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Demanio idrico, Belluno incassa da sola quanto le altre sei province

Reolon come Fonzie: incapace di ammettere gli errori

Venezia – “E’ bene che i bellunesi conoscano la verità, così distorta dalle parole e dalle fantasie del consigliere Reolon. Grazie alla sua specificità, la provincia di Belluno incassa da sola una cifra di canoni da demanio idrico pressoché pari a quella che la Regione complessivamente introita dalle concessioni delle altre sei provincie del Veneto tutte assieme. La delibera esclude Belluno proprio perché quel territorio viene considerato diversamente e opera in autonomia”. Maurizio Conte non ci sta alle ricostruzioni giornalistiche delle diverse dichiarazioni sulla questione.

“Da consigliere regionale e da ex presidente della Provincia, dovrebbe sapere che gli introiti del demanio idrico di Belluno sono gestite dalla amministrazione provinciale, in parte dalle Comunità Montane e la restante dal Genio Civile in accordo con la Provincia stessa per interventi di difesa del suolo nel bellunese”.
“La verità è una sola – aggiunge – e non è fatta da dichiarazioni ma da atti amministrativi e leggi a disposizione di tutti. Questo però sembra essere diventato il Paese delle chiacchiere, dove si da fiato ad ogni tipo di farneticazione. Il consigliere del Pd non solo si arrampica con gli artigli allo specchio, rompendo i timpani, ma non ha neppure il coraggio di ammettere che le cose sono diverse da quelle, zero contributi, che lui sostiene,. Non solo non è così, ma anzi secondo i calcoli degli uffici a conguaglio, la Provincia di Belluno dovrebbe alla Regione un paio di milioni. Ha letto “esclusa la provincia di Belluno” ed ha tuonato, perché probabilmente non sa fare diversamente. In questo modo ha solo dimostrato la disattenzione con la quale segue le vicende, le leggi e i provvedimenti regionali e come la sua politica sia, semplicemente, quella di dipingere il mondo di nero. Mi limito a dire: un pessimista non ha mai fatto strada. E nemmeno i chiacchieroni”.
“Ribadisco che deve chiedere scusa, ma temo che non appartenga alla sua cultura la serietà di ammettere di aver sbagliato: mi ricorda il Fonzie di Happy Days, cui a pronunciare la parola “scuse” veniva un crampo alla mascella, solo che Fonzie faceva ridere. Ma i bellunesi hanno bisogno di verità. E sono persone migliori di Reolon, perché hanno sempre saputo rimboccarsi le maniche e dare l’esempio, senza andare alla ricerca di capri espiatori inesistenti”.

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