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Consiglio provinciale Trento, iniziato con i question time e poi sospeso: critici i 5 Stelle. Protesta dei lavoratori del Sait

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Question time e successiva sospensione dei lavori per il Consiglio provinciale di Trento. Sotto il palazzo della Regione, mentre era in corso il consiglio provinciale, protesta di una sessantina di lavoratori del Sait dopo l’annuncio dei 130 esuberi.  La richiesta dei lavoratori è di avere informazioni dettagliate sulla situazione aziendale e di procedere eventualmente con la cassa integrazione e non con la mobilità

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Trento – I lavori della prima sessione in aula di dicembre del Consiglio provinciale si sono aperti con un minuto di silenzio chiesto dal presidente Dorigatti per ricordare Giorgio Grigolli, figura di spicco della politica e delle istituzioni provinciali e regionali negli ultimi decenni del secolo scorso.

A seguire Dorigatti ha convocato i capigruppo che hanno preso tre decisioni poi riferite all’aula dal presidente: per la visita del ministro Calenda la seduta consiliare del pomeriggio è revocata e i lavori riprenderanno mercoledì alle 10.00; la sostituzione del componente del Corecom prevista in questa sessione è rinviata alla prossima sessione; terzo, come richiesto da nove esponenti della minoranza, l’assessore Zeni riferirà in aula sulla richiesta da inoltrare al ministero per evitare la chiusura del punto nascite di Arco.

L’assemblea ha poi discusso i question time e approvato il bilancio preventivo del Consiglio proposto dall’ufficio di presidenza. La seduta è stata in seguito sospesa dal presidente Dorigatti per il preannunciato incontro dei consiglieri con i lavoratori del Sait che hanno affollato gli spalti dell’emiciclo durante i lavori in aula.

>Tutti i temi trattati nel Question Time

Seduta sospesa, Degasperi: “Non è affatto usuale”

“Il Consiglio Provinciale di Trento viene sospeso – scrive in una nota Filippo Degasperi dei 5 Stelle – per permettere a tanti consiglieri provinciali di recarsi in visita al ministro Calenda e all’assemblea generale di Confindustria a Riva del Garda. Premesso che ognuno è libero di fare ciò che crede e che nessuno nega il ruolo istituzionale del ministro, ci pare che bloccare l’attività un’altra Istituzione sia indicativo di una evidente deferenza verso Confindustria.

Sbaraccare il Consiglio per partecipare alla riunione di un’associazione privata, non importa quanto importante sia l’ospite, non è affatto usuale. Del resto se si dovesse fare lo stesso con tutti, comprese le controparti di Confindustria, il Consiglio non lavorerebbe mai. A ben guardare questo atteggiamento fa il paio con la recente decisione del Senato accademico (un solo astenuto) di insignire della laurea honoris causa Sergio Marchionne. Ci chiediamo – conclude Degasperi – quali siano i meriti da riconoscere?”

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