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Covid: 56 nuovi positivi in Trentino, 13 i ricoverati. Volano casi e incidenza in Alto Adige

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Coronavirus: i dati di martedì 26 ottobre in Trentino

Trento/Bolzano – Il bollettino quotidiano dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari fortunatamente continua a registrare zero decessi per Covid-19 in Trentino. Sono 56 i nuovi casi positivi: 13 emergono su 326 tamponi molecolari, che confermano anche 10 positività intercettate nei giorni scorsi dai test rapidi; i restanti 43 nuovi casi sono stati intercettati su 12.345 tamponi antigenici.

Circa la metà delle persone risultate contagiate oggi sono asintomatiche, pressoché altrettanti si trovano a domicilio con pochi sintomi; una persona è stata ricoverata in media intensità. Per quanto riguarda appunto i ricoveri, negli ospedali trentini sono presenti attualmente 13 pazienti covid, di cui 2 in rianimazione; nella giornata di ieri, infatti, sono avvenuti due nuovi ricoveri a fronte di una dimissione. Sono 14 i nuovi guariti, per un totale di 47.342 da inizio pandemia. I vaccini somministrati sono 785.728, di cui 360.520 seconde dosi e 11.993 terze dosi.

Tra i nuovi casi positivi odierni sono stati registrati 12 casi tra bambini e ragazzi: 2 hanno tra 3-5 anni; 4 tra 6-10 anni; 6 tra 11-19 anni (ieri le classi in quarantena erano 6). Per gli adulti, 14 nuovi casi riguardano la fascia 19-39 anni; 17 casi la fascia 40-59 anni e 3 casi la fascia 70-79 anni. Un solo nuovo positivo ha 80 o più anni. La fascia di età con il maggior numero di persone che ha ricevuto almeno una dose di vaccino è tra i 20 e i 49 anni, per un totale di 166.661. Seguono i vaccinati con almeno una dose di 50-59 anni (74.431) e la categoria 60-69 anni (60.702).

Il punto a Bolzano

In Alto Adige, dopo una tregua di sei mesi, sia i nuovi casi che l’incidenza su sette giorni superano soglia 100. Sono infatti 115 i test positivi (40 su 864 tamponi pcr e 75 su 11.519 test antigenici).

Si deve infatti tornare indietro ad aprile per trovare numeri simili. L’incidenza sale invece a 107. Un valore così alto è stato rilevato l’ultima volta il 28 aprile (109).
Stabile invece la situazione negli ospedali con 50 ricoveri (44 nei normali reparti e 6 in terapia intensiva) e nessun decesso. Nelle ultime 24 ore sono stati dichiarate guarite 78 persone, mentre 2075 sono in quarantena.

Covid: fino a marzo 2020 rilevato solo 3% casi

Il Covid è stato introdotto in diverse aree dell’Europa e degli Stati Uniti prima della fine di gennaio 2020 e la sua diffusione nei primi tre mesi del 2020 è stata in gran parte non rilevata, a causa della limitata capacità di identificare e testare i casi sospetti in quel periodo. Solo l’1-3% circa delle infezioni è stato rilevato in queste aree fino a marzo 2020.

Emerge da uno studio pubblicato su Nature a cui hanno contributo anche la Fondazione Isi di Torino e la Fondazione Bruno Kessler di Trento. Gli autori suggeriscono che test più diffusi e criteri di test più ampi potrebbero aver consentito un rilevamento e interventi precoci per prevenire la diffusione del virus.

L’analisi indica che all’inizio di marzo 2020 circa 9 infezioni su 1.000 sono state rilevate negli Stati Uniti e 35 su 1.000 in Europa. Le stime sui tempi di introduzione variano in base al paese o allo stato. Secondo lo studio è probabile che l’inizio della trasmissione sia iniziato verso la fine di gennaio in California e all’inizio di febbraio nello stato di New York, ma forse fino a due settimane prima in Italia.

Non si può escludere la possibilità di eventi di introduzione e trasmissione già a dicembre 2019, sebbene la probabilità sia molto contenuta. Sia in Europa che negli Stati Uniti – rilevano i ricercatori – l’introduzione di Sar-CoV-2 dalla Cina è stata importante solo nella primissima fase dell’epidemia. Con l’evolvere dell’epidemia è diventato sempre più rilevante il contributo delle introduzioni domestiche, che hanno contribuito a sincronizzare le epidemie nei diversi stati di Europa e Stati Uniti.

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