NordEst

Cimeli dalla Libia al Museo della Guerra di Rovereto

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Il Museo della Guerra di Rovereto propone da venerdi’ 1 luglio due mostre sul colonialismo italiano della ‘quarta sponda’ nordafricana: ‘Libia – Dalla guerra italo-turca alla pacificazione della Cirenaica 1911-1931’ e ‘Un saluto da Tripoli italiana – Le cartoline della guerra di Libia 1911-1912’.

Cartoline, ceramiche, foto d’epoca, uniformi di guerra, bandiere, onorificenze, carte geografiche e armi corrodono le mostre che rimarranno aperte fino a giugno 2012, dal martedi’ alla domenica dalle 10 alle 18.

I cento anni dall’inizio del conflitto italo-turco saranno ricordati dal Museo della Guerra di Rovereto con una mostra fotografica e di cimeli e materiali. Fu una guerra coloniale di grandi ambizioni per il “giovane” Regno d’Italia (varcava allora la soglia dei suoi primi cinquant’anni) desideroso di affermarsi in Europa e nel Mediterraneo come potenza militare.
 
L’evento coronava un decennio di grandi trasformazioni economiche e sociali e l’opinione pubblica italiana ne fu coinvolta emotivamente (chi non ricorda la canzone “Tripoli bel suol d’amore”?). 
 
La guerra si concluse nel 1912 con la vittoria italiana che consegnò il territorio dell’Africa settentrionale corrispondente alla Cirenaica e alla Tripolitania, Rodi e le isole del Dodecaneso al Regno d’Italia. Il conflitto sarebbe però continuato con episodi di resistenza della popolazione che, nel corso della Prima guerra mondiale, ridussero il territorio sotto controllo italiano a poche città della costa. Nel dopoguerra e per tutti gli anni Venti gli scontri si intensificarono rendendo la riconquista italiana difficile, costosa e sanguinosa.
 
Quel “posto al sole” sarebbe stato definitivamente perduto al termine della disastrosa guerra in cui nel 1940 il fascismo portò l’Italia.
 
Il conflitto fu denso di conseguenze drammatiche: la sconfitta indebolì l’impero turco, alimentò le spinte nazionaliste nei Balcani colpite in rapida successione da due guerre sanguinose e brutali soprattutto per le popolazioni civili, specie musulmane. L’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914 non è estraneo a quel clima di instabilità e di violenza che le guerre avevano lasciato dietro di sé.
 
La mostra ripercorre le vicende del conflitto ed illustra – in una sezione curata da Enrico Sturani – l’immaginario coloniale popolare attraverso l’iconografia riprodotta nelle cartoline illustrate ed in altri materiali coevi. La mostra è accompagnata da incontri, da una rassegna di film sul colonialismo e da un catalogo.
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