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La volata finale – Oltre al presidente si rinnovera’ la Camera dei Rappresentanti, un terzo del Senato e undici governatori. Dopo gli ultimi appelli al voto lo spoglio e’ partito intorno alla mezzanotte a Dixville e in New Hampshire: le prime dieci cartelle scrutinate hanno decretato un pareggio, ribadendo il testa a testa che si profilava alla vigilia.

I due candidati si sono rivolti per l’ultima volta ai propri elettori. Per il suo ultimo comizio Barack Obama ha scelto l’Iowa e Des Moines, dove tutto era iniziato nel 2008. Mitt Romney, invece, per concludere il tour de force elettorale ha deciso di recarsi in New Hampshire.

‘Continueremo a far andare avanti il Paese, finiremo quello che abbiamo iniziato’, ha dichiarato Obama guardando in volto i propri sostenitori. ‘Abbiamo fatto reali progressi in questi quattro anni, ma il nostro lavoro non e’ finito: la nostra battaglia per il cambiamento prosegue. Mi conoscete, potete non essere d’accordo sulle mie decisioni, ma sapete che dico la verita’ e che mi batto per voi’.

‘Celebreremo la vittoria’, sara’ un nuovo inizio’, la replica di Romney. ‘Obama ha promesso molto e non ha mantenuto le promesse: non si e’ concentrato sul creare lavoro, si e’ concentrato sull’Obamacare. Abbiamo giorni migliori davanti a noi e inizieremo a lavorare’, ha aggiunto l’ex governatore del Massachusetts, sottolineando come le misure implementate dall’Amministrazione abbiano ‘fatto male all’economia’ del Paese. ‘Io so come cambiare il corso del nostro paese e della nostra economia. Il vero cambiamento non e’ una cosa di cui parlo solamente, ma e’ una cosa che ho gia’ fatto’.

Al termine di una maratona elettorale durata ben 18 mesi e centinaia di manifestazioni costate circa 3 miliardi di dollari, questa mattina alle 6 (ora locale), In Virginia e New Hampshire apriranno i primi seggi, quando in Italia saranno le 12. Sulla West Coast, la California accogliera’ i propri elettori quattro ore piu’ tardi. Ad Est la chiusura avverra’ alle 18 (mezzanotte in Italia). Alle 19 si avra’ invece la prima chiusura significativa, in Virginia, uno degli Stati-chiave, il cui verdetto dara’ una prima indicazione sull’esito della ‘corsa’.

Mezz’ora dopo chiuderanno i seggi in North Carolina e Ohio, dove nessun repubblicano e’ mai arrivato alla Casa Bianca senza conquistarlo. Solo alle 20 (le 2 di notte in Italia) chiuderanno i seggi in Florida e nella gran parte degli Stati sulla East Coast, quando ad Ovest le somme verranno tirate tre ore piu’ tardi.

I primi risultati –
Saranno indicati dai grandi network come la Abc, la Cbs e la Nbc, sommati allle reti via cavo: Cnn e Fox. I primi exit poll saranno condotti su campioni di 25 mila elettori. Barack Obama e Mitt Romney tenteranno di conquistare i cosiddetti ‘swing states’, gli stati in bilico che oscillano tra un partito e l’altro: Colorado, Florida, Iowa, North Carolina, New Hampshire, Nevada, Ohio, Pennsylvania, Virginia e Wisconsin.

Le elezioni si vincono conquistando i grandi elettori di ciascuno stato, per un totale complessivo di 538: ad un candidato e’ necessario conquistarne almeno 270 per aggiudicarsi la Casa Bianca. Gran parte degli Stati Uniti hanno adottato un sistema maggioritario, definito il ‘winner takes all’. Hanno fatto eccezione il Nebraska e il Maine, che hanno optato per un sistema proporzionale.

L’Ohio sara’ l’obiettivo di entrambi i candidati. A darne conferma e’ la storia: nessun presidente repubblicano e’ stato mai eletto senza vincere nello stato del Mid West, e nessun presidente in generale e’ stato eletto dal 1960 a oggi senza essersi aggiudicati i suoi diciotto voti elettorali.

Le elezioni Usa saranno seguite da milioni di spettatori in tutto il mondo e con particolare attenzione dall’Estremo Oriente. Pechino si sta preparando ad un eventuale cambio di poltrona a Washington, nella sua veste di maggiore creditore internazionale nei confronti delle casse americane. Per la Cina una riconferma di Obama rappresenterebbe una passivita’ da tutelare nel ‘gioco’ del mercato delle valute e di un ampio interscambio commerciale tra i due Paesi, mentre un nuovo presidente ai vertici dell’economia piu’ grande del mondo – spiegano gli analisti – potrebbe turbare gli investitori asiatici e ridefinire le dinamiche di un G2 oramai consolidato agli occhi dei partner globali.

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