Atteso vertice a Trento, dopo una breve vacanza a Primiero, per il governatore trentino, Maurizio Fugatti che in questi giorni ha visitato con la famiglia passo Rolle innevato, ma anche i paesi di Mezzano, Imèr, Fiera di Primiero e il vicino Vanoi
NordEst – Dopo le polemiche dei giorni scorsi, è stato presentato in Provincia, il progetto di una scuola di medicina e chirurgia inter-ateneo, facente perno sull’Università di Padova ma con il coinvolgimento degli atenei di Trento e di Verona e degli altri attori territoriali interessati, in primis l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, le eccellenze scientifiche e della ricerca già presenti sul territorio.
Ma soprattutto, l’avvio fin dall’ottobre del 2020, di due percorsi distinti, uno a partire dal I° anno e l’altro direttamente dal V° anno, quest’ultimo rivolto prevalentemente da studenti trentini e altoatesini che già studiano Medicina a Padova (o anche a Verona).
Questi in sintesi i due elementi caratterizzanti la proposta presentata alla Giunta provinciale dal presidente del Consiglio della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova Stefano Merigliano, per rispondere al bisogno di personale medico espresso dal Trentino. Un progetto condiviso naturalmente con il rettore dell’ateneo patavino, che non ha potuto essere presente causa di un incidente occorso, come noto, nella giornata di ieri, riguardante la creazione di un corso di laurea in Medicina e Chirurgia, con l’obbiettivo di formare nuovi medici e specialisti, ma anche infermieri e tecnici, e soprattutto di fidelizzarli al territorio. Il presidente Fugatti ha espresso a nome della Giunta l’interesse della Provincia per un progetto articolato, esauriente ma anche attivabile in tempi brevi, se vi è accordo fra tutti i soggetti interessati.
La sola istituzione di un corso di laurea non è sufficiente a garantire il raggiungimento del risultato; è necessario creare sinergie fra gli attori territoriali oltre ad alleanze con possibili partner esterni: questa la convinzione espressa dal presidente Merigliano nel corso della sua esposizione.
“Il tema è anche partire subito – ha sottolineato a sua volta Fugatti – in modo tale da dare al trentino risposte concrete nel più breve tempo possibile”.
Il progetto quindi è quello di creare una scuola di medicina e chirurgia che coinvolga più atenei. L’Università di Trento gestirebbe il coordinamento logistico generale, il diritto allo studio e i corsi Bio/Fis (Biologia e Fisica, in totale una decina di corsi); alle aziende ospedaliere, a partire dall’Apss, la didattica clinica e i tirocini (i tirocini sono già previsti dal secondo anno di corso) con il progressivo coinvolgimento del personale medico nella didattica (all’Apss sarebbero già attivabili una quindicina di medici); al’’università di Padova spetterebbe la gestione del corso di laurea con prevalente attribuzione dei corsi Med (medicina), i tirocini e il coordinamento con le aziende ospedaliere (volutamente al plurale, a partire come dicevamo da quella trentina); Verona infine gestirebbe i corsi in scienze infermieristiche e delle altre professioni sanitarie, come già avviene oggi.
Per quanto riguarda le modalità di applicazione, il progetto prevede da un lato l’avvio dal 1° ottobre 2020 di un corso di laurea dal primo anno come duplicato di quello di Padova con docenti e risorse di Trento e Padova, e l’attivazione, sempre da quella data, di corsi di laurea dal quinto anno con studenti volontari in corso a Padova (ci sono attualmente un centinaio di studenti di Medicina trentini e altoatesini che studiano a Padova, di cui 40 al quarto anno, e ad essi potrebbero aggiungersi altri studenti che attualmente studiano a Verona). Essendo Padova capofila non sarebbe necessario l’ottenimento di alcun via libera ministeriale, né per il corso che parte dal I° anno né per quello attivato dal V°.
Le eccellenze trentine, come il Cibio, la FBK (informatica, robotica), e naturalmente quelle presenti nell’Università di Trento, potrebbero essere integrate nel progetto formativo fin dal corso di laurea, non solo nella fase della specializzazione. Anche gli ospedali periferici potrebbero essere coinvolti per corsi e tirocini particolari (come riabilitazione) nonché nella fase di specializzazione (ad esempio traumatologia).
Per quanto riguarda le scuole di specializzazione: quelle già attive in Trentino rimarrebbero e ad esse potrebbero esserne affiancate anche delle altre. La Rete formativa del Veneto dal canto suo si sta allargando, facendo perno su Verona e Padova. Ogni formando deve fare un 20% del suo percorso formativo al di fuori della “casa madre”, il che favorisce le sinergie e gli scambi. L’ospedale trentino potrebbe essere inserito a sua volta nella rete.
Lunedì in tarda mattinata il presidente Fugatti ha anche incontrato il prorettore dell’Università di Trento Flavio Deflorian, per un primo esame congiunto dei contenuti della proposta di Padova. “Il nostro auspicio – ha detto, al termine dell’incontro – è che tutti i soggetti interessati collaborino al raggiungimento di un obiettivo importante. Il tema non è l’università in sé. Ma partire subito per dare risposte alle carenza di medici. L’università di Padova propone un accordo con tutte le strutture trentine e che valorizza nel breve e lungo periodo le competenze, e questo ci sembra molto importante”.
In breve
Incidente frontale lunedì mattina, intorno alle 8, in località Deva, sulla strada che da Riva del Garda porta al lago di Tenno. Feriti seriamente i conducenti delle due auto: sono stati portati entrambi in elicottero all’Ospedale Santa Chiara di Trento. Sul posto la polizia locale dell’Alto Garda e Ledro, oltre ai vigili del fuoco di Riva del Garda. Alla guida una donna del posto di 29 anni in stato interessante. Fortunatamente indossava la cintura di sicurezza e questo ha evitato che potessero esserci conseguenze più gravi. L’uomo alla guida dell’altra vettura, residente a Gargnano, è stato estratto dalle lamiere con l’ausilio delle pinze idrauliche.