell’aula anche alle leggi di stabilità di di bilancio. Il “sì” alla collegata era già arrivato a mezzanotte. Sia la legge di stabilità che la normativa sul bilancio di previsione sono passate con i 23 voti a favore della maggioranza e gli 11 contrari delle opposizioni. Nelle dichiarazioni finali le minoranze hanno criticato l’irrigidimento del bilancio causato dagli eccessivi impegni di spesa assunti per i prossimi anni, mentre secondo il presidente Rossi questa è una “finanziaria di responsabilità”. Rossi ha infine sottolineato il valore dell’autogoverno e suggerito ai consiglieri di evitare l’utilizzo eccessivo delle relazioni della Corte dei conti.

Le dichiarazioni di voto conclusive

Prima di votare la legge di bilancio, ultimi interventi in aula dei consiglieri e replica finale del presidente Rossi.

Bezzi (FI): “questa manovra non va bene per la parte che fa debito a causa dei tanti topolini che mangiano il formaggio del bilancio”, e perché dovrebbe avere un orizzonte non localistico. Il Trentino soffre di una crisi demografica per combattere la quale occorrerebbe lungimiranza. La Giunta dovrebbe promettere meno e guardare oltre all’immediato”.

Civettini (CT): “questa è una finanziaria anoressica, che fa solo azioni di pronto soccorso e non di governo. Il difetto emerge sul fronte della scuola e dell’università, ma anche delle imprese che se ne sono andate dopo avere ottenuto i contributi della Provincia”. Civettini ha preannunciato che presenterà documenti importanti per denunciare questa situazione.

Simoni (PT): “anche grazie alla minoranza questa finanziaria esce dall’aula migliore di come era entrata. Voteremo contro questa manovra perché varie iniziative da noi sollecitate e non accolte mostrano come si sarebbe potuto rispondere meglio ai problemi”. “Abbiamo bisogno del supporto operativo tecnico all’attività dell’organo legislativo”.

Degasperi (M5s): “Il Trentino sembra cambiare solo per necessità, ad esempio quando la Giunta si accorge che il fondo strategico ha portato altri 5 milioni di euro in obbligazioni al gruppo Marangoni che ha dimostrato poco rispetto per il territorio licenziando e trasferendo linee produttive. Stessa cosa per gli impianti di risalita che si acquistano direttamente. Scuola: parte dell’organico è ancora scoperta e si sacrifica tutto sull’altare delle lingue e del sistema duale che coinvolge l’impresa appena con 11 percorsi e 2 di inclusione”. “La manovra non intacca i privilegi e le consulenze come quelle date a Deloitte”. “Il Trentino assomiglia ad un’Alice che non sa che strada intraprendere”.

Fugatti (Lega): “questa finanziaria non ha risposto a tre temi dimostrando come la Giunta non sappia interpretare le esigenze dei territori. Il primo riguarda la sanità con i problemi degli ospedali di valle e dei punti nascita, per cui siamo nel disordine più totale. Il secondo fronte è quello delle Rsa sulle quali oggi c’è stata la debacle politica dell’assessore Zeni, che subisce attacchi non solo dalle opposizioni ma anche dall’interno della Giunta e dallo stesso presidente Rossi che l’ha messo lì a cuocere a fuoco lento, e dalle varie anime politiche del Pd. Infine la scuola: qui la Giunta passa sopra la volontà delle comunità locali e della stessa autonomia delle scuole di montagna, per la cui chiusura o accorpamento il Patt contraddice il proprio programma e i propri valori”.

Fasanelli (Gruppo Misto): “questa finanziaria esprime una normalità amministrativa, limitandosi a gestire ciò che le risorse permettono. Anziché incentivare le imprese che possono migliorare la qualità della vita, si respingono le proposte a favore del settore produttivo. Un esempio? Si assegnano 48 milioni nel 2016 e 2017 per ridurre l’addizionale Irpef a 255.000 persone e non si accetta di ridurre l’addizionale Irpef sui capannoni. Ci si limita cioè a gestire il quotidiano senza investire dove potrebbe esservi un ritorno. Occorreva avere più coraggio”.

Borga (CT): “il problema di questa finanziaria non è il debito ma che soprattutto in quest’ultimo anno e mezzo sono stati assunti impegni di spesa anche superiori ai vent’anni rendendo rigidi i bilanci. Prima o poi bisognerà per forza farsi carico di questo problema visti i 700 milioni già impegnati per opere pubbliche da oggi fino al 2019”. “Il Trentino è stato rovinato dalle Giunte provinciali e da questa maggioranza dal 2008 al 2013 continuando a spendere a spandere per poter vincere le elezioni con una certa facilità”. “Si scommette sulla ripresa nel 2018 perché solo così potranno tornare disponibili le risorse oggi bloccate dal patto di stabilità, ma nulla autorizza l’ottimismo visto il continuo aumento della spesa”.

Passamani (Upt): “il nostro voto sarà favorevole a questa legge di stabilità solida e concreta che favorirà il rilancio del Trentino. Con i mezzi che oggi avevamo a disposizione è stato fatto un ottimo lavoro e possiamo dire di aver dato in tal modo fiducia”. “Dall’aula è uscita una finanziaria rafforzata grazie al lavoro svolto in questi giorni”. “Certo l’entusiasmo non è ancora a mille ma alcune certezze per il futuro con questo bilancio vi sono”.

Baratter (Patt): “questo è un bilancio di ripartenza che si inserisce nel percorso di riforme avviate dalla Giunta. Non è vero che non ci sono dati positivi, anche se molto c’è ancora da fare. Il clima è positivo, crescono il Pil e il fatturato delle imprese. Il bilancio adegua l’assetto della Provincia alle esigenze del futuro, all’internazionalizzazione, al fare sistema con le imprese e i soggetti sociali prestando attenzione alla famiglia, alle fasce più deboli, alla scuola con il trilinguismo”. “La parola chiave per il futuro è corresponsabilizzazione, per cui anche le minoranze sono da ringraziare”-

Detomas (Ual): “questa finanziaria è tutto sommato accettabile visto anche che la ripresa fatica a consolidarsi. Non possiamo nasconderci il fatto che il vicino Alto Adige ha dati di crescita migliori di quelli, pur buoni, del Trentino e vicini alla Germania. In passato ci si è basati sull’intervento pubblico ma ora occorre emanciparsi dalla dipendenza dalla Provincia, per costruire gli elementi fondanti della libertà. Alcune misure adottate dalla Giunta nel settore socio-assistenziale vanno verso un’autonomia dei soggetti interessati. Giusta in tal senso anche la norma che affida all’Apss la responsabilità di definire le strategie della sanità avendo dalla Giunta le direttive”. “Va rivisto l’equilibrio tra esecutivo e legislativo in assenza di sanzioni efficaci per richiamare all’ordine la Giunta”.

Manica (Pd): “Con questa finanziaria abbiamo affrontato il tema dei migranti con interventi umanitari, il tema del clima con le misure sui fitofarmaci e sull’asfalto. Stiamo quindi chiudendo una finanziaria seria, concreta e puntuale non disgiunta da un contesto più grande da cui proprio perché il Trentino è piccolo non possiamo rimanere avulsi. Fondamentale è stato anche puntare alla coesione sociale. Non è vero che questa finanziaria non pone nulla di nuovo, come nel caso del fondo strategico che chiama a una nuova maturità gli enti locali”.

Giovanazzi (AT): “I trentini sono sempre stati abituati all’ordinarietà, con poche proposte che volano alto, guardando alla Provincia come a un ente protettore, a una chioccia. Oggi occorre un cambio di mentalità, e nelle scelte politiche bisogna smetterla di rincorrere il consenso, avendo anche il coraggio di dire dei no. La sanità è uno dei problemi da risolvere, proponendo anche per gli ospedali di valle soluzioni frutto di un’attenta verifica. Sul welfare la disoccupazione giovanile è molto alta mentre la società invecchia. Quando tra un paio d’anni alla Provincia verranno a mancare 500 milioni, la necessità di cambiare registro s’imporrà anche al Trentino. Nostro compito è infondere fiducia e speranza ma senza illudere le persone sul futuro, altrimenti a pagare saranno sempre più deboli”.

Viola (PT): “Tre parole sono importanti: fiducia, che però va costruita e sostanziata con basi forti tra cui la coesione sociale che oggi è in forte difficoltà per l’individualismo esasperato e la difesa del proprio orto. Per questo serve un’attenzione maggiore verso famiglie e corpi sociali intermedi. Quanto all’Apss, la manovra prevede dando pieno mandato a rivedere l’organizzazione in barba alla legge del 2010, rischia di essere una scorciatoia anziché una decisione di prospettiva. Analoghi sono i problemi emersi sulle Rsa e sulla scuola”. “Vista la leggerezza con cui sono stati fatti passare certi emendamenti della Giunta, riportare in aula la questione del regolamento sarebbe opportuno”. “Nozze coi fichi secchi non se ne possono fare, ma usiamo le regole più che le risorse per provare a ridare fiato all’autonomia e la riforma dello Statuto potrà aiutare”.

Il presidente Rossi: “Abbiamo costruito rapporti con il governo Renzi al quale ci sentiamo politicamente vicini pur non condividendone le posizioni sull’architettura istituzionale. Abbiamo anche cercato di stringere rapporti con Bolzano nell’ottica di un lavoro per un destino comune dentro l’Euregio e le relazioni con il Tirolo del nord. Abbiamo deliberato con l’assessora Ferrari di proporre alla prossima giunta del Gect l’obiettivo di istituire dentro il territorio dell’Euregio una scuola di alta formazione trilingue per formare funzionari e classe dirigente politica con un approccio di tipo europeo.

Abbiamo anche coltivato i rapporti con le altre regioni per promuovere il valore dell’autogoverno a vantaggio di tutto il Paese”. “I consiglieri dovrebbero evitare un utilizzo eccessivo delle relazioni della Corte dei conti che non tengono conto della specificità del nostro assetto autonomistico”.

“Questa è una finanziaria di responsabilità. Chi si attendeva una non tenuta della maggioranza è rimasto deluso. Altra caratteristica della nostra azione: riuscire ad intercettare le contraddizione tra piccolo e grande, centro e periferia. Questa sarà una delle riflessioni del prossimo Festival dell’economia, per capire come a livello locale si possono affrontare queste dinamiche per essere in linea con una politica della responsabilità.

L’auspicio è che il prossimo appuntamento che ci vedrà lavorare e discutere della Consulta e del Terzo Statuto ci veda impegnati ad esser tutti ambasciatori del valore dell’autogoverno Che non significa avere tutti la stessa direzione di marcia, perché questo valore non appartiene a nessuno in particolare ma appartiene a tutti”.

Il presidente del Consiglio provinciale Dorigatti si è unito al ringraziamento da tutti indirizzato ai collaboratori e al loro lavoro efficiente e paziente anche se non visibile, tenuto conto dei 5.800 emendamenti presentati. “Come aula ringrazio tutti della fiducia e della collaborazione tra i consiglieri che ci ha permesso di superare anche momenti difficili. Il ruolo della minoranza ha potuto esprimersi anche dentro il nuovo sistema di contabilità introdotto con questo bilancio. Dorigatti ha concluso ricordando che in luglio avremo il primo documento di programmazione economico-finanziaria e rivolgendo a tutti l’augurio di un buon Natale.

La precedente discussione di articoli ed emendamenti

In apertura il presidente Dorigatti ha ricordato che gli emendamenti alla legge di stabilità sono in tutto 4300, 140 dei quali non ammessi (66 per mancanza di copertura finanziaria, 56 per copertura finanziaria non correttamente formulata e alcuni non correttamente formulati o senza oggetto). Gli emendamenti all’articolo 1 sono 362 emendamenti, presentati di Civettini, Zanon, Fugatti. Fugatti (Lega) ha minacciato di non ritirare i propri 1800 emendamenti alla legge di stabilità se troverà conferma quanto dichiarato alla stampa dall’assessore Zeni, per cui la modifica contro l’accentramento delle Rsa concordata ieri con il presidente Rossi non conterebbe nulla. Anche Zanon (PT) ha sollecitato un chiarimento del governatore.

Rossi: non toccheremo la legge regionale sull’impianto delle Apsp.

Rossi ha ricordato che l’accordo raggiunto ieri prevede la potestà della Pat di emanare direttive che regolino attraverso una convenzione l’attività delle Apsp, ma nel contesto di una legge che è regionale che non vi è alcuna intenzione di modificare. Con l’emendamento concordato, ha proseguito il governatore, la Provincia non scavalca l’impianto regionale con le proprie direttive, ma può stimolare una diversa forma organizzativa. Con l’Upipa inoltre, ha aggiunto il presidente, si potrà trovare assieme la strada per migliorare il servizio e la sua efficienza in termini di spese con una logica rispettosa sia della legge regionale sia delle direttive provinciali riferite al rapporto con l’Apss. Quanto all’articolo 1, Rossi ha ringraziato Zanon dell’emendamento concordato sull’Irap che – ha poi spiegato il consigliere di PT – introduce deduzioni dall’imponibile Irap a favore delle imprese che assumono lavoratori stagionali per almeno 120 giorni. Zanon ha ricordato anche l’altro emendamento da lui firmato per l’incremento delle risorse a sostegno dell’attività di promozione delle Apt di ambito.

L’assessore Zeni conferma il confronto con territori, Upipa e Consiglio.

Arrivato in aula l’assessore Zeni, Bezzi (FI) e Fugatti (Lega) hanno chiesto anche a lui una conferma del “valore politico” dell’accordo raggiunto sull’emendamento sulle Rsa accolto nella trattativa di ieri, “per capire se tra lui e il presidente della Giunta vi sono posizioni diverse”.

Secondo Giovanazzi (AT) si sa benissimo che politicamente l’emendamento sulle Rsa non cambia nulla essendo regionale la legge di riferimento. L’assessore Zeni ha ribadito quanto detto dal presidente Rossi: già discutendo degli ordini del giorno sulle Rsa abbiamo annunciato che vi saranno incontri sul territorio, con l’Upipa e con la Commissione consiliare per raccogliere elementi conoscitivi, valutare e poi decidere le direttive che comunque terranno conto dell’autonomia del sistema, tenendo conto la competenza ordinamentale regionale dalla legislazione provinciale.

Le minoranze: Zeni riconosca la valenza politica della riforma.

Zanon (PT) ha ricordato che l’assessore aveva lanciato una bomba in merito alle Rsa annunciando una volontà di accentramento. “Ora – ha proseguito – l’assessore afferma che saranno sentiti i territori e che il criterio della riorganizzazione non può solo essere il risparmio. La questione ha valenza politica”. Borga ha obiettato che tempo fa l’assessore, a chi gli obiettava in Commissione che la sua proposta doveva passare dal livello regionale, rispondeva che si può operare a prescindere dalla regione. “Ma allora – ha osservato Borga – il progetto della Giunta sulle Rsa ha un valore molto limitato”. Per Fugatti vi è una “discrasia di fondo tra le parole del presidente Rossi e quelle dell’assessore Zeni”, che è sembrato “voler mettere una pezza alle dichiarazioni da lui rilasciate ai giornali”. Secondo Bezzi (FI) l’assessore non ha tenuto conto della valenza politica della riforma delle Rsa, che ora lui dovrebbe riaffermare.

Per cercare un accordo sul tema la seduta è stata sospesa 5 minuti.

Le minoranze ritirano gli emendamenti ostruzionistici: “Zeni prenda atto che il suo piano per l’Rsa unica è stato affossato”.

Al rientro in aula Bezzi (FI) ha apprezzato il chiarimento fornito dall’assessore Zeni che ha preso atto delle richieste delle minoranze: l’emendamento garantisce che i territori e tutti i soggetti interessati verranno ascoltati, come pure l’autonomia delle Rsa. Per questo le opposizioni hanno annunciato il ritiro degli emendamenti ostruzionistici. Fugatti (Lega) ha aggiunto che l’assessore Zeni “deve mettersela via riconoscendo che con questo emendamento il suo piano sull’Rsa unica è stato delegittimano, è finito, è affossato. Comprendendo questo lei dovrebbe stare zitto, perché il risultato politico è questo”. Anche per Zanon l’emendamento accolto pone fine alla Rsa unica e ha ritirato quasi tutti i suoi emendamenti.

De Godenz (Upt) ha ringraziato Zanon per il suo emendamento sull’Irap accolto dalla Giunta a sostegno del mondo del turismo che vede una percentuale altissima di lavoratori stagionali. Anche Fasanelli ha annunciato il ritiro dei propri emendamenti tranne due riguardanti le agevolazioni Irap per le aziende.

L’articolo 1 è stato approvato con 22 voti a favore, 5 contrari e 5 astenuti.

Via l’addizionale Irpef per 255.000 trentini con reddito non superiore a 20.000 euro: no all’emendamento Borga. Astenuta Bottamedi (Patt).

Sull’articolo 2, approvato, che esenta dal pagamento dell’addizionale regionale Irpef i circa 255.000 soggetti con reddito non superiore a 20.000 euro, è stato respinto con il voto di astensione di Bottamedi (Patt) un emendamento di Borga (CT) che – ha spiegato il consigliere – avrebbe consentito di recuperare i 48 milioni “che questa norma invece butta via”, spalmandoli su una platea troppo ampia per avere un impatto significativo, e che si potevano invece destinare ad opere edilizie in grado di dare lavoro alle imprese trentine. “Non si riesce a capire – ha protestato Borga – la chiusura della Giunta ad iniziative come questa, che è a costo zero ma metterebbe in circolo nell’economia 200 milioni di euro in due anni”. D’accordo con Borga è intervenuto anche Fasanelli (Gruppo misto).

Kaswalder ricorda Domenico Fedel. Sì a una sua norma sui laghi.

Accolto un emendamento di Kaswalder (Patt) aggiuntivo all’articolo 7 per agevolare gli acquisti utili alla riqualificazione ambientale delle sponde dei laghi secondo le indicazioni dell’Appa per migliorare la qualità delle acque. Nel presentare l’emendamento Kaswslder ha ricordato Domenico Fedel, figura di grande rilievo nella storia del partito autonomista, della cui scomparsa ricorre oggi il decimo anniversario.

Fondo strategico territoriale, per l’assessore Daldoss 30 giorni bastano ai comuni per mettersi d’accordo sulle opere pubbliche da realizzare.

Molti gli emendamenti sull’articolo 13, dedicato al fondo strategico territoriale che consente ai Comuni di utilizzare le risorse per opere pubbliche finora bloccate dal patto di stabilità, purché raggiungano un’intesa con altre amministrazioni entro 30 giorni. Un tempo troppo Borga (CT) ha contestato il disvalore attribuito in tal modo dalla Giunta ai Comuni. Zanon (PT) ha rilevato che questi fondi non potranno essere utilizzati dai Comuni se non nel 2017 mentre vi sarebbe bisogno di investire nel 2016. “I sindaci – ha osservato – si sono sentiti ingannati”. E ha concluso: “le comunità negli ultimi tempi hanno perso di significato”. Kaswalder (Patt) ha spiegato di non voler ritirare il suo emendamento, poi respinto dall’aula, “per coerenza”, in quanto i fondi dovrebbero poter essere impiegati dai Comuni al 100% dopo la rimozione del patto di stabilità.

L’assessore Daldoss ha ricordato che la norma esprime un’operazione intelligente innanzitutto perché queste risorse non vadano perse. Secondo: l’intesa tra Giunta e Consiglio delle autonomie locali entro 30 giorni per la suddivisione dei fondi in ogni singola comunità, non è un tempo troppo scarso, ma mira a velocizzare l’uso di queste risorse. Infine, ha garantito Daldoss, il fondo sarà utilizzato in piena autonomia dalle comunità.

Accolti alcuni emendamenti delle opposizioni (Fasanelli e Giovanazzi) sull’articolo 14 per potenziare il personale degli enti locali.

Imis, aiuto ad onlus e coop sociali e sgravio per piccole imprese.

Baratter (Patt) ha ringraziato i colleghi Tonina e Viola per aver condiviso l’emendamento, accolto dall’aula, che accorda un’importante agevolazione Imis agli immobili sia delle onlus che delle cooperative sociali attraverso un aiuto di Stato a de minimis di 200 mila euro permesso dall’Unione europea. Sull’articolo 16 accolto un emendamento di Manica (Pd) per sgravare dall’imposta anche i negozi e piccoli insediamenti produttivi. Viola ha spiegato che l’emendamento da lui proposto per sgravare dall’Imis campeggi e alberghi, pur respinto in questa occasione troverà accoglienza nell’assestamento in cui l’intervento sarà ripresentato per definire con più precisione la platea dei beneficiari.

Bitume ecologico per asfaltare le strade: sì all’emendamento Simoni.

Semaforo verde dell’aula anche per un emendamento di Simoni (PT) collegato ad un suo ordine del giorno approvato, che per una asfaltatura più ecologica delle strade agevola l’utilizzo di un bitume particolare, ottenuto con la miscelazione della gomma ricavata dal recupero di pneumatici fuori uso. In tal modo per Simoni la Provincia stimolerà le imprese trentine a produrre questa gomma utile all’asfaltatura, la cui materia prima oggi viene portata in Germania le cui ditte esportano poi il materiale lavorato in Italia.

Ristrutturazioni e cucine: sì ad emendamenti di Giuliani e Plotegher.

Da segnalare il sì dell’aula ad un emendamento di Giuliani (Patt) che permette di anticipare il credito d’imposta previsto dallo Stato sulle ristrutturazioni edilizie su tutte le case di proprietà. L’emendamento potrà dare un forte impulso all’edilizia per risanamenti e riqualificazioni energetiche. Approvato anche un emendamento di Plotegher (Pd) che prevede contributi per sostituire le cucine elettriche a quelle a gas con relativi dispositivi di sicurezza per le persone che vivono da sole. Accolto anche l’emendamento di Borga per favorire con uno stanziamento di 500 mila euro l’installazione di impianti antifurto nelle abitazioni.

Accolto un emendamento di Bottamedi (Patt) per estendere anche ai campeggi una misura riferita alla tassa di soggiorno già prevista per gli alberghi, per cui l’importo verrà definito in relazione ai giorni inizialmente concordati con l’ospite indipendentemente dall’effettiva fruizione e dalla consecutività delle notti di soggiorno.

Sugli emendamenti da lui presentati alle norme finanziarie, Degasperi (M5s) ha ricordato quello, accolto, relativo ai 100.000 euro destinati alla costituzione del Parco agricolo del Garda. Modifica cui ha plaudito Civettini (CT). Altri 100.00 euro andranno grazie ad un emendamento, approvato, di Borga, a sostegno del Museo degli usi e costumi della gente trentina di S. Michele. Sì anche ad un altro emendamento di Borga per accordare un contributo con cui i Comuni potranno installare telecamere per la sicurezza nei centri abitati.

>MANOVRA FINANZIARIA, PASSA LA COLLEGATA. L’AULA CONCLUDE CON STABILITÀ E BILANCIO

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